[vc_row][vc_column][vc_column_text]Oggi sono 120 i giorni di detenzione di Patrick Zaky, ora nel carcere di Tora in Egitto dove si muore di Covid-19. Il primo giugno la detenzione preventiva è stata rinnovata in automatico, senza la presenza dei suoi avvocati, dopo numerose sospensioni dell’udienza a causa del virus. Nonostante il governo abbia assicurato di non voler lasciare solo Patrick, risulta inefficace il lavoro della diplomazia italiana al Cairo, specialmente alla luce dello scarso interesse dimostrato dal nostro ambasciatore nella Capitale egiziana che non ha chiesto né la scarcerazione né ha fatto visita a Patrick per sincerarsi delle sue condizioni di salute. Non si sono fatti attendere gli appelli di Amnesty International per l’immediata scarcerazione e più recentemente per il suo rilascio per motivi di salute. Come delle associazioni e ONG per i diritti umani, l’Università di Bologna e le manifestazioni degli studenti, oltre alla mozione per la liberazione di Patrick che abbiamo proposto come Possibile. Negli scorsi giorni è stata presentata a Pomigliano D’Arco, città natale del Ministro degli Esteri Luigi di Maio, una mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki: un gesto simbolico, dettato dalla volontà – come ha scritto uno dei promotori, Antonio Tondi — di “non voler lasciare solo Patrick, visto che il ruolo della diplomazia italiana non è stato così incisivo come proclamato all’indomani dell’arresto”. Mentre l’Italia continua a vendere armi all’Egitto, i responsabili dell’assassinio di Giulio Regeni sono ancora ignoti e la ricerca della verità incontra muri di gomma, continuare a mobilitarci per vedere Patrick libero ci sembra l’unico modo per proseguire una più lunga e vasta mobilitazione sui diritti umani. Il conferimento della cittadinanza onoraria sia un presidio di libertà (non solo per quella di Patrick) per tutte e tutti, e per ogni diritto calpestato.
Mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki
PREMESSO CHE La notte fra il 6 e il 7 febbraio scorso è stato arrestato in Egitto il ricercatore e attivista 27enne Patrick George Zaki, accusato dal governo egiziano di diffondere notizie false attraverso i suoi canali social, attentare alla sicurezza nazionale e di istigare al rovesciamento del governo e della Costituzione; Patrick George Zaki è ricercatore presso l’Università di Bologna, immatricolato all’Università di Granada nel Master Erasmus Mundus, con una borsa di studio dell’Unione Europea per frequentare il Master Gemma (un corso di studio unico in Europa sugli studi di genere) coordinato dall’Università spagnola. CONSIDERATO CHE L’Ong ‘Iniziativa egiziana per i diritti della persona’, con cui Zaki collabora, afferma che è stato interrogato circa la sia attività di ricerca a Bologna e le sue iniziative in difesa dei diritti umani; Le autorità egiziane affermano di aver arrestato Zaki a Mansoura, sua città natale, mentre del giovane ricercatore si sono perse le tracce più di 24 ore prima, appena sbarcato all’Aeroporto Internazionale del Cairo; L’Ong EIPR denuncia come Zaki sia stato bendato e torturato per ore: picchiato, sottoposto a elettroshock, minacciato e interrogato dalla National Security Investigations (Nsi); Il rapporto di polizia presentato ai legali del ricercatore “sostiene falsamente che venne arrestato a un posto di blocco nella sua città natale, a seguito di un ordine emesso a settembre 2019” mentre Zaki aveva lasciato il suo Paese in agosto; I reati imputati a Zaki si riferiscono in realtà a legittime attività di denuncia, informazione, commento pubblico o critica, e sono alibi per legittimare una procedura del tutto illegale. RICORDATO CHE Patrick George Zaki è in stato di detenzione preventiva dal 7 febbraio; Patrick potrebbe rimanere in carcere ancora molto tempo. Rischia dai cinque anni all’ergastolo e la custodia cautelare, invece, potrebbe essere rinviata in modo indefinito come accaduto finora e anche ad altri attivisti prima di lui (sono 1600 le persone detenute in Egitto alle quali è stata rinnovata la detenzione preventiva). Le accuse rivolte a Patrick sono le stesse che colpiscono persone che svolgono attività del tutto legittime secondo il diritto internazionale e che in Egitto hanno raggiunto in questi anni centinaia di attivisti, ricercatori, avvocati, esponenti di organizzazioni per i diritti umani; L’attivismo di Zaki e la lotta per i diritti delle minoranze oppresse andava dalla comunità Lgbtqi+ fino alle comunità cristiane cacciate dal nord del Sinai, a causa dell’avanzata dello stato islamico. Il consiglio comunale IMPEGNA il Sindaco a conferire, come atto simbolico, il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki; ESPRIME solidarietà, sostegno e vicinanza alla famiglia e alle Università di Bologna e Granada; CHIEDE all’Amministrazione comunale di impegnarsi a collaborare con gli enti preposti affinché il Governo Italiano chieda alle istituzioni egiziane il rilascio immediato; CHIEDE al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune – con particolare riferimento all’Unione Europea – affinché si attivino per il rilascio di Zaki.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]