A Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria
Il nuovo “piano casa” presentato dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, rischia di avere conseguenze devastanti sul territorio ligure e perciò su tutti i cittadini che lo abitano.
Il suolo consumato in prossimità di corsi d’acqua tra La Spezia e Ventimiglia corrisponde al 19,2%, contro una media nazionale del 5,2%: quasi il 10% degli abitanti della Liguria, di conseguenza, vive con l’incubo che nuove inondazioni si abbattano sulle proprie abitazioni.
Il piano casa di Toti, attraverso l’ampliamento delle deroghe, la mortificazione dei poteri dei sindaci di difendere il territorio e il mancato contrasto degli abusi edilizi, metterà a repentaglio la sicurezza di troppe persone, aprendo ferite in un territorio già fragile e martoriato.
Il nuovo piano casa della Regione Liguria va fermato immediatamente.
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«Il Piano Casa del presidente Toti è paradossale e apre la strada a nuove e ulteriori colate di cemento. Le ultime tragedie liguri, provocate dalle sempre più numerose calamità naturali, sono aggravate anche da una cementificazione incontrollata e irrispettosa del territorio», ha dichiarato Luca Pastorino, parlamentare di Possibile e sindaco di Bogliasco (Genova), preoccupato per gli effetti potenzialmente catastrofici del piano presentato da Giovanni Toti.
Anche Gian Antonio Stella, dalle pagine del Corriere, ha voluto ricordare «che il suolo consumato a meno di 150 metri di distanza dai corsi d’acqua corrisponde al 6,9% nel Veneto, al 7,2% in Piemonte, all’8% in Trentino ma sale da La Spezia a Ventimiglia addirittura al 19,2%: quasi il quadruplo della media italiana: 5,2%. Va da sé che ad ogni nubifragio c’è il rischio di un disastro. E lo conferma un’altra tabella, quella delle popolazioni esposte al “rischio elevato” di alluvioni. Tolta l’Emilia-Romagna solcata dal Po la cui pericolosità è nota da secoli, la Liguria è seconda con il 9,9% degli abitanti che vive nell’incubo-certezza di nuove inondazioni: il triplo che in Calabria o in Sardegna (e tutti abbiamo in mente Olbia), il quintuplo che in Piemonte o in Lombardia, il decuplo che in Trentino». Ed ecco perché Stella si scaglia contro un piano folle, peggiore del già contestato piano Burlando: «I sindaci potevano prima opporsi qua e là all’applicazione delle vecchie regole burlandiane? Ora non più. Dalle deroghe erano prima esclusi gli abusi edilizi condonati per non premiare i furbetti del mattone? Ora non più. Gli ampliamenti (oggi saliti fino al 35%) non si potevano applicare prima nei dieci parchi liguri? Ora (salvo eccezioni) non più».
«”La squallida invasione del cemento aveva il volto camuso e informe dell’uomo nuovo Caisotti”: così scrive Italo Calvino raccontando (in La speculazione edilizia, 1963) la devastazione della Liguria. Il presidente Toti è proprio sicuro di voler prestare il suo, di volto, al rinnovarsi, all’aggravarsi fatale di questa devastazione?», dichiara Tomaso Montanari. «E i volti delle vittime, di quelli che annegheranno nelle alluvioni che saranno causate anche da questa scellerata decisione, che volti saranno? Come non chiederselo, oggi? Come non diventare, finalmente, responsabili? Basta con la Liguria e i liguri affogati nel cemento!».
«Mi appello ai cittadini italiani – conclude Pastorino -, così attivi e prodighi quando si tratta di dover rispondere alle numerose campagne di solidarietà perché si uniscano a chi come noi chiede uno stop alle nuove cementificazioni che altro non fanno che mutare l’assetto naturale dell’ambiente per fini unicamente affaristici».
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