Mare Nostrum e Triton non sono la stessa cosa

immigrazione-4«Mare Nostrum non con­vi­vrà con Tri­ton, ma sarà chiu­sa. D’accordo con il pre­mier, ad un pros­si­mo Con­si­glio dei mini­stri sarà deli­be­ra­ta la con­clu­sio­ne dell’operazione»», ha annun­cia­to il 16 otto­bre il mini­stro Ange­li­no Alfa­no, facen­do inten­de­re che l’o­pe­ra­zio­ne Tri­ton sosti­tui­rà l’o­pe­ra­zio­ne Mare Nostrum. Ecco, non è affat­to così, e spie­ghe­re­mo per qua­li motivi.

Andia­mo con ordi­ne.

L’o­pe­ra­zio­ne Mare Nostrum «è ini­zia­ta — si leg­ge sul sito del­la Mari­na — il 18 otto­bre 2013 per fron­teg­gia­re lo sta­to di emer­gen­za uma­ni­ta­ria in cor­so nel­lo Stret­to di Sici­lia, dovu­to all’ec­ce­zio­na­le afflus­so di migran­ti. L’O­pe­ra­zio­ne con­si­ste nel poten­zia­men­to del dispo­si­ti­vo di con­trol­lo dei flus­si migra­to­ri e […] ha dun­que una dupli­ce mis­sio­ne: garan­ti­re la sal­va­guar­dia del­la vita in mare e assi­cu­ra­re alla giu­sti­zia tut­ti colo­ro i qua­li lucra­no sul traf­fi­co ille­ga­le di migran­ti». L’o­pe­ra­zio­ne si è svol­ta in con­tem­po­ra­nea e in siner­gia con le atti­vi­tà pro­mos­se da Fron­tex, l’Agen­zia euro­pea per la gestio­ne del­la coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le alle fron­tie­re ester­ne degli Sta­ti mem­bri del­l’U­nio­ne europea.

Mare Nostrum nasce quin­di su ini­zia­ti­va ita­lia­na, con lo sco­po di affian­ca­re l’o­pe­ra­to del­l’U­nio­ne Europea.

I risul­ta­ti del­l’o­pe­ra­zio­ne sem­bra­no sod­di­sfa­cen­ti: secon­do dichia­ra­zio­ni del­lo stes­so Alfa­no, gli immi­gra­ti soc­cor­si e mes­si in sal­vo sono sta­ti poco meno di 100mila (ma c’è chi sostie­ne sia­no sta­ti oltre 140mila), men­tre 500 sca­fi­sti sono sta­ti arre­sta­ti e tre navi madre seque­stra­te. Nono­stan­te Mare Nostrum, 3mila migran­ti sono mor­ti o dispersi.

Quan­to costa Mare Nostrum?

Le cifre non sono con­cor­di, e varia­no da 1,5 milio­ni di euro al mese (fon­te: Mario Mau­ro, allo­ra mini­stro del­la Dife­sa) a 10,5 milio­ni di euro al mese (fon­te: inchie­sta del Sole 24 Ore), ai 237 milio­ni all’an­no (fon­te: L’E­spres­so).

Le stra­gi di migran­ti nel cana­le di Sici­lia, però, continuano.

Come a mag­gio. In quel­l’oc­ca­sio­ne il pre­si­den­te del Con­si­glio Ren­zi dichiara:

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«Dob­bia­mo dire all’Eu­ro­pa — incal­za Ren­zi — che non può sal­va­re le ban­che e non sal­va­re don­ne e bam­bi­ni. Le isti­tu­zio­ni euro­pee non pos­so­no girar­si dal­l’al­tra par­te». Gli fa eco Fede­ri­ca Moghe­ri­ni (allo­ra mini­stro degli Este­ri, oggi Alto Rap­pre­sen­tan­te del­l’UE): «ci sono sta­te man­can­ze del­l’UE, noi sap­pia­mo che dob­bia­mo con­ti­nua­re a sal­va­re vite, Mare Nostrum ser­ve a que­sto, ma è come svuo­ta­re il mare con un cuc­chiai­no». Noi la nostra par­te la stia­mo facen­do e la fare­mo, ma ci ser­ve un aiu­to dal­l’Eu­ro­pa — potrem­mo sin­te­tiz­za­re così.

