I più smaliziati tra voi l’avranno capito già dal titolo, e se lo staranno chiedendo: abbiamo forse trovato un modo per farci finalmente ascoltare da Matteo Renzi? Chissà.
L’esperienza di questi mesi ci dice che l’impresa non è facile. In Direzione Nazionale — l’organo del Pd che sarebbe preposto, e di cui anche chi scrive fa parte — non pare possibile. Eventuali altre sedi sembrano addirittura più complicate. E allora ecco l’idea: visto che dietro pagamento di un obolo — destinato a finanziare il partito, secondo la nuova vulgata — con Matteo Renzi ci si può addirittura cenare, beh, proviamoci. Lanciamo una raccolta fondi collettiva per mandare a cena con Renzi uno — me — che gli dica un paio di cose, di quelle che secondo noi qualcuno dovrebbe dirgli.
Pensate al brivido: Renzi costretto a stare al tavolo, per una volta, con qualcuno che davvero non la pensa come lui, e che non è lì per compiacerlo. Cosa in cui — non compiacere Matteo Renzi — modestia a parte, so il fatto mio. E siccome ci piace condividere, ovviamente, si accettano proposte: potrete spedirci le domande che vi frullano in testa da chissà quanto, e io le farò per voi. Dietro il pagamento di un piccolo obolo, s’intende, perché questa forma di democrazia costa, e costa cara: mille euro, per il privilegio di sedersi a quel tavolo. L’imprenditore ansioso di incontrare il principe sgancia di tasca sua, noi socializziamo, per così dire, l’investimento. E ovviamente ci impegniamo a raccontarvi per filo e per segno tutto quel che succederà.
La proposta è seria: nessun atto dimostrativo, si sta a tavola composti, niente gomiti sul tavolo, si mangia con la bocca chiusa — anche per non dare motivi ad Alfonso Signorini — ma si resta implacabili nel merito delle questioni politiche e di Governo. Per etichetta, non potrò registrare o prendere appunti, ma porterò comunque con me una penna, nel caso gli venisse di scarabocchiarmi su un tovagliolo cosa davvero contiene il famoso patto del Nazareno. Non si sa mai.
Certo, so bene che alla cena saranno presenti centinaia di persone, quasi tutte — a parte alcuni sottosegretari ignoti anche al Presidente del Consiglio stesso — molto più influenti di me, ma la faccia tosta non mi manca e sono certo che saprò crearmi una finestra, un’opportunità per farmi portatore delle nostre istanze. Dovessi spiumare un produttore di piumini, per riuscirci.
Se sarà un buco nell’acqua, avremo perso l’investimento — un po’ come quando Alberto Sordi va a giocarsi i soldi di mezza baraccopoli ne Lo scopone scientifico — ma se funzionerà anche solo un pochino rientreremo abbondantemente smettendo di buttare soldi in convegni sulla forma partito: finalmente ne avremo trovato una nuova, prosit.