Sicuri che una maggioranza monocolore Pd approverebbe unioni civili e adozioni?

Dicono Renzi e i suoi difensori: il Pd non ha vinto le elezioni, non ha la maggioranza, per questo non si riesce ad approvare la legge sulle unioni civili così com'è e serve il compromesso con Alfano. Ma è proprio così?

Dico­no Ren­zi e i suoi difen­so­ri: il Pd non ha vin­to le ele­zio­ni, non ha la mag­gio­ran­za, per que­sto non si rie­sce ad appro­va­re la leg­ge sul­le unio­ni civi­li così com’è e ser­ve il com­pro­mes­so con Alfa­no. Ma è pro­prio così? Vediamo.

La leg­ge elet­to­ra­le che Ren­zi ha dise­gna­to su se stes­so e che pren­de il nome di Ita­li­cum asse­gna 340 seg­gi alla Came­ra al par­ti­to che supe­ra il 40 per cen­to al pri­mo tur­no o che vin­ce il ballottaggio.

Spes­so il desti­no ingar­bu­glia i pia­ni di chi si costrui­sce le leg­gi elet­to­ra­li su misu­ra, ma se dav­ve­ro Ren­zi aves­se fat­to bene i suoi con­ti e vin­ces­se le pros­si­me poli­ti­che gover­ne­reb­be final­men­te con una mag­gio­ran­za mono­co­lo­re (non essen­do per­mes­se nem­me­no le allean­ze) inte­ra­men­te costi­tui­ta da depu­ta­ti del Pd, depu­ta­ti peral­tro scel­ti da lui, non dagli elet­to­ri o da altri, e inse­ri­ti in liste bloc­ca­te. Cadreb­be quin­di l’a­li­bi del­la neces­si­tà di cer­ca­re allean­ze a cui costrin­ger­si per rea­liz­za­re il pro­gram­ma, come quel­la attua­le con Alfano.

Ecco quin­di una sem­pli­ce doman­da, da tene­re mol­to ben pre­sen­te la pros­si­ma vol­ta che si vote­rà per le ele­zio­ni poli­ti­che: in una mag­gio­ran­za così com­po­sta, appa­ren­te­men­te gra­ni­ti­ca, se per malau­gu­ra­ta ipo­te­si in que­sta legi­sla­tu­ra non si riu­scis­se ad appro­va­re una leg­ge sul­le unio­ni civi­li e sul­le ado­zio­ni, o se comun­que nel­la pros­si­ma fos­se in discus­sio­ne quel­la o un’al­tra qual­sia­si del­le tan­te leg­gi di impian­to lai­co che ser­vo­no e man­ca­no all’I­ta­lia, come ad esem­pio quel­la per rego­la­men­ta­re in modo lai­co fine vita, il Pd di Ren­zi riu­sci­reb­be ad appro­var­le e a far meglio del­la mag­gio­ran­za com­po­si­ta che lo sostie­ne oggi? C’è di che dubi­tar­ne, a dir poco.

Pre­mes­so che:
— l’I­ta­li­cum garan­ti­reb­be alla mag­gio­ran­za Pd un mar­gi­ne di “soli” 25 deputati
— il 14 gen­na­io scor­so si sono pale­sa­ti alla Came­ra 37 depu­ta­ti cosid­det­ti Cat­to­dem, o comun­que con­tra­ri alla ste­p­child adop­tion e alle par­ti più pari­ta­rie del­la legge
— al Sena­to di Cat­to­dem che si sono dichia­ra­ti ce ne sono inve­ce 23, e 37+23=60
— la con­si­de­re­vo­le cifra tota­le di ben 60 par­la­men­ta­ri Cat­to­dem è sta­ta nomi­na­ta ed elet­ta con Ber­sa­ni, ovve­ro quan­do era segre­ta­rio del Pd qual­cu­no non esat­ta­men­te vici­no alle loro posizioni
— al con­tra­rio, tut­ti i Cat­to­dem sono ren­zia­ni, alcu­ni del tipo “tur­bo”, e sono quin­di poli­ti­ca­men­te e per­so­nal­men­te mol­to vici­ni a Renzi.

Tut­to ciò pre­mes­so, e con­sta­ta­to che 60>25, è ragio­ne­vo­le pre­ve­de­re che alle pros­si­me ele­zio­ni Ren­zi siste­me­rà in liste fis­se e blin­da­te un nume­ro più alto o più bas­so di Cat­to­dem suoi sostenitori?

Con­clu­den­do, che gene­re di posi­zio­ne è pos­si­bi­le atten­der­si dai futu­ri elet­ti ren­zia­ni Cat­to­dem in casi simi­li a quel­lo attua­le sul­le unio­ni civi­li? Ci si può fidare?
La doman­da, come si suol dire, sor­ge spon­ta­nea. La rispo­sta pure.

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