Le 52 giornate di Milano

Beppe Sala dice che farebbe anche il senatore, ma non più di un giorno a settimana. E lo farebbe per portare a Roma le istanze di Milano. E tutti gli altri cittadini lombardi non valgono nulla?

Bep­pe Sala (che vote­rà Sì), in un’in­ter­vi­sta video rila­scia­ta un paio di gior­ni fa, in un minu­to e mez­zo elen­ca le ragio­ni per le qua­li biso­gna vota­re No al refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le, e lo fa par­ten­do dal­la com­po­si­zio­ne del nuo­vo (si spe­ra di No) Senato.

Il nuo­vo (si spe­ra di No) Sena­to, infat­ti, sarà com­po­sto, oltre che da 74 con­si­glie­ri regio­na­li elet­ti dai Con­si­gli regio­na­li, anche da 21 sin­da­ci, uno per Regio­ne e uno per la pro­vin­cia auto­no­ma di Tren­to e uno per quel­la di Bol­za­no (ma non dove­va­mo eli­mi­nar­le, le pro­vin­ce?). Anche i sin­da­ci saran­no elet­ti dai con­si­glie­ri regionali.

La pri­ma doman­da è: per­ché i con­si­gli regio­na­li devo­no eleg­ge­re a sena­to­re un sin­da­co? Per­ché non sono i comu­ni a sce­glier­si il sin­da­co che li rap­pre­sen­te­rà? La rispo­sta non la sap­pia­mo, ma pos­sia­mo intui­re le distor­sio­ni cau­sa­te da un simi­le meto­do di scel­ta: a) anche il sin­da­co rien­tre­rà nel mer­can­teg­gia­men­to par­ti­ti­co tra grup­pi con­si­lia­ri e b) il sin­da­co non avrà un man­da­to rap­pre­sen­ta­ti­vo dei comuni. 

Lo spie­ga benis­si­mo Bep­pe Sala, appun­to, il qua­le dice che fareb­be volen­tie­ri par­te del nuo­vo Sena­to per­ché «sareb­be un altro modo per por­ta­re il con­tri­bu­to di Mila­no, […] la tro­ve­rei una cosa giu­sta per poter rap­pre­sen­ta­re a Roma le nostre istan­ze». Caro Bep­pe, cari sin­da­ci che com­por­re­te il nuo­vo (si spe­ra di No) Sena­to: stan­do alla let­tu­ra del­la rifor­ma non si capi­sce cosa rap­pre­sen­te­re­te a Roma, ma sia­mo sicu­ri che avre­te un occhio di par­ti­co­la­re riguar­do per la vostra cit­tà. E allo­ra mi chie­do, da vare­si­no: per qua­le moti­vo dovrei sen­tir­mi rap­pre­sen­ta­to a Roma dal sin­da­co di Mila­no? Non è che il sin­da­co di Mila­no avrà inte­res­se a far rica­de­re ester­na­men­te al pro­prio ter­ri­to­rio, maga­ri dal­le mie par­ti, cose non esat­ta­men­te gra­de­vo­li? Pen­sia­mo sola­men­te al rap­por­to che esi­ste tra l’ae­ro­por­to mila­ne­se di Lina­te e l’ae­ro­por­to mila­ne­se, ma su ter­ri­to­rio vare­si­no, di Mal­pen­sa, e quel­lo (un po’ meno mila­ne­se), ma su ter­ri­to­rio ber­ga­ma­sco, di Orio al Serio: qua­li inte­res­si difen­de­rà il sin­da­co di Milano?

Sala pro­se­gue dichia­ran­do che il sin­da­co di Mila­no potreb­be pas­sa­re «mas­si­mo un gior­no a set­ti­ma­na a Roma» e che quin­di «dice di Sì, ma dopo aver capi­to cosa vuol dire l’im­pe­gno, però pen­so che un gior­no a set­ti­ma­na si pos­sa fare, di più diven­ta un po’ dif­fi­ci­le». Lo spie­ghia­mo un po’ noi, a Bep­pe Sala, cosa farà il nuo­vo (si spe­ra di No) Sena­to. Il Sena­to man­tie­ne pie­na fun­zio­ne legi­sla­ti­va «per le leg­gi di revi­sio­ne del­la Costi­tu­zio­ne e le altre leg­gi costi­tu­zio­na­li, […]per le leg­gi di attua­zio­ne del­le dispo­si­zio­ni costi­tu­zio­na­li con­cer­nen­ti la tute­la del­le mino­ran­ze lin­gui­sti­che, i refe­ren­dum popo­la­ri, […] per le leg­gi che deter­mi­na­no l’or­di­na­men­to, la legi­sla­zio­ne elet­to­ra­le, gli orga­ni di gover­no, le fun­zio­ni fon­da­men­ta­li dei Comu­ni e del­le Cit­tà metro­po­li­ta­ne e le dispo­si­zio­ni di prin­ci­pio sul­le for­me asso­cia­ti­ve dei Comu­ni». E’ suf­fi­cien­te? No, per­ché il Sena­to dovreb­be anche sta­bi­li­re «le nor­me gene­ra­li, le for­me e i ter­mi­ni del­la par­te­ci­pa­zio­ne del­l’I­ta­lia alla for­ma­zio­ne e all’at­tua­zio­ne del­la nor­ma­ti­va e del­le poli­ti­che del­l’U­nio­ne europea».

