Anche quest’anno con Possibile vogliamo celebrare un 8 marzo che sia femminista nella sostanza, rilanciando la piattaforma per cui ci battiamo tutti i giorni dell’anno, proposte concrete per rendere finalmente l’Italia #unpaeseperdonne.
Misure per combattere la disparità salariale, piena applicazione della legge 194, finanziamento dei centri antiviolenza, aumento dei congedi di paternità, inserimento delle donne vittime di violenza nelle categorie protette previste dalla legge 68/1999, ecco alcune delle nostre proposte per ridurre la disparità di genere.
- DISPARITÀ SALARIALE
Di recente l’Islanda ha approvato una legge che rende illegale pagare diversamente uomini e donne a parità di mansione, mentre in Italia la differenza salariale tra uomo e donna è ancora rilevante.
Ci vuole più trasparenza, e lo Stato deve impedire alle aziende che non applicano al loro interno la parità salariale di partecipare ad appalti e gare pubbliche.
- LEGGE 194
Da anni si lotta per la piena applicazione della legge 194. Oggi, di fronte agli attacchi dei “Movimenti per la Vita”, è ancora più urgente non arretrare di un passo.
Proponiamo che almeno il 50% del personale sanitario e ausiliario negli ospedali sia non obiettore, per assicurare che l’accesso all’aborto sia davvero garantito.
- CENTRI ANTIVIOLENZA
A fronte dei sempre maggiori servizi richiesti ai centri antiviolenza, mancano le garanzie economiche che consentano alle strutture di rimanere aperte e di programmare le attività.
Vanno incrementati i finanziamenti per i centri, per aumentarne personale e diffusione.
- LEGGE 68/1999
Bisogna inserire le donne vittime di violenza nelle cosiddette “categorie protette” definite dalla legge 68/1999, che prevede l’obbligo per le aziende di assumere lavoratori appartenenti a una categoria protetta a partire dalla quindicesima assunzione.
Questo permetterebbe a molte donne di costruire un’indipendenza economica e un futuro che oggi sembrano preclusi.
- CONGEDI PARENTALI
La conciliazione tra vita professionale, privata e familiare è un diritto fondamentale, che garantisce l’equa ripartizione del lavoro tra uomini e donne.
Con questo obiettivo in mente vanno riviste le norme sui congedi parentali, estendendo quelli obbligatori di paternità, e vanno sostenute le famiglie in ogni fase della vita.