Leggo che una senatrice del Pd, rimasta probabilmente l’unica sostenitrice della cosiddetta buona scuola (il titolo va considerato per antifrasi, come capita sempre di questi tempi), si compiace del fallimento del referendum proposta dalla società civile.
Proprio quello che un partito democratico deve fare, non c’è che dire: dirsi contento se le firme non sono state raccolte. Dai cittadini e dalle cittadine, peraltro.
Compiacersi per non pensare che il fallimento vero è quello della riforma Giannini, non certo di chi vi si oppone (soprattutto se si tratta di cittadine e cittadini, appunto).
Raggiungere il numero di firme necessario è difficile, ne so qualcosa.
Mi sono chiesto però quante sono le firme che sono state considerate ‘buone’ rispetto alla campagna del Pd per il referendum costituzionale, la madre di tutte le battaglie per il premier, che ne parla da mesi, fin dalle Amministrative.
Una raccolta firme che ha avuto il sostegno — mai smentito — della Coldiretti.
Bene, secondo l’ordinanza della Cassazione del 4 agosto 2016 delle 579.514 firme presentate, la Cassazione ha dichiarato regolari — tra quelle depositate — 504.387 firme.
Ovvero più di 75.000 non erano regolari e la soglia è stata raggiunta solo per un pelo, ovvero per 4.387 firme.
Ora, quando diciamo che è sbagliato elevare il numero delle firme previste per le Lip e per i referendum (dalla riforma portate rispettivamente da 50.000 a 150.000 e da 500.000 a 800.000 per i referendum che vedono ridotto il quorum alla metà più uno dei votanti alle ultime politiche), non facciamo un esercizio astratto. Facciamo un esempio molto concreto.
Se il partito che governa il Paese e moltissimi Comuni (dove ci sono i certificatori, essenziali per i referendum) arriva a raccogliere, sulla propria campagna più importante, soltanto 504.387 firme, perché elevarle? Perché se è vero che la popolazione è aumentata nel corso degli anni, la popolazione ‘politica’ e la capacità di mobilitazione dei partiti e dei movimenti è invece molto calata, come dimostra anche il caso del super referendum fine di mondo. Dove il fronte così sostenuto dei media e sostenuto dal governo attualmente in carica non «fallisce», come direbbe la senatrice della scuola buona solo per lei, solo per 4000 firme.
Ecco perché nella nostra proposta, a proposito dell’aumento delle firme, si può pensare di innalzare la soglia solo se si accede alla sottoscrizione elettronica, come già accade per l’iniziativa dei cittadini europei. Altrimenti il risultato è solamente uno: rendere più complicato accedere allo strumento referendario.