Tut­to qui? No, per­ché comun­que «ogni dise­gno di leg­ge appro­va­to dal­la Came­ra dei depu­ta­ti è imme­dia­ta­men­te tra­smes­so al Sena­to del­la Repub­bli­ca che, entro die­ci gior­ni, su richie­sta di un ter­zo dei suoi com­po­nen­ti [una mino­ran­za che voles­se fare ostru­zio­ne quan­to ricor­re­rà a que­sta pos­si­bi­li­tà? Tan­tis­si­mo.], può dispor­re di esa­mi­nar­lo. Nei tren­ta gior­ni suc­ces­si­vi il Sena­to del­la Repub­bli­ca può deli­be­ra­re pro­po­ste di modi­fi­ca­zio­ne del testo, sul­le qua­li la Came­ra dei depu­ta­ti si pro­nun­cia in via defi­ni­ti­va». Il Sena­to dovrà poi neces­sa­ria­men­te esa­mi­na­re le leg­gi che fan­no vale­re la clau­so­la di supre­ma­zia (secon­do la qua­le il gover­no si sosti­tui­sce alle regio­ni su mate­rie di com­pe­ten­za di que­ste) entro die­ci gior­ni dal­la tra­smis­sio­ne, e le leg­gi ine­ren­ti al Bilan­cio entro quin­di­ci gior­ni dal­la trasmissione.

Il Sena­to inol­tre può «richie­de­re alla Came­ra dei depu­ta­ti di pro­ce­de­re all’e­sa­me di un dise­gno di leg­ge» e «dispor­re inchie­ste su mate­rie di pub­bli­co inte­res­se con­cer­nen­ti le auto­no­mie ter­ri­to­ria­li». Il Sena­to par­te­ci­pa all’e­le­zio­ne del Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca e dei giu­di­ci del­la Cor­te Costi­tu­zio­na­le (pro­ce­di­men­ti che si esau­ri­sco­no in un gior­no alla set­ti­ma­na, come no…).

Sala non capi­sce se si pos­sa fare bene il Sena­to­re e il sin­da­co di Mila­no. Glie­lo dicia­mo noi: no, a meno che — gra­zie alla clau­so­la di supre­ma­zia — non si deci­da di por­ta­re l’al­ta velo­ci­tà diret­ta­men­te a Palaz­zo Marino.

E cosa fareb­be Sala se l’im­pe­gno richie­sto fos­se supe­rio­re a un gior­no a set­ti­ma­na? «No, no, no… Io sono il sin­da­co di Mila­no e quin­di in pri­mis devo fare il sin­da­co di Mila­no… Se fos­se una cosa… Allo­ra a quel pun­to lì non potrei far­lo… Ovvia­men­te non ho nes­sun dub­bio: pri­vi­le­gio Mila­no sopra ogni altra cosa».

Ecco, appun­to.

Ulti­ma nota di colo­re. Da più par­ti ci dico­no che gra­zie alla rifor­ma aggan­ce­re­mo gli emo­lu­men­ti dei con­si­glie­ri regio­na­li a quel­li dei sin­da­ci, e infat­ti si dice che que­sti saran­no ripor­ta­ti «nel limi­te del­l’im­por­to di quel­li attri­bui­ti ai sin­da­ci dei Comu­ni capo­luo­go di Regio­ne». Pec­ca­to che l’in­den­ni­tà di cari­ca di un Con­si­glie­re regio­na­le lom­bar­do sia pari a 75.924 euro lor­di annui (cui si aggiun­go­no cir­ca 50mila euro di rim­bor­si ed even­tua­li inden­ni­tà lega­te alle fun­zio­ni), e quel­la del sin­da­co di Mila­no a cir­ca 9mila euro lor­di al mese, che mol­ti­pli­ca­to per 12 fa 108mila euro.

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