Cosa ci fa la ministra Pinotti in Arabia Saudita?

Possibile pretende chiarezza e chiamiamo la ministra della difesa a rispondere al Parlamento italiano con un'interrogazione urgente. Chiarisca le ragioni della propria visita al governo saudita e spieghi ai cittadini italiani per quali ragioni si è resa necessaria la partecipazione del segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, Carlo Magrassi, quali sono stati gli esiti dell’incontro bilaterale e se è da ritenersi fondata la notizia di trattative che prevedano l’invio di armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita.

Sono mesi che denun­cia­mo a tut­ti i livel­li isti­tu­zio­na­li, gra­zie ai det­ta­glia­ti report del­la Rete Disar­mo, la con­ti­nua ven­di­ta di armi all’A­ra­bia Sau­di­ta da par­te del nostro Pae­se. Un mer­ca­to inde­gno che vio­la la leg­ge n. 185 del 9 luglio 1990 per la qua­le l’esportazione «di mate­ria­le di arma­men­to non­ché la ces­sio­ne del­le rela­ti­ve licen­ze di pro­du­zio­ne devo­no esse­re con­for­mi alla poli­ti­ca este­ra e di dife­sa del­l’I­ta­lia» ed è comun­que vie­ta­ta ver­so i pae­si impe­gna­ti in con­flit­ti e in spre­gio tota­le del­la nostra Costi­tu­zio­ne che ripu­dia la guer­ra. L’A­ra­bia Sau­di­ta è infat­ti impe­gna­ta da tem­po in ope­ra­zio­ni mili­ta­ri che stan­no col­pen­do lo Yemen, tra le qua­li si regi­stra­no bom­bar­da­men­ti con ordi­gni spe­di­ti dal suo­lo ita­lia­no.

Da mesi denun­cia­mo la man­can­za di tra­spa­ren­za che carat­te­riz­za tut­ta que­sta vicenda.

Ora appren­dia­mo dal­la stam­pa che la mini­stra Pinot­ti — igna­ra for­se del­la Costi­tu­zio­ne e del­la Car­ta del­le Nazio­ni Uni­te oltre che del­le pre­se di posi­zio­ne espres­se dal Par­la­men­to euro­peo che han­no chie­sto l’em­bar­go sul­le armi rispet­to al gover­no di Riad — avreb­be incon­tra­to a ini­zio otto­bre nel­la capi­ta­le Sau­di­ta il vice ere­de al tro­no e respon­sa­bi­le del dica­ste­ro del­la Dife­sa, Moham­med bin Salman.

Secon­do quan­to rife­ri­sco­no fon­ti del mini­ste­ro del­la Dife­sa i due si sareb­be­ro incon­tra­ti per discu­te­re del­le rela­zio­ni bila­te­ra­li tra i due pae­si, con par­ti­co­la­re atten­zio­ne al set­to­re dife­sa. L’agenzia di stam­pa sau­di­ta “Spa” ripor­ta poi det­ta­gli inquie­tan­ti dell’incontro al qua­le avreb­be­ro par­te­ci­pa­to dal lato sau­di­ta, l’assistente segre­ta­rio per la Dife­sa, Moham­med Ayesh, il capo di Sta­to mag­gio­re, Abdul­rah­man al Banyan, Fahd al’Aysa con­su­len­te rea­le del­la dife­sa e altri fun­zio­na­ri del mini­ste­ro del­la Dife­sa sau­di­ta e, per l’I­ta­lia, l’ambasciatore ita­lia­no in Ara­bia Sau­di­ta, Luca Fer­ra­ri, il segre­ta­rio gene­ra­le del­la dife­sa e diret­to­re nazio­na­le degli arma­men­ti, Car­lo Magras­si. Tema cen­tra­le sareb­be sta­to la con­se­gna di arma­men­ti nava­li al pae­se che sta attuan­do un geno­ci­dio siste­ma­ti­co in Yemen. Un’i­ni­zia­ti­va, quel­la del­la Pinot­ti, che se con­fer­ma­ta potreb­be esse­re defi­ni­ta solo con un agget­ti­vo: criminale.

Per que­sti moti­vi Pos­si­bi­le pre­ten­de chia­rez­za e chia­mia­mo la mini­stra del­la dife­sa a rispon­de­re al Par­la­men­to ita­lia­no con un’in­ter­ro­ga­zio­ne urgen­te. Chia­ri­sca le ragio­ni del­la pro­pria visi­ta al gover­no sau­di­ta e spie­ghi ai cit­ta­di­ni ita­lia­ni per qua­li ragio­ni si è resa neces­sa­ria la par­te­ci­pa­zio­ne del segre­ta­rio gene­ra­le del­la dife­sa e diret­to­re nazio­na­le degli arma­men­ti, Car­lo Magras­si, qua­li sono sta­ti gli esi­ti dell’incontro bila­te­ra­le e se è da rite­ner­si fon­da­ta la noti­zia di trat­ta­ti­ve che pre­ve­da­no l’invio di arma­men­ti dall’Italia all’Arabia Sau­di­ta.

È già abba­stan­za imba­raz­zan­te che l’I­ta­lia intrat­ten­ga dub­bi rap­por­ti eco­no­mi­ci con un gover­no san­gui­na­rio sen­za dover aggiun­ge­re anche l’on­ta di esse­re cor­re­spon­sa­bi­li del­lo ster­mi­nio di miglia­ia di civi­li yeme­ni­ti.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.