Mentre il Governo si affanna in maniera scomposta a distinguere tra partigiani ‘veri’ e partigiani ‘finti’ e a saccheggiare la memoria storica del Paese per piegarla in maniera strumentale alle proprie esigenze, a Milano nel silenzio quasi generale, il candidato sindaco Sala si siede al tavolo con il candidato dell’estrema destra Nicolò Mardegan per presentare un libro scritto a due mani con il locale segretario del Pd Pietro Bussolati.
Oltre all’opportunità politica di scrivere un libro con un personaggio quantomeno dubbio (famoso per essere stato immortalato su Facebook mentre festeggiava sobriamente il compleanno di Mussolini con ostentati saluti romani), alla presentazione del libro si sprecano le affettuosità tra competitor in una campagna elettorale al limite del grottesco: Sala infatti durante l’evento di sabato si affretta a definire Mardegan un “uomo simpatico e coraggioso, un grande”. Un uomo che ha candidato nelle sue liste numerosi esponenti di Casapound e che non perde occasione per fare dichiarazioni xenofobe e contro i gay. Ma ormai vale tutto e se i partigiani ‘veri’ sono a favore della riforma costituzionale, ci sta anche che un candidato sindaco di ‘centrosinistra’ si sieda al tavolo con un candidato di estrema destra che promuove un modello di città apparentemente antitetico al proprio.
Alle polemiche seguite al menage meneghino in camicia nera, segue la ‘toppa’ di Sala (anche peggiore del buco): “Ieri ho incontrato un candidato sindaco, Nicolò Mardegan. Si parlava di un libro e ho colto l’occasione per dirgli pubblicamente e senza incertezze che deve scegliersi con maggiore attenzione i compagni politici. CasaPound è inaccettabile per me e per tutti coloro che hanno a cuore questa città e la sua democrazia”.
Ci chiediamo sommessamente: ma perché dovrebbe essere compito di Sala indicare a un candidato di destra quali compagni scegliere? Sarebbe già tanto se il Pd fosse in grado di scegliere i propri ‘compagni’. Ma è chiaro che si tratta di un’ipotesi assolutamente irrealizzabile.
A Napoli con Verdini, a Milano le tavole rotonde con i fascisti. Chissà cosa avrebbero detto i partigiani ‘veri’ di questa vicenda all’ombra della città medaglia d’oro per la Resistenza.