A fronte di Camere elette con una legge incostituzionale che hanno inteso proseguire come se niente fosse la legislatura componendo, scomponendo e ricomponendo governi e maggioranze, con programmi sempre in trasformazione, mai sottoposti al voto dei cittadini, lo scorso anno abbiamo deciso – appena costituita Possibile – di dare direttamente la parola agli elettori, almeno su alcune questioni fondamentali: la democrazia, l’ambiente, il lavoro e la scuola.
Su questi temi abbiamo proposto lo scorso luglio otto referendum.
Le forze politiche e sociali di centrosinistra con le quali abbiamo cercato di condividerle hanno deciso di non impegnarsi con noi nella raccolta delle firme, che abbiamo comunque portato avanti, arrivando a circa trecentomila, riuscendo così a parlare con moltissime persone di questioni concrete e a porle all’attenzione dell’opinione pubblica. Lo stesso referendum sulle trivellazioni in mare su cui abbiamo votato il 17 aprile è figlio di quella nostra iniziativa. Certamente se a questo tema si fossero abbinati anche gli altri il raggiungimento del quorum sarebbe stato più agevole.
In ogni caso, a un anno di distanza, c’è un gran fiorire di iniziative per svolgere i referendum il prossimo anno, sempre che non si voti, perché in quel caso tutto slitta all’anno successivo (e così anziché un anno ne avremo persi due). Si tratta di quesiti spesso analoghi o uguali ai nostri. Di conseguenza, poiché crediamo nell’importanza di questi temi e poiché crediamo che il referendum rappresenti oggi una opportuna risposta al tentativo di separare sempre di più la politica dai cittadini, escludendo, in sostanza, questi ultimi dalla decisione, riteniamo utile partecipare anche a questa nuova stagione.
Questo nonostante ci preoccupi il modo alluvionale, privo di quel coordinamento che con sforzo noi avevamo cercato di compiere, tra le varie iniziative, con il rischio di creare confusione anche tra i sottoscrittori e – sulla base dell’esperienza – ci preoccupa anche un po’ l’elevato numero delle iniziative. Risulterebbero, infatti, ad oggi, oltre al referendum costituzionale (su cui è necessario che i contrari alla revisione raccolgano le firme), ben 11 referendum abrogativi e una petizione sull’acqua pubblica, a cui si aggiungono alcune proposte di iniziativa legislativa.
Ecco, per questo riteniamo utile rendere noti a tutti gli iscritti i quesiti dei referendum abrogativi e chiedere quale sia la loro disponibilità ad un impegno attivo, che presumiamo già esserci per il referendum costituzionale, secondo quanto abbiamo riscontrato nei primi appuntamenti della campagna del “NOi per la Costituzione” e su cui Possibile, come soggetto politico che da sempre si oppone a questa revisione, si impegnerà direttamente, anche con propri banchetti, nella raccolta delle firme.
La consultazione termina alla mezzanotte tra il 24 e il 25 aprile.