Il Parlamento europeo invita l’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione «ad avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita», ciò alla luce delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale perpetrate dall’Arabia Saudita nello Yemen e del continuo rilascio di licenze di vendita di armi all’Arabia Saudita che violerebbe la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell’8 dicembre 2008.
Il Parlamento europeo, perciò, rompe il silenzio rispetto a una delle più gravi crisi umanitarie odierne. Le bombe sganciate dall’Arabia Saudita hanno colpito e stanno colpendo città e villaggi in Yemen, causando almeno 20.000 morti e rendendo inaccessibili i servizi essenziali ad oltre l’80% della popolazione.
Il Parlamento europeo non resta a guardare, a differenza del nostro Paese e del nostro Governo.
L’Italia è tra i paesi che hanno venduto armi all’Arabia Saudita ma, al contrario di quanto successo in Europa, un imbarazzante silenzio vige attorno al governo guidato da Matteo Renzi rispetto alle proprie responsabilità. Una responsabilità aggravata dal fatto che sistemi d’arma partiti dal nostro Paese sono stati recapitati in Arabia Saudita (ed utilizzate direttamente all’interno del conflitto in atto nella penisola arabica) a conflitto in corso, fattispecie vietata dalla legge 185/90.
Per questo motivo abbiamo rivolto otto domande a Matteo Renzi, che valgono tuttora. E oggi più che mai.
OTTO DOMANDE A MATTEO RENZI SULL’ESPORTAZIONE DI ARMI IN ARABIA SAUDITA