Se pensate che il ruolo del debunker sia nato recentemente, vi sbagliate. Sfatare i miti ha a che fare, molto strettamente, con l’idea di opinione pubblica e di critica al potere precostituito. Qualcosa che trova i fondamenti nell’origine della modernità e si colloca molto vicino all’idea di crisi (Kritic und Krise è un saggio di Reinhart Koselleck, del 1954).
Perché la Politica non esercita la prassi della verità? Perché i fatti non vengono presentati per ciò che sono, senza rivestimenti? Perché si è giunti al totale scollamento dalla realtà fattuale? Come siamo arrivati sino all’equazione fra Politica & Menzogna? Scriveva Hannah Arendt (Verità e Politica, 2004): «Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra». Tuttavia, nessuno ha mai vietato al Politico di trattare la verità con l’occhio — semplice ma non disarmato — della conoscenza.
È questo, in fin dei conti, il senso più profondo del nostro intento, che è passato sotto l’etichetta di «operazione Newsroom», in riferimento ad un’etica di fare ‘le cose bene’ (il telefilm, da cui è tratto il titolo, narra la storia di un gruppo di giornalisti ed è quindi riferito al giornalismo in sé, noi trasponiamo il concetto al modo di fare la Politica) e che oggi titoliamo La Gattoparda, descrivendo in estrema sintesi il fosco quadro di un piccolo mondo antico, che cambia tutto per rimanere tal quale.
Nel corso di due anni di governo Renzi, abbiamo potuto esperire come la tecnica del Cherry Picking sia diventata la regola e abbia messo in crisi persino la granitica certezza dei dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, che in una proposta si voleva persino porre sotto il diretto controllo dell’esecutivo. Se volete, i numeri da soli non bastano a rappresentare la realtà fattuale. È il metodo a costituire — quasi da solo — la differenza. I numeri sono duttili: possono essere piegati ad una intenzionalità. Ma il metodo no: il metodo rivela l’intenzione. E se l’intenzione è quella di avvicinarsi il più possibile alla realtà dei fatti, allora il metodo stesso non può che essere scientifico.
La Gattoparda contiene questa intenzione. Abbiamo cominciato da un provvedimento simbolo dell’esecutivo Renzi, il Decreto Legge n. 66/2014, denominato ‘bonus 80 euro’. Ricorderete il successo elettorale che ne derivò: bastò l’annuncio e il Partito Democratico vinse le elezioni Europee.
Il provvedimento venne presentato come una misura di Giustizia Sociale. Da ciò siamo partiti per condurre un’analisi, costruita sulle fonti primarie — dati Istat, dati del Ministero dell’Economia e Finanza, studi e reportistica di Banca d’Italia — e su fonti giornalistiche d’ambito economico, al fine di riportare in luce il corpo vuoto del provvedimento, i cui effetti non hanno affatto riequilibrato le ingiustizie, ma addirittura le hanno amplificate.
Per sostenere questa misura inefficace è stato — e verrà — impiegato denaro pubblico, in parte recuperato con tagli e nuova tassazione (nel 2014), in parte facendo nuovo deficit di bilancio: quel deficit sul quale — presto o tardi — dovremo dare nuove spiegazioni a Bruxelles (ma soprattutto a noi stessi). Di fronte alla prossima chiamata di responsabilità, avremo chiaro in mente che, senza un approccio laico rispetto alla realtà fattuale, a nulla servono le narrazioni? Il bonus 80 euro è una norma di ingiustizia sociale. Deve essere cambiata e nel documento qui allegato troverete tutte le motivazioni tecniche. Da questa premessa, elaboreremo una proposta in materia di progressività fiscale e uguaglianza, principi costituzionali che il governo ha nuovamente disatteso.
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