Emendamento ILVA: il PD contro la giustizia e i lavoratori

La set­ti­ma­na par­la­men­ta­re ci ha visto assi­ste­re, indi­gna­ti e impo­ten­ti, all’enne­si­mo bli­tz del gover­no, che for­zan­do il rego­la­men­to ha inse­ri­to un arti­co­lo aggiun­ti­vo all’interno del prov­ve­di­men­to in mate­ria fal­li­men­ta­re, in discus­sio­ne alla Com­mis­sio­ne Giu­sti­zia in sede referente.

L’art. 21 bis, appro­va­to a mag­gio­ran­za nono­stan­te la fer­ma e moti­va­ta oppo­si­zio­ne del nostro depu­ta­to in Com­mis­sio­ne, Andrea Mae­stri, insie­me a SEL e M5S, reca “Misu­re urgen­ti per l’esercizio dell’attività d’impresa di sta­bi­li­men­ti ogget­to di seque­stro giu­di­zia­rio” e testual­men­te pre­ve­de che “Al fine di garan­ti­re il neces­sa­rio bilan­cia­men­to tra le esi­gen­ze di con­ti­nui­tà dell’attività pro­dut­ti­va, di sal­va­guar­dia dell’occupazione, del­la sicu­rez­za sul luo­go di lavo­ro, del­la salu­te e dell’ambiente salu­bre, non­ché del­le fina­li­tà di giu­sti­zia, l’esercizio dell’attività di impre­sa degli sta­bi­li­men­ti di inte­res­se stra­te­gi­co nazio­na­le [come ILVA o Tir­re­no Power…] non è impe­di­to dal prov­ve­di­men­to di seque­stro […] quan­do lo stes­so si rife­ri­sca ad ipo­te­si di rea­to ine­ren­ti alla sicu­rez­za dei lavo­ra­to­ri.

Tra­dot­to: se muo­re un ope­ra­io (ed è esat­ta­men­te ciò che è suc­ces­so all’Ilva di Taran­to) per­ché le misu­re di sicu­rez­za sono inadeguate/insufficienti e la magi­stra­tu­ra dispo­ne il seque­stro pena­le del­lo sta­bi­li­men­to (per­ché si ipo­tiz­za un rea­to e si vuo­le evi­ta­re che si ripe­ta, esat­ta­men­te ciò che è suc­ces­so all’Ilva di Taran­to), cari ope­rai e cari giu­di­ci, met­te­te­vi il cuo­re in pace per­ché la pro­du­zio­ne va avan­ti gra­zie all’inter­ven­to del gover­no che sospen­de ex lege l’efficacia del seque­stro.

In un col­po solo, il gover­no e la sua silen­te e imba­raz­za­ta mag­gio­ran­za (nes­su­no dei 22 depu­ta­ti PD in Com­mis­sio­ne Giu­sti­zia ha pre­so la paro­la per difen­de­re il prov­ve­di­men­to ed ugual­men­te zit­ti e imba­raz­za­ti sono rima­sti i due vice­mi­stri pre­sen­ti, Costa e Moran­do), han­no appro­va­to una nor­ma che vio­la i prin­ci­pi più sacri di tute­la del­la per­so­na e che ha lo stes­so stri­do­re del suo­no di una zam­po­gna che esplo­de vio­len­to nel chio­stro di un monastero.

Vie­ne sospe­so lo sta­to di dirit­to, san­ci­ta l’extraterritorialità e l’esenzione dal­la giu­ri­di­zio­ne di alcu­ne gran­di impre­se, vio­la­ta la Costi­tu­zio­ne (sepa­ra­zio­ne dei pote­ri, obbli­ga­to­rie­tà dell’azione pena­le, ugua­glian­za, tute­la del­la salu­te, sicu­rez­za e digni­tà dei lavo­ra­to­ri), scrit­to nero su bian­co che la salu­te e la sicu­rez­za dei lavo­ra­to­ri sono beni com­mer­cia­bi­li, nego­zia­bi­li, sacri­fi­ca­bi­li in nome dell’interesse eco­no­mi­co del momento.

Si trat­ta di una pagi­na nera del­la sto­ria par­la­men­ta­re e repub­bli­ca­na, si trat­ta di un fat­to gra­ve che sim­bo­li­ca­men­te rac­con­ta cosa oggi è diven­ta­to il Par­ti­to Demo­cra­ti­co, qua­le arre­tra­men­to cul­tu­ra­le, civi­le, eti­co e poli­ti­co ha com­piu­to in nome del­la cini­ca ragio­ne di gover­no.

I depu­ta­ti di Pos­si­bi­le assu­me­ran­no ogni più ener­gi­ca ini­zia­ti­va, nel Pae­se e nel­le isti­tu­zio­ni, per denun­cia­re quan­to sta acca­den­do e per con­tra­sta­re il dise­gno di pro­gres­si­vo sman­tel­la­men­to dei dirit­ti di cui anche que­sto prov­ve­di­men­to è trac­cia.

Andrea Mae­stri

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