Emma Bonino, già ministro degli Esteri nel governo Letta, a guida PD, incrocia di nuovo il cammino (rectius, la solita scenografica corsa) del (ri)candidato alla segreteria del PD, Matteo Renzi, per indicare la strada giusta (dove correre, non camminare) in materia di immigrazione (che un po’ c’entrava anche con la competenza di ministro degli Esteri).
La ricetta è un po’ vaga ma corretta e prevede come antipasto l’abolizione del reato di immigrazione clandestina: reato da tutti, compreso il presidente della Cassazione, considerato inutile e dannoso ed infatti stato oggetto di una precisa delega del Parlamento al Governo, datata 2014, per la sua abrogazione. Delega rimasta fino ad oggi inattuata per motivi di opportunità politica, e quindi scaduta (anche se ci sono almeno sei progetti di legge depositati, tra cui il nostro, per l’abrogazione), poiché questo PD è impegnato da tempo nella rincorsa della Lega di Salvini: prova ne siano i due decreti legge Minniti in materia di sicurezza e immigrazione.
Decreti definiti con dolcezza da Bonino “parziali” mentre noi che li abbiamo letti, studiati, emendati e contrastati davvero, li riteniamo incostituzionali, securitari, discriminatori, pericolosi.
Bonino annuncia per primavera una legge di iniziativa popolare per il superamento della Bossi-Fini: e perché scomodare il popolo quando c’è un Parlamento con una maggioranza (che ti sta peraltro applaudendo) e che avrebbe i numeri per approvare domattina una riforma del Testo Unico sull’Immigrazione? E come conciliare questa iniziativa prossima ventura con la concreta immediatezza dei decreti-legge Minniti su immigrazione e sicurezza in corso di conversione, che — tra le altre cose genuinamente di destra — tolgono un grado di giudizio ai richiedenti asilo, cambiano nome ai CIE e li moltiplicano, colpiscono poveri, emarginati, clochard, immigrati, tossicodipendenti in nome del decoro e della sicurezza urbana? È troppo chiedere un po’ di serietà e coerenza?
L’applauso di questo PD (che ha lasciato la Bossi-Fini come l’ha trovata, che non ha toccato il reato di clandestinità, che approva norme restrittive in materia di asilo e rimpatri, che fa accordi bilaterali di riammissione con paesi che non rispettano gli standard internazionali sui diritti umani) a Emma Bonino è un monumento all’ipocrisia. Ha detto bene Pippo Civati: la faccia come il CIE.