L’ambiente è un’opportunità, probabilmente l’unica grande opportunità, per concepire un’economia capace di futuro e quindi realmente sostenibile. Il nostro secolo è necessariamente quello della grande transizione verso la sostenibilità. C’è scritto nella mozione di Pippo Civati e nel DNA di tante esperienze virtuose che in giro per l’Italia, da tempi non sospetti, parlano e realizzano azioni concrete che declinano la sostenibilità nella gestione quotidiana della cosa pubblica.
Oggi a Pesaro abbiamo cercato di raccontare un pezzo di questa storia, che è cresciuta dentro al PD, a sua insaputa.
Una storia fatta di sindaci, assessori e consiglieri comunali che migliorano la qualità della vita delle persone attivando politiche di sostenibilità: ambientale, ecologica, culturale.
Una storia che racconta di esperienze in grado di spegnere gli inceneritori e ridurre del 70% la bolletta energetica, che pianificano il territorio senza cementificarlo e costruiscono piccole opere di buon senso a favore della mobilità sostenibile, con un ingrediente che mettono in ogni piatto: la partecipazione attiva e concreta dei cittadini.
Le città possibili descritte nella mozione esistono già, sparse a grappolo su tutto Il territorio nazionale. Ciò che può fare la differenza, ora, è mettere a sistema tutte queste eccellenze locali per un progetto di Paese che si richiami alle città virtuose di mezza Europa.
Sì perché l’obiezione che ci fanno da sempre è che certe cose si possono fare solo nei piccoli centri di periferia. Ma queste buone pratiche in effetti, noi le copiamo da un decennio da intere metropoli in cui la sostenibilità è davvero al centro dell’azione politica e amministrativa.
La sfida è dimostrare che si può fare, perché è già stato fatto.