Basta colate di cemento sulla Liguria: Toti blocchi il “Piano casa”

12193174_1030959873602456_277786558_oA Gio­van­ni Toti, pre­si­den­te del­la Regio­ne Liguria

Il nuo­vo “pia­no casa” pre­sen­ta­to dal pre­si­den­te del­la Ligu­ria, Gio­van­ni Toti, rischia di ave­re con­se­guen­ze deva­stan­ti sul ter­ri­to­rio ligu­re e per­ciò su tut­ti i cit­ta­di­ni che lo abi­ta­no.

Il suo­lo con­su­ma­to in pros­si­mi­tà di cor­si d’acqua tra La Spe­zia e Ven­ti­mi­glia cor­ri­spon­de al 19,2%, con­tro una media nazio­na­le del 5,2%: qua­si il 10% degli abi­tan­ti del­la Ligu­ria, di con­se­guen­za, vive con l’incubo che nuo­ve inon­da­zio­ni si abbat­ta­no sul­le pro­prie abitazioni.

Il pia­no casa di Toti, attra­ver­so l’ampliamento del­le dero­ghe, la mor­ti­fi­ca­zio­ne dei pote­ri dei sin­da­ci di difen­de­re il ter­ri­to­rio e il man­ca­to con­tra­sto degli abu­si edi­li­zi, met­te­rà a repen­ta­glio la sicu­rez­za di trop­pe per­so­ne, apren­do feri­te in un ter­ri­to­rio già fra­gi­le e mar­to­ria­to.

Il nuo­vo pia­no casa del­la Regio­ne Ligu­ria va fer­ma­to imme­dia­ta­men­te.

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«Il Pia­no Casa del pre­si­den­te Toti è para­dos­sa­le e apre la stra­da a nuo­ve e ulte­rio­ri cola­te di cemen­to. Le ulti­me tra­ge­die ligu­ri, pro­vo­ca­te dal­le sem­pre più nume­ro­se cala­mi­tà natu­ra­li, sono aggra­va­te anche da una cemen­ti­fi­ca­zio­ne incon­trol­la­ta e irri­spet­to­sa del ter­ri­to­rio», ha dichia­ra­to Luca Pasto­ri­no, par­la­men­ta­re di Pos­si­bi­le e sin­da­co di Boglia­sco (Geno­va), pre­oc­cu­pa­to per gli effet­ti poten­zial­men­te cata­stro­fi­ci del pia­no pre­sen­ta­to da Gio­van­ni Toti.

Anche Gian Anto­nio Stel­la, dal­le pagi­ne del Cor­rie­re, ha volu­to ricor­da­re «che il suo­lo con­su­ma­to a meno di 150 metri di distan­za dai cor­si d’acqua cor­ri­spon­de al 6,9% nel Vene­to, al 7,2% in Pie­mon­te, all’8% in Tren­ti­no ma sale da La Spe­zia a Ven­ti­mi­glia addi­rit­tu­ra al 19,2%: qua­si il qua­dru­plo del­la media ita­lia­na: 5,2%. Va da sé che ad ogni nubi­fra­gio c’è il rischio di un disa­stro. E lo con­fer­ma un’altra tabel­la, quel­la del­le popo­la­zio­ni espo­ste al “rischio ele­va­to” di allu­vio­ni. Tol­ta l’Emilia-Romagna sol­ca­ta dal Po la cui peri­co­lo­si­tà è nota da seco­li, la Ligu­ria è secon­da con il 9,9% degli abi­tan­ti che vive nell’incubo-certezza di nuo­ve inon­da­zio­ni: il tri­plo che in Cala­bria o in Sar­de­gna (e tut­ti abbia­mo in men­te Olbia), il quin­tu­plo che in Pie­mon­te o in Lom­bar­dia, il decu­plo che in Tren­ti­no». Ed ecco per­ché Stel­la si sca­glia con­tro un pia­no fol­le, peg­gio­re del già con­te­sta­to pia­no Bur­lan­do: «I sin­da­ci pote­va­no pri­ma oppor­si qua e là all’applicazione del­le vec­chie rego­le bur­lan­dia­ne? Ora non più. Dal­le dero­ghe era­no pri­ma esclu­si gli abu­si edi­li­zi con­do­na­ti per non pre­mia­re i fur­bet­ti del mat­to­ne? Ora non più. Gli amplia­men­ti (oggi sali­ti fino al 35%) non si pote­va­no appli­ca­re pri­ma nei die­ci par­chi ligu­ri? Ora (sal­vo ecce­zio­ni) non più».

«”La squal­li­da inva­sio­ne del cemen­to ave­va il vol­to camu­so e infor­me del­l’uo­mo nuo­vo Cai­sot­ti”: così scri­ve Ita­lo Cal­vi­no rac­con­tan­do (in La spe­cu­la­zio­ne edi­li­zia, 1963) la deva­sta­zio­ne del­la Ligu­ria. Il pre­si­den­te Toti è pro­prio sicu­ro di voler pre­sta­re il suo, di vol­to, al rin­no­var­si, all’ag­gra­var­si fata­le di que­sta deva­sta­zio­ne?», dichia­ra Toma­so Mon­ta­na­ri. «E i vol­ti del­le vit­ti­me, di quel­li che anne­ghe­ran­no nel­le allu­vio­ni che saran­no cau­sa­te anche da que­sta scel­le­ra­ta deci­sio­ne, che vol­ti saran­no? Come non chie­der­se­lo, oggi? Come non diven­ta­re, final­men­te, respon­sa­bi­li? Basta con la Ligu­ria e i ligu­ri affo­ga­ti nel cemento!».

«Mi appel­lo ai cit­ta­di­ni ita­lia­ni – con­clu­de Pasto­ri­no -, così atti­vi e pro­di­ghi quan­do si trat­ta di dover rispon­de­re alle nume­ro­se cam­pa­gne di soli­da­rie­tà per­ché si uni­sca­no a chi come noi chie­de uno stop alle nuo­ve cemen­ti­fi­ca­zio­ni che altro non fan­no che muta­re l’as­set­to natu­ra­le del­l’am­bien­te per fini uni­ca­men­te affaristici».

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