Come avevamo promesso all’atto della fondazione di Possibile, lungo tutta la Penisola, i comitati sono impegnati nella costruzione di percorsi partecipativi, civici, alternativi. Percorsi che investono sull’unità delle componenti sociali e politiche, ma che allo stesso tempo conservano l’autonomia di pensiero e territoriale, la capacità critica e la spinta ideale dei diversi soggetti partecipanti. «Perché la sinistra si fa» — proprio come con la campagna referendaria -, e l’unità della sinistra si fa con sé, praticandola a partire dai temi e dai territori, rifiutando mantra vuoti che parlano esclusivamente agli addetti ai lavori, costruendo relazioni e condividendo la pratica politica.
Un processo autonomo, ma non certo esclusivo, come qualcuno vorrebbe far credere. Tutto il contrario.
Mentre altri stanno ancora discutendo se e come allearsi con il partito della nazione che dovrebbero contrastare (alleandosi è un po’ difficile contrastarlo, diremmo noi), Possibile ha da subito indicato un progetto diverso: costruire relazioni in cui la componente politica dà il via a percorsi civici, di cui siano chiari i valori e le ispirazioni, riconoscendo però la propria parzialità. Percorsi in cui si creino da subito le alleanze più larghe tra cittadini e associazioni e soggetti sociali. In cui si ricostruisca la rappresentanza, senza imporre simboli, etichette, personalismi tipici del ceto politico italiano. Perché è quella la Nazione, non quella del gergo politico-mediatico.
Partiamo da Sud, da Crotone, una città bloccata da venti anni in un fermo immagine da cui non riesce a scostarsi: la chiusura delle fabbriche ha lasciato un territorio inquinato, arido, povero e soprattutto isolato da ogni contesto, nonostante la bellezza di quel territorio. Venti anni di rinvii, dai quali sorge l’esigenza di un cambiamento radicale, che Possibile sta interpretando assieme a cittadini, associazioni e movimenti civici, schierati insieme per contrastare gruppi di potere, trasformismo, spreco di risorse economiche e immobilismo: con umiltà e coraggio a disposizione di tutti coloro che vorranno contribuirvi, rifiutando qualsiasi tipo di alleanza preconfezionata.
Procediamo verso nord, fino a Napoli, dove i nostri comitati dialogano attivamente con l’attuale sindaco Luigi De Magistris, con la prospettiva di costituire una lista con una forte impronta civica, priva di simboli, capace di catalizzare le migliori energie provenienti da associazioni, movimenti, singoli – e non per questo meno importanti — cittadini.
Ed è sul coinvolgimento dei singoli cittadini che fa esplicitamente leva il percorso avviato a Roma, ribattezzato “contagio civico”. Una formula di propagazione, una reazione a catena, facilitata da un lavoro di contatto, anche porta a porta, grazie alle oltre dodicimila firme raccolte durante la campagna referendaria. La tecnica di partecipazione adottata è il co-design civico che, sperimentata in un’assemblea aperta dei comitati di Possibile, ha già dato ottimi risultati, e altrettanti se ne attendono. Perché la politica sia al servizio dei cittadini e restituisca loro lo scettro delle decisioni e delle soluzioni da sostenere collettivamente.
A Grosseto, Possibile è al fianco di tutte le persone di sinistra, qualsiasi sia l’estrazione o la provenienza, che si riconoscono nella necessità di recuperare i valori della legalità e le regole della convivenza civile, per riconsegnare ai cittadini la vita politica delle amministrazioni pubbliche. Il primo appuntamento pubblico è previsto tra pochi giorni, il 9 gennaio.
