C’è sempre un’altra possibilità

L’am­bi­zio­ne di un par­ti­to di gover­no, l’or­ga­niz­za­zio­ne di una rete e il dina­mi­smo di un movi­men­to: que­sto è il gene­re di sog­get­to poli­ti­co di cui par­lia­mo da tan­ti anni, a cui abbia­mo inten­sa­men­te lavo­ra­to, che abbia­mo sem­pre pen­sa­to ser­va all’I­ta­lia, e che nel­le pros­si­me set­ti­ma­ne cer­che­re­mo di rea­liz­za­re, con la liber­tà di poter imma­gi­na­re il model­lo più avan­za­to in asso­lu­to nel pano­ra­ma un po’ stan­tio dei par­ti­ti attua­li, e la voglia di discu­ter­lo con tut­ti e tut­te colo­ro che vor­ran­no con­tri­bui­re alla sua realizzazione.

image
Pos­si­bi­le come nome, e come pro­mes­sa che fac­cia­mo alle per­so­ne a cui ci rivol­gia­mo: quel­li che non ci cre­do­no più, quel­li che ci cre­do­no anco­ra, quel­li che vor­reb­be­ro tan­to cre­de­re in qual­co­sa di nuo­vo e diver­so, se solo, appun­to, venis­se offer­ta loro una pos­si­bi­li­tà. Pos­si­bi­le, insom­ma, con­tro chi ci vuo­le ras­se­gna­ti e da trop­po tem­po ci dice che non ci sono alternative.

L’u­gua­le come sim­bo­lo, intan­to del­la rela­zio­ne alla pari, aper­ta e dia­lo­gan­te non solo tra noi ma anche con tut­ti quel­li, da soli o in grup­po, che vor­ran­no con­net­ter­si a que­sta rete. E poi, l’u­gua­glian­za come moto­re, come con­di­zio­ne di par­ten­za tra le per­so­ne, nei dirit­ti e nei dove­ri e, appun­to, nel­le possibilità.
L’in­no­va­zio­ne a par­ti­re dal­l’im­ma­gi­ne e dal­lo sti­le (e dal nuo­vo sito, a bre­ve), per­ché sia­mo tut­ti ugua­li ma anche tut­ti diver­si, e noi ci sen­tia­mo appun­to diver­si, e voglia­mo distin­guer­ci sin dal pri­mo col­po d’oc­chio da chi pre­di­ca l’in­di­stin­to, il pen­sie­ro uni­co, il par­ti­to unico.

Cer­che­re­mo le per­so­ne moti­va­te, e cer­che­re­mo le per­so­ne delu­se che una moti­va­zio­ne vor­reb­be­ro aver­la, tro­var­la, e met­te­re­mo a loro dispo­si­zio­ne gli stru­men­ti più avan­za­ti, non orga­ni­gram­mi stan­tii fat­ti di sca­to­le cine­si e ver­ti­ci­smi. Si potrà ade­ri­re al pro­get­to poli­ti­co nel suo com­ples­so o alle cam­pa­gne, e sarà data la liber­tà di orga­niz­zar­si in comi­ta­ti — da 10 a 50 mem­bri — sul­la base di un’i­dea, una vici­nan­za ter­ri­to­ria­le, la voglia di pro­vo­ca­re un cam­bia­men­to lad­do­ve tut­to il resto è fer­mo e qual­cu­no lavo­ra per man­te­ner­lo tale.

Lan­ce­re­mo una sfi­da a noi stes­si e agli altri, apren­do la rete all’a­de­sio­ne alla pari di real­tà loca­li civi­che e orga­niz­za­te, in un model­lo poli­ti­co e orga­niz­za­ti­vo che pro­po­nia­mo a tut­ti gli altri sog­get­ti nazio­na­li che già esi­sto­no, quel­li con cui dia­lo­ghia­mo e quel­li che anco­ra non abbia­mo incon­tra­to, che pro­muo­vo­no la lai­ci­tà, la liber­tà e l’u­gua­glian­za.

Ban­di­re­mo l’as­sem­blea­ri­smo fin­to, che di demo­cra­ti­co ormai non ha più nem­me­no la fac­cia­ta, e insi­ste­re­mo inve­ce nel son­da­re con­ti­nua­men­te la tem­pe­ra­tu­ra e le esi­gen­ze del­le per­so­ne che abbia­mo intor­no, sol­le­ci­te­re­mo i vostri inte­res­si per far emer­ge­re le com­pe­ten­ze e le dispo­ni­bi­li­tà, e use­re­mo tut­to que­sto per costrui­re tut­ti insie­me la pro­po­sta poli­ti­ca che più vi asso­mi­gli, radi­ca­le e chia­ra sen­za peri­co­lo di frain­ten­di­men­ti, con l’im­pe­gno a resta­re coe­ren­ti ad essa.

Tan­te altre cose fare­mo e pro­por­re­mo a tut­ti, non per testi­mo­nian­za, ma con l’am­bi­zio­ne di gover­na­re que­sto Pae­se per cam­biar­lo: un cam­bia­men­to in meglio in cui le per­so­ne pos­sa­no cre­de­re, non un cam­bia­men­to fine a se stes­so e ras­se­gna­to al meno peggio.

E ovvia­men­te, come sem­pre, con il vostro aiu­to anche eco­no­mi­co, sen­za spon­sor occul­ti alle spal­le.

Ini­zie­re­mo pre­sto, già nei pri­mi gior­ni di giu­gno. Poi veden­do­ci “di per­so­na per­so­nal­men­te”, nel­le set­ti­ma­ne suc­ces­si­ve e poi anco­ra nel nostro Poli­ti­camp di luglio, se pos­si­bi­le anco­ra più nostro, e al tem­po stes­so sem­pre più aper­to a tutti.

Sia­mo pron­ti: sen­za pre­sun­zio­ne, ma con gran­de deter­mi­na­zio­ne, quel­la sì.

Si par­te.

(=)

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.