E di fron­te a chi chie­de­va la can­cel­la­zio­ne del­l’o­pe­ra­zio­ne, Ren­zi rispon­de­va: «In Ita­lia ci sono sta­te pole­mi­che ver­go­gno­se da par­te di for­ze poli­ti­che che han­no chie­sto di bloc­ca­re Mare nostrum».

A set­tem­bre, il pre­si­den­te del Con­si­glio, inter­ve­nen­do all’As­sem­blea del­le Nazio­ni Uni­te, con­fer­ma la bon­tà del­l’o­pe­ra­zio­ne, por­tan­do come argo­men­to il nume­ro di vite sal­va­te in meno di un anno: «abbia­mo sal­va­to 80mila vite per­ché per noi il Medi­ter­ra­neo è il cuo­re del­l’Eu­ro­pa e non il cimi­te­ro dei disper­si. Davan­ti a que­sta real­tà è neces­sa­ria e urgen­te una respon­sa­bi­liz­za­zio­ne del­l’in­te­ra comu­ni­tà inter­na­zio­na­le. E’ dove­ro­sa una rispo­sta da par­te di tut­ti a que­sta sfi­da, non solo del­l’I­ta­lia, per la sua posi­zio­ne geo­gra­fi­ca ma anche del­l’U­nio­ne Euro­pea e di tut­ti colo­ro che cre­do­no nel­la digni­tà e nel rispet­to del­la vita uma­na».

In con­tem­po­ra­nea, però, il dibat­ti­to su Mare Nostrum comin­cia a pren­de­re un’al­tra piega. 

L’e­sca­la­tion è per­fet­ta­men­te rap­pre­sen­ta­bi­le attra­ver­so le paro­le di Ange­li­no Alfano:

«Gra­zie all’o­pe­ra­zio­ne ‘Fron­tex plus’ si potrà otte­ne­re il piu’ gran­de risul­ta­to degli ulti­mi anni, il pri­mo con­cre­to risul­ta­to del seme­stre di pre­si­den­za ita­lia­no. […] A quel pun­to chie­de­re­mo al gover­no di chiu­de­re ope­ra­zio­ne Mare nostrum». 15 set­tem­bre 2014.

«Si va ver­so il gra­dua­le supe­ra­men­to di Mare Nostrum, che a novem­bre ver­rà affian­ca­ta dal­l’o­pe­ra­zio­ne euro­pea Fron­tex Plus». 24 set­tem­bre 2014.

«Si chiu­da Mare Nostrum e si dia il via libe­ra ad un’azione euro­pea capa­ce di dimo­stra­re che l’Europa si pren­de in cari­co una fron­tie­ra che è sua». (Nel­la stes­sa occa­sio­ne Alfa­no par­la­va di 90mila vite sal­va­te). 3 otto­bre 2014.

«Con l’operazione Tri­ton si pone fine a Mare Nostrum. Tri­ton sarà al posto di Mare Nostrum. Non avre­mo due linee di dife­sa del­le nostre fron­tie­re». 9 otto­bre 2014.

E così arri­via­mo alla dichia­ra­zio­ne in aper­tu­ra del post: «Mare Nostrum non con­vi­vrà con Tri­ton, ma sarà chiusa».

Tri­ton sosti­tui­rà Mare Nostrum?

