13.607: le firme raccolte per la Proposta di Legge Regionale di iniziativa popolare (ne bastavano 10.000) per l’istituzione del reddito minimo garantito nella Regione Campania (a norma dell’art. 12, comma 1, del Titolo III dello Statuto della Regione Campania e della L.R. n. 4 del 17-01-1975).
Una campagna sociale partita dal comitato per il reddito minimo garantito e nella quale hanno creduto e confluito diverse realtà vicine alla cittadinanza tra cui noi di Possibile. È stato un grande risultato al quale abbiamo contribuito con orgoglio, passione ed entusiasmo. L’esigenza di tale iniziativa, atta ad assicurare una esistenza libera e dignitosa nella Regione Campania, è dovuta dalle caratteristiche della disoccupazione che, soprattutto al Sud, sono diventate strutturali e, quindi, richiedono risposte dello stesso segno che non possono più essere solo sperimentali. Il reddito minimo non è un provvedimento assistenziale ma, bensì, parte integrante di una politica economica espansiva finalizzata a rilanciare la domanda interna rivedendo anche il vincolo del Patto di stabilità interno come, ad esempio, nel 2014 ha fatto la Regione Lazio.
Il tutto in una Regione, come la Campania, dove, dai dati dell’ ultimo Rapporto SVIMEZ, i consumi del Mezzogiorno nel periodo 2008–2014 sono calati del 13,2% con una flessione più che doppia rispetto al resto del Paese che ha avuto un calo del 5,5%; se guardiamo i dati del PIL per lo stesso periodo al “Sud” s’è avuto un calo del 13% rispetto ad uno dell’ 8,7% a livello nazionale. Di fronte a questa situazione, la Campania, spesso registra indici negativi anche rispetto al contesto meridionale, ad esempio, il calo del PIL nel periodo 2008–2014 è al di sopra dell’1,4% della media meridionale (14,4% contro il 13%); per il rischio povertà è la seconda Regione italiana con il 37,7% delle persone a rischio.
In solo quattro mesi il successo di tale proposta è simbolo di democrazia e di partecipazione. Il fine è sostenere mensilmente, attraverso un importo di 583 euro (misura diretta), per un totale massimo di 7000 euro all’anno i residenti campani (da almeno un anno) di maggiore età, iscritti alle liste di collocamento dei centri per l’impiego, il cui reddito personale imponibile sia inferiore ai 7.500 euro, fascia ISEE di 21.265,87, che non hanno maturato i requisiti per il trattamento pensionistico. Lo scopo è permettere a tutti l’esercizio di diritti costituzionali, quali l’istruzione, la salute, la formazione, infatti oltre alla misura diretta la legge prevede delle misure indirette quali fornitura gratuita dei libri di testo scolastici, la facilitazione o la gratuità di attività culturali e l’accesso alle attività formative di inserimento al lavoro. Il reddito minimo in una Regione come quella Campana è anche un fondamentale strumento per la lotta alla camorra in modo da ridurre l’area di reclutamento, soprattutto tra i giovani, delle organizzazioni criminali. Per l’attuazione di questa misura sarà previsto nel bilancio della Regione un capitolo specifico (composto da risorse statali, regionali ed europee come parte del sistema integrato dei servizi sociali cui contribuiscono Comuni e Province, l’utilizzo delle forme di flessibilità nella gestione del bilancio previste dalla vigente normativa può favorire una concentrazione e miglior utilizzo della spesa riducendo sia le economie di spesa che i residui passivi) nel quale saranno presenti fondi ricavati da misure di riduzione del 30% delle spese correnti per studi, consulenze, rappresentanza, gettoni di presenza, convegni, mostre e del 40% per incarichi ai dirigenti esterni alla dotazione organica.
E’ stato possibile rendere reale questo significativo, e non scontato, obiettivo grazie all’impegno di tutti ed alla validità della proposta redatta dal comitato R. M. G., in una Regione, quella Campana, dove la criminalità la fa ancora da padrona e regna una politica spesso corrotta e collusa lontana dalle esigenze reali dei cittadini, la raccolta firme, la sensibilizzazione della cittadinanza, la sfida politica che abbiamo messo in campo è la nostra risposta di civiltà e di buona politica.
Ora inizia la parte più difficile, la battaglia politica: di fatto la proposta di legge dovrà essere discussa ed approvata nel Consiglio Regionale. Vigileremo affinché divenga realtà. Il reddito minimo è una battaglia di progresso e di equità, deve essere vinta!
Annarita Starita
Rocco Grimaldi