Lavoro: Civati, sui voucher serve una discussione urgente

Faccio un appello a tutte le forze dell'arco Parlamentare per discutere al più presto insieme la vicenda dei voucher e il loro impatto sull'occupazione e sui salari. Questo strumento si è trasformato nel tempo in un modo per sottopagare ed erodere i diritti di migliaia di lavoratori, oltre che per eludere il fisco. La nota di Giuseppe Civati.

ROMA, 20 MAG — “Fac­cio un appel­lo a tut­te le for­ze del­l’ar­co Par­la­men­ta­re per discu­te­re al più pre­sto insie­me la vicen­da dei vou­cher e il loro impat­to sul­l’oc­cu­pa­zio­ne e sui sala­ri. E’ chia­ro, soprat­tut­to dai dati, che que­sto stru­men­to non rispon­de in alcun modo agli ini­zia­li pro­cla­mi e si è tra­sfor­ma­to nel tem­po in un modo per sot­to­pa­ga­re ed ero­de­re i dirit­ti di miglia­ia di lavo­ra­to­ri, oltre che per elu­de­re il fisco”. Lo dichia­ra in una nota il depu­ta­to di Pos­si­bi­le Pip­po Civa­ti.

I dati sui voucher

“Nem­me­no l’e­mer­sio­ne del lavo­ro nero — pro­se­gue — tro­va con­fer­me attra­ver­so l’in­tro­du­zio­ne dei vou­cher: i dati Inps pre­sen­ta­ti in que­sti gior­ni par­la­no di un milio­ne e 380 mila ‘vou­che­ri­sti’, età media 36 anni, l’85% dei qua­li gua­da­gna meno di 500 euro al mese. Nel 2015 su 400 mila vou­che­ri­sti occu­pa­ti in azien­de pri­va­te, il 26% di que­sti lavo­ra­to­ri ave­va un con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to e full time; il 28% a tem­po inde­ter­mi­na­to ma part-time; il 46% era gio­va­ne e occu­pa­to con un con­trat­to a ter­mi­ne. Il 29% del milio­ne e 380 mila dei ‘vou­che­ri­sti’ cen­si­ti dal­l’Inps era in que­sta con­di­zio­ne nel 2015. E’ evi­den­te la distor­sio­ne che sta por­tan­do il vou­cher a sosti­tui­re altri con­trat­ti di lavo­ro anche quan­do non si è in pre­sen­za di lavo­ro di tipo acces­so­rio rego­la­riz­za­bi­le con i buoni.

L’appello di Boeri

Il pre­si­den­te del­l’Inps Tito Boe­ri — ricor­da Civa­ti — ha chie­sto che si inter­ven­ga in manie­ra dura con­tro l’u­so frau­do­len­to dei tic­ket ed è per que­sto che cre­do sia neces­sa­rio apri­re imme­dia­ta­men­te un con­fron­to: l’ef­fet­to com­bi­na­to del­la rifor­ma For­ne­ro, del Jobs Act e del dila­ga­re del lavo­ro acces­so­rio stan­no deter­mi­nan­do un impat­to dram­ma­ti­co anche sul pil e sul­l’e­co­no­mia. Milio­ni di nuo­vi pove­ri sen­za dirit­ti e tute­le sono il nostro prin­ci­pa­le pro­ble­ma e la più gran­de sfi­da che ci aspet­ta per cam­bia­re il Pae­se.

Il supe­ra­men­to del­la pre­ca­rie­tà era nel pro­gram­ma di mol­te for­ze poli­ti­che elet­te in que­sto Par­la­men­to. Que­sta non può esse­re la legi­sla­tu­ra che con­se­gna al pae­se un’e­splo­sio­ne del­la pre­ca­rie­tà e dell’incertezza”.

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