Nel rac­con­to di Alfa­no, sì. Nei fat­ti, no. A spie­ga­re per­ché ci pen­sa Dome­ni­co Man­zio­ne, sot­to­se­gre­ta­rio agli Inter­ni del gover­no Ren­zi, in un’in­ter­vi­sta a “Vita”: Mare Nostrum «è un’operazione uma­ni­ta­ria neces­sa­ria, che non può diven­ta­re alcun sur­ro­ga­to di altre ope­ra­zio­ni come Fron­tex, Fron­tex plus o Tri­ton, per inten­der­ci. Que­ste ulti­me sono azio­ni in atto o pron­te a entra­re in vigo­re che rispet­ta­no i con­fi­ni di Schen­gen, ovve­ro si spin­go­no fino a non più di 12 miglia mari­ne, men­tre Mare nostrum arri­va mol­to più in là in acque inter­na­zio­na­li, cosa che le ha per­mes­so di sal­va­re miglia­ia di vite uma­ne». Del­la stes­sa opi­nio­ne Mario Maraz­zi­ti, depu­ta­to di Per l’I­ta­lia: «Mare Nostrum non può, non deve esse­re sospe­sa fin­ché Tri­ton non avrà la stes­sa o mag­gio­re effi­ca­cia. Con­tem­po­ra­nea­men­te, pro­prio per dare una rispo­sta strut­tu­ra­le, rite­nia­mo vada avvia­to urgen­te­men­te un siste­ma di asi­lo euro­peo, con il rego­la­men­to cosid­det­to ‘Dubli­no III’, l’i­sti­tu­zio­ne del­l’a­gen­zia euro­pea per l’a­si­lo e l’im­mi­gra­zio­ne al di fuo­ri del ter­ri­to­rio del­l’U­nio­ne Euro­pea. Già un anno fa — ha sot­to­li­nea­to Maraz­zi­ti — abbia­mo pro­po­sto di uti­liz­za­re le sedi diplo­ma­ti­che nei pae­si afri­ca­ni e medio­rien­ta­li di tran­si­to per rac­co­glie­re ed esa­mi­na­re le doman­de di pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le e poi orga­niz­za­re i viag­gi sicu­ri, non in mano dei traf­fi­can­ti uma­ni e non lascian­do mas­se enor­mi di pro­fu­ghi a dispo­si­zio­ne del­la pre­di­ca­zio­ne estre­mi­sta e ter­ro­ri­sta di grup­pi sem­pre più orga­niz­za­ti. Que­sto ridur­rà, nel tem­po, anche la neces­si­tà di Mare Nostrum».

Del­la stes­sa opi­nio­ne l’Eu­ro­par­la­men­ta­re Elly Schlein (PD): «Ci sono dif­fe­ren­ze sostan­zia­li tra Mare Nostrum e Tri­ton. Anzi­tut­to que­st’ul­ti­ma non ha un man­da­to spe­ci­fi­co di ricer­ca e soc­cor­so in mare: non si trat­ta di una mis­sio­ne fina­liz­za­ta a sal­va­re vite uma­ne nel Medi­ter­ra­neo. Inol­tre Fron­tex ha mez­zi limi­ta­ti, che dipen­do­no dal­l’a­de­sio­ne volon­ta­ria alle ope­ra­zio­ni da par­te degli Sta­ti mem­bri. Tri­ton — con­ti­nua Schlein — avrà un’o­pe­ra­ti­vi­tà di cir­ca 30 miglia oltre le acque ter­ri­to­ria­li (un po’ oltre rispet­to alle pre­ce­den­ti mis­sio­ni di Fron­tex), con­tro le 172 miglia di Mare Nostrum: se que­st’ul­ti­ma arri­va­va pra­ti­ca­men­te a ridos­so del­le coste libi­che, Tri­ton rimar­rà a ridos­so del­le coste sici­lia­ne e calabresi».

Ce lo chie­de l’Eu­ro­pa?

