#Pinottirisponda sulle armi all’Arabia Saudita: la vergogna può avere un limite?

Un servizio de "Le Iene" andato in onda ieri apre a nuovi e ancor più inquietanti scenari. Le responsabilità del governo italiano nel conflitto yemenita non possono più essere ignorate.

Bre­ve rias­sun­to del­le pun­ta­te pre­ce­den­ti: da mesi l’A­ra­bia Sau­di­ta sta bom­bar­dan­do — sen­za alcun man­da­to inter­na­zio­na­le spe­ci­fi­co — lo Yemen, facen­do del­le vere e pro­prie car­ne­fi­ci­ne tra la popo­la­zio­ne civi­le: un mas­sa­cro ver­go­gno­so, oltre che con­tra­rio al dirit­to inter­na­zio­na­le, che già mesi fa denun­ciam­mo. A ini­zio otto­bre la mini­stra Pinot­ti si è reca­ta in visi­ta isti­tu­zio­na­le in Ara­bia Sau­di­ta, occa­sio­ne in cui — così ha dichia­ra­to la mini­stra — i due gover­ni avreb­be­ro discus­so di coo­pe­ra­zio­ne in ambi­to mili­ta­re. La cosa ha desta­to l’at­ten­zio­ne del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca dato che, nei mesi pas­sa­ti, a più ripre­se è sta­to docu­men­ta­to l’in­vio di siste­mi d’ar­ma dal­l’I­ta­lia all’A­ra­bia Sau­di­ta. A quel pun­to, for­ti di un’in­ter­ro­ga­zio­ne par­la­men­ta­re a pri­ma fir­ma Civa­ti, #Pinot­ti­ri­spon­da è diven­ta­to l’ha­sh­tag del­la mobi­li­ta­zio­ne. Nono­stan­te la mini­stra Pinot­ti abbia minac­cia­to que­re­le, abbia­mo posto otto doman­de, tut­to­ra sen­za rispo­sta.

Oltre ogni inter­ro­ga­ti­vo di carat­te­re mora­le, il pun­to diri­men­te è il seguen­te: la leg­ge 185/1990 sta­bi­li­sce che «l’e­spor­ta­zio­ne ed il tran­si­to di mate­ria­li di arma­men­to» sono vie­ta­ti «ver­so i Pae­si in sta­to di con­flit­to arma­to». L’I­ta­lia non può auto­riz­za­re né l’e­spor­ta­zio­ne né il tran­si­to di armi ver­so pae­si in guerra.

Eppu­re le bom­be iner­ti rin­ve­nu­te sul suo­lo yeme­ni­ta dimo­stra­no il con­tra­rio: i codi­ci iden­ti­fi­ca­ti­vi, infat­ti, por­ta­no drit­to drit­to al nostro pae­se. Ini­zial­men­te la mini­stra Pinot­ti ha dichia­ra­to che nes­su­na bom­ba uti­liz­za­ta dai sau­di­ti in Yemen fos­se di pro­du­zio­ne ita­lia­na. Suc­ces­si­va­men­te la stes­sa mini­stra ha dichia­ra­to che l’au­to­riz­za­zio­ne all’e­spor­ta­zio­ne pro­vie­ne dal gover­no tede­sco e che fos­se­ro solo in tran­si­to (ma la leg­ge 185/1990 vie­ta anche il tran­si­to!) sul suo­lo ita­lia­no.

Ieri “Le Iene”, in un ser­vi­zio di Dino Giar­rus­so, han­no sol­le­va­to tre ulte­rio­ri e gra­vis­si­me questioni:

  1. Sono sta­te ritro­va­te sul suo­lo yeme­ni­ta due bom­be con codi­ce (che iden­ti­fi­ca il nostro pae­se) iden­ti­che: se un uni­co codi­ce iden­ti­fi­ca più bom­be, poten­zial­men­te l’e­spor­ta­zio­ne di bom­be può esse­re infi­ni­ta e non rispet­ta­re i limi­ti dati dal­le autorizzazioni;
  2. Il gover­no tede­sco ha soste­nu­to di non aver rila­scia­to alcu­na auto­riz­za­zio­ne all’e­spor­ta­zio­ne di que­ste bombe;
  3. Cac­cia­bom­bar­die­ri tran­si­ta­ti sul nostro suo­lo ripor­ta­va­no la dici­tu­ra “Royal Sau­di Air For­ce” e due matri­co­le dif­fe­ren­ti, una che iden­ti­fi­ca l’A­ra­bia Sau­di­ta e l’al­tra il Regno Uni­to. Come è pos­si­bi­le? E dove era­no diretti?

Sia­mo di fron­te a ulte­rio­ri infor­ma­zio­ni che apro­no a sce­na­ri ancor più inquietanti.

Il nostro gover­no è com­pli­ce dei mor­ti civi­li in Ara­bia Sau­di­ta. E’ com­pli­ce e cri­mi­na­le, per­ché agi­sce in spre­gio alla leg­ge. E’ com­pli­ce, cri­mi­na­le e spre­giu­di­ca­to, per­ché riget­ta ed evi­ta la questione.

Pinot­ti rispon­da, e con lei il mini­stro Gen­ti­lo­ni, e con lei il pre­si­den­te del Con­si­glio Ren­zi. Usci­te dal­l’im­ba­raz­zo, cari nostri gover­nan­ti. Fate luce sul­le vostre respon­sa­bi­li­tà per­ché que­sto scem­pio deve fini­re il pri­ma pos­si­bi­le. Da par­te nostra, non mol­le­re­mo la presa.

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