Anche a Bologna Possibile si è messa da subito a disposizione per lavorare ad un percorso partecipato che, insieme ad altre realtà che si stanno muovendo nella stessa direzione, punta a costruire un unico grande progetto civico per il futuro della città. Ha sollecitato l’incontro con la «coalizione civica» e con gli altri soggetti che non si riconoscono nell’attuale amministrazione, puntando immediatamente sul progetto da sviluppare insieme. Con questo spirito a fine novembre si è svolto il Road Show, un invito aperto a portare le proprie idee, esperienze, proposte, per mescolarle e confrontarsi attorno a cinque tavoli tematici: dall’inclusione sociale ai beni comuni, dalla cultura all’innovazione, dalla riqualificazione urbana alla mobilità sostenibile e l’efficienza energetica. Una splendida giornata di confronto, ascolto e partecipazione, e in molti sono arrivati con taccuino e matita, a significare che è stato colto appieno il senso dell’iniziativa: quello di costruire futuro a partire da un reciproco confronto di esperienze che arricchisce tutti. Dopo le prime iniziative comuni, nelle prossime settimane vi sarà una convergenza dei percorsi tematici svolti fin qui dalle varie realtà coinvolte nel processo, verso un’unica proposta comune.
A Ravenna continua con entusiasmo la campagna elettorale iniziata con larghissimo anticipo nel maggio 2015 da Ravenna in Comune, rassemblement sans-PD di centrosinistra, costruito come lista aperta di cittadinanza attiva, cui si aderisce da singoli, firmando il manifesto. Chiunque volesse presentarsi era ed è libero di farlo, tanto che l’assemblea generale pubblica ha votato all’unanimità come candidata sindaca la dott.ssa Raffaella Sutter, sociologa, affiancata da due giovani portavoce, Massimo Manzoli, impegnato nella lotta contro le mafie e premiato scrittore, e Dora Casalino, esperta di progettazione sociale e militante di movimenti per i diritti civili. Possibile (da cui è germogliato il seme tramite l’associazione civica Li.be.RA, libera e bella Ravenna) procede di pari passo, in questo percorso, con PSI, SEL, Verdi, Radicali, L’Altra e‑R, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista e tanti cittadini esponenti del volontariato e dell’associazionismo.
Spostandoci a Nord Est, a Trieste, la situazione non cambia: nelle prossime settimane comincerà un percorso collegiale di confronto e discussione che porterà alla prima stesura di un programma, pensato su misura per la città. Il programma – dopo essere stato costruito insieme — sarà votato, contestualmente alla proposta di candidatura sindaco. Uno schieramento ampio, rappresentativo di una sinistra innovativa, e un percorso chiaro e preciso.
All’altro capo della autostrada A4, a Torino, troviamo i comitati di Possibile impegnati al fianco di Giorgio Airaudo nell’impostare un lavoro ed un percorso che si ispira al modello di “Barcelona en Comù”, che tra l’altro è stato oggetto di studio da parte di una delegazione torinese. Dalla sinistra, ai Radicali, ai Verdi, ad Alternativa libera a Possibile, sono tante le energie e tante le sensibilità in campo.
Nel mezzo, in tutti i sensi, Milano. Dove attualmente la competizione è tutta a destra, da Sala a Salvini. I comitati di Possibile esplorano strade nuove, costruendo ponti e relazioni. Da una parte, la “Costituente per la partecipazione”, dall’altra “Voci per una Milano in Comune”, con l’obiettivo di arrivare a una proposta organica e plurale – che in Consiglio comunale ha già trovato sua espressione dal punto di vista programmatico — entro i primi di febbraio. I nostri comitati ci arriveranno preparatissimi, attraverso una serie di appuntamenti pubblici.
In tutta Italia i comitati di Possibile sono impegnati nel costruire relazioni e percorsi partecipativi, con al centro un lavoro sulle proposte per migliorare le città e – soprattutto – la qualità della vita delle persone che le abitano. Senza dimenticare nessuno ma, anzi, con un’attenzione particolare per tutti quei mondi che la politica non riesce (ancora) a comprendere.
In sintesi, la massima autonomia dal partito del tutti-dentro, la massima apertura a tutti coloro che vogliono partecipare. Partendo dalle comunità, come ci eravamo detti sei mesi fa. E come faremo per i prossimi, avvincenti, sei mesi.