No, l’Eu­ro­pa non ci chie­de di can­cel­la­re Mare Nostrum con l’en­tra­ta in vigo­re di Tri­ton: «La deci­sio­ne di inter­rom­pe­re Mare Nostrum spet­ta solo alle auto­ri­tà ita­lia­ne e Tri­ton comin­ce­rà indi­pen­den­te­men­te da Mare Nostrum. La gestio­ne del con­trol­lo dei con­fi­ni resta agli sta­ti mem­bri: Fron­tex aiu­ta gli sta­ti mem­bri ma non li sosti­tui­sce», ha chia­ri­to Gil Arias Fer­nan­dez, diret­to­re ese­cu­ti­vo di Fron­tex: «Nè Fron­tex nè l’Unione euro­pea han­no l’autorità per sosti­tui­re l’autorità del­lo Sta­to mem­bro nel con­trol­lo dei suoi con­fi­ni. Fron­tex è un’integrazione al com­pi­to svol­to dagli Sta­ti mem­bri nell’affrontare sfi­de ester­ne ecce­zio­na­li, tra­mi­te ope­ra­zio­ni con­giun­te come Tri­ton. La gestio­ne dei con­fi­ni ester­ni dell’Unione euro­pea è una respon­sa­bi­li­tà con­giun­ta del­lo Sta­to mem­bro e dell’Ue: lo Sta­to mem­bro ha la respon­sa­bi­li­tà del con­trol­lo del­la pro­pria par­te del con­fi­ne ester­no e l’Ue con­tri­bui­sce con tre ele­men­ti: defi­ni­sce il qua­dro giu­ri­di­co per il con­trol­lo del con­fi­ne; for­ni­sce il soste­gno finan­zia­rio; ero­ga i mec­ca­ni­smi di coo­pe­ra­zio­ne, come Frontex».

Cosa pos­sia­mo fare.

In con­clu­sio­ne, Tri­ton non sosti­tui­rà Mare Nostrum. Tri­ton avreb­be dovu­to affian­car­si a Mare Nostrum. Mare Nostrum ha sal­va­to deci­ne di miglia­ia di vite uma­ne. Mare Nostrum ha un costo, ma non voglia­mo cre­de­re non pos­sa tro­va­re coper­tu­re all’in­ter­no di una finan­zia­ria che spo­sta miliar­di. Con l’Eu­ro­pa dob­bia­mo con­trat­ta­re e coor­di­nar­ci per dare una rispo­sta strut­tu­ra­le, che non riguar­di sola­men­te il pat­tu­glia­men­to del­le coste, ma tut­to il tra­git­to per­cor­so dai migran­ti. «Tri­ton non è la stes­sa cosa di Mare Nostrum», riba­di­sce Elly Schlein: «Biso­gna da un lato garan­ti­re acces­so sicu­ro all’Eu­ro­pa a chi cer­ca pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le, che secon­do il dirit­to inter­na­zio­na­le sia­mo tenu­ti a garan­ti­re per dove­re giu­ri­di­co, non bastas­se quel­lo mora­le. E per evi­ta­re che le per­so­ne in fuga fini­sca­no nel­le mani dei traf­fi­can­ti, l’u­ni­co modo è anti­ci­pa­re il nostro inter­ven­to: lo si può fare crean­do cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, o quan­to meno facen­do in modo che, con il coin­vol­gi­men­to del­le orga­niz­za­zio­ni inter­na­zio­na­li, sia pos­si­bi­le chie­de­re asi­lo in por­ti sicu­ri nei pae­si di tran­si­to, pri­ma di imbar­car­si. Dal­l’al­tro lato biso­gna supe­ra­re la logi­ca del “Dubli­no III” che pro­vo­ca stor­tu­re e limi­ta la cir­co­la­zio­ne in Euro­pa dei rifu­gia­ti, ad esem­pio garan­ten­do il mutuo rico­no­sci­men­to del dirit­to d’a­si­lo. Ecco per­ché — spie­ga l’Eu­ro­par­la­men­ta­re demo­cra­ti­ca — la vera par­ti­ta si gio­ca a livel­lo di Con­si­glio, tra le resi­sten­ze dei vari gover­ni. Sba­glia chi chie­de dove sia l’Eu­ro­pa davan­ti a Lam­pe­du­sa: la doman­da giu­sta è dove sono i gover­ni degli Sta­ti mem­bri, da sem­pre trop­po gelo­si del­le pro­prie com­pe­ten­ze in mate­ria per per­met­te­re una vera gestio­ne comu­ne a livel­lo del­l’U­nio­ne. L’I­ta­lia da sola non può far­ce­la, e biso­gna che tut­ti gli Sta­ti mem­bri con­di­vi­da­no gli sfor­zi. Ma non è venen­do meno alle nostre respon­sa­bi­li­tà, arre­tran­do la nostra linea d’a­zio­ne, che evi­te­re­mo altre stra­gi nel Mediterraneo».

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