Come avevamo già rilevato, le differenze sostanziali tra le politiche promosse (o che si vorrebbero promuovere) dal Partito della Nazione e le analisi di fondo da cui partono sono sempre meno distinguibili da quanto per anni ha predicato la Lega Nord. Se Merola, sindaco di Bologna, poche settimane fa si lanciava nel mantra de “la sicurezza è di sinistra”, oggi è il turno di Piero Fassino:
Finora in Italia l’immigrazione è stata governata tutto sommato bene, ma in termini di numeri stiamo arrivando al superamento della soglia che è governabile. Se non lo vediamo per tempo, questo problema rischia di travolgerci.
Le parole sono cortesi, i concetti di fondo no: gli immigrati sono troppi. E allora ci spieghi sulla base di quali dati, Fassino. Perché i dati in nostro possesso e di pubblico dominio dicono che il nostro paese è del tutto in linea con gli altri paesi europei.
E questo sia per quanto riguarda l’accoglienza di rifugiati (che costa quanto un caffè al mese per ciascuno di noi):
Che per quanto riguarda la presenza di cittadini stranieri:
Ma Fassino non si ferma qui, e arriva a sostenere cose che in Padania sempre si sono sentite, ma perlopiù (non solo: c’è chi a sinistra da tempo sostiene queste idee) per bocca della peggiore destra:
Per esempio nell’assegnazione delle case popolari, il criterio basato sulla composizione dei nuclei familiari premia sempre più spesso le famiglie immigrate, che fanno più figli. Bisogna domandarsi fino a quando la graduatoria unica è sostenibile. Questo per non alimentare conflitti tra chi quel diritto lo esige.
E io che pensavo che i conflitti si alimentassero esattamente operando delle discriminazioni rispetto ai diritti che riguardano le persone. Che propone di fare, Fassino? Liste separate? Da una parte gli italiani e dall’altra gli stranieri? E per quale motivo (oltre che morale), se gli stranieri pagano le tasse, e in una quantità superiore rispetto a quanto ricevano in termini di servizi? Anche in questo caso, come nostra abitudine, citiamo i dati.
I dati del Ministero dell’Interno:
E quelli citati da Tito Boeri, un paio di giorni fa: «Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci abbiano regalato circa un punto di pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state erogate delle pensioni. E ogni anno questi contributi a fondo perduto degli immigrati valgono circa 300 milioni di euro».
Prima di cadere nella retorica delle destre forse è il caso di un’analisi più precisa e di un’informazione più rigorosa. Esattamente quello che Possibile farà nei prossimi mesi. Scriveteci a stefano@possibile.com.