[vc_row][vc_column][vc_column_text]La decisione del Parlamento Ungherese di affidare a Viktor Orban pieni poteri rappresenta la fine della democrazia, uno scenario che abbiamo già visto nella storia europea del 900 e che non possiamo assolutamente permettere che si ripeta. Il premier ungherese avrà la facoltà di sospendere i trattati europei e le relative norme, controllare la circolazione delle informazioni e modificare come riterrà opportuno le leggi in vigore nel Paese.
In questo scenario non possiamo accettare il silenzio dell’Unione Europea che è nata per assicurare pace. democrazia, il rispetto dello Stato di Diritto e dei diritti umani fondamentali. Tutti elementi che già prima erano stati messi in discussione più volte e su cui si è sorvolato ingiustamente.
All’indomani dell’assegnazione dei pieni poteri, il primo attacco è andato alla comunità LGBTI ed in particolare alle persone trans*. Già prima, il governo ungherese aveva dimostrato tutta l’avversità verso i temi dei diritti e delle libertà tanto da respingere l’approvazione della Convenzione di Istanbul, limitare ogni forma di tutela della comunità LGBTI e prendendo parte ad iniziative apertamente omofobe. Ora, proprio a ridosso del Trasn Day Of Visibility, il vice primo ministro di Orban, Zsolt Semjén, ha annunciato un disegno di legge che, se approvato, sostituirà “sesso di nascita” a “genere” su tutti i documenti legali emessi con una modifica che riguarderà anche il registro civile. In questo modo le persone trans* ed intersex vengono di fatto private di ogni possibilità giuridica di rettifica dei propri documenti in rispetto della propria identità di genere.
Un attacco frontale alla comunità LGBTI che conferma l’impostazione del governo di Orban e di fronte al quale non si può e non si deve restare in silenzio.
Lanciamo un appello al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea affinché sia presa una posizione chiara ed inequivocabile per richiedere la restaurazione della democrazia e dello Stato di diritto in Ungheria in virtù dei principi ispiratori dell’Unione Europea riportati all’art. 1 e 2 del Trattato di Lisbona attualmente in vigore:
L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini […]L’Unione combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore.
Chiediamo a tutte le forze europeiste italiane ed europee di unirsi a questa richiesta e invitiamo i comitati LGBTI degli altri partiti in UE a rendersi disponibili a costruire un appello comune da rivolgere alle Istituzioni europee per chiedere il rispetto dei Trattati che rappresentano il nostro fondamento valoriale e il nostro orizzonte politico comune.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]