Non morire, grazie alla cannabis

In questi 25 anni in cui mi sono occupato di legalizzazione della cannabis ne ho sentite veramente di ogni tipo, persone che arrivano ad accusare la cannabis di ogni male esistente al mondo e, come contrappasso, coloro che credevano che questa pianta avrebbe potuto risolvere gran parte dei mali che affliggono i nostri tempi.

In que­sti 25 anni in cui mi sono occu­pa­to di lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis ne ho sen­ti­te vera­men­te di ogni tipo, per­so­ne che arri­va­no ad accu­sa­re la can­na­bis di ogni male esi­sten­te al mon­do e, come con­trap­pas­so, colo­ro che cre­de­va­no che que­sta pian­ta avreb­be potu­to risol­ve­re gran par­te dei mali che afflig­go­no i nostri tem­pi (dal can­cro alla fame nel mon­do, e non sto scher­zan­do). Per que­sti moti­vi sono sostan­zial­men­te scet­ti­co quan­do esce qual­sia­si nuo­va noti­zia rela­ti­va­men­te alla can­na­bis e ten­do ad appro­fon­di­re, veri­fi­ca­re la fon­te del­la noti­zia, e cer­ca­re alme­no una dop­pia con­fer­ma, pri­ma di commentare.

Ma la noti­zia di que­sti gior­ni ripor­ta­ta dall’edi­zio­ne euro­pea di New­sweek lascia vera­men­te poco spa­zio ai dub­bi, a par­ti­re dal tito­lo : “Negli sta­ti in cui si uti­liz­za la mar­jua­na medi­ca le mor­ti da anti­do­lo­ri­fi­ci sono dimi­nui­te del 25%”. Cioè un quar­to del­le per­so­ne che pre­ce­den­te­men­te mori­va­no per cau­se col­le­ga­te all’assunzione di medi­ci­ne (lega­li e pre­scrit­te da medi­ci) ades­so soprav­vi­vo­no gra­zie alla can­na­bis. Maga­ri pen­se­re­te che sia­no pochi casi all’anno, ma sem­bra inve­ce che sia­no 46 al gior­no, e che que­sto nume­ro sia tri­pli­ca­to negli ulti­mi 25 anni.

Le facol­tà antin­fiam­ma­to­rie e anti­do­lo­ri­fi­che del­la can­na­bis sono note da mil­len­ni, e sono sta­te codi­fi­ca­te nel­la medi­ci­na moder­na da mol­tis­si­mi anni: ricer­can­do “can­na­bis” nel data­ba­se mon­dia­le più gran­di di stu­di medi­ci ( ubmed) si tro­va­no oltre 15.000 stu­di cor­re­la­ti ed è ampia­men­te dimo­stra­to come gli effet­ti col­la­te­ra­li del­la can­na­bis sia­no incre­di­bil­men­te meno peri­co­lo­si di quel­li degli oppia­cei, da cui ricor­dia­mo deri­va­no la mag­gior par­te degli antidolorifici.

Anco­ra una vol­ta quin­di ci tro­via­mo a doman­dar­ci: per­ché gli oppia­cei sì e la can­na­bis no? Che cosa avrà fat­to que­sta pian­ta ai legi­sla­to­ri di tut­to il mon­do per esse­re così odia­ta e repres­sa? Cer­to, vie­ne il dub­bio che, vista la pos­si­bi­li­tà di col­ti­var­si auto­no­ma­men­te le pian­te in casa (che con il papa­ve­ro da oppio non è pos­si­bi­le), le case far­ma­ceu­ti­che pos­sa­no vede­re in qual­che modo dimi­nui­re la ven­di­ta dei pro­pri pro­dot­ti anti­do­lo­ri­fi­ci.

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