“Il nostro dovere più importante, ed è quello che cerco di dimostrare personalmente col mio lavoro, è quello di ricollegare la politica più alta alla vita e ai problemi di tutti i giorni.”
Luca Pastorino è uno di quelli che in Parlamento definiresti “uomo del territorio”. Perchè lo è per davvero: deputato dall’inizio di questa legislatura, è sindaco di Bogliasco, comune della provincia di Genova con meno di quindicimila abitanti (la legge prevede che le due cariche siano compatibili). Il suo impegno civile non inizia nei partiti, bensì, da giovane, nelle associazioni di volontariato. “Iscritto ai Democratici di Sinistra, e parecchio noto in paese per il mio attivismo, cercavano ‘il giovane da mettere in lista’ e sono diventato consigliere comunale di minoranza all’età di 25 anni. In 9 anni di opposizione, mi hanno proposto diversi incarichi, ma ho sempre rifiutato: volevo fare l’amministratore.”
Viene eletto sindaco nel 2006: il rapporto coi cittadini, l’attenzione per il territorio, la raccolta differenziata che “zompa” in pochissimo fino al 70%. Luca viene apprezzato a Bogliasco, ma non solo: lo dimostrano le continue collaborazioni con gli altri sindaci della zona e la sua fama di ottimo amministratore ormai diffusa in tutta la provincia. “Proprio in questi giorni stiamo finendo di risolvere il problema dell’acqua potabile con un depuratore comprensoriale per tutti gli abitanti della zona.” E sono ormai note in paese le iniziative organizzate dal sindaco per la cura dell’ambiente, come la periodica pulizia collettiva della spiaggia.
Ma come arriva la candidatura al Parlamento? Perché questo passaggio ai “piani alti”?
“E’ andata così: i ragazzi dell’associazione We Project mi hanno indicato come loro ‘candidato ideale’ alle primarie per i parlamentari. Ci ho pensato un po’, pensando non fosse il caso, e che non sarei mai passato, poi mi sono candidato e sono arrivati 2379 voti da tutta la provincia: è la rete di cittadini che mi ha conosciuto ed apprezzato per ciò che ho fatto in questi anni.”
In Parlamento le cose non funzionano esattamente come nei piccoli comuni: “Tutto è più lento, più farraginoso. Poi, in questa situazione politica, la dialettica è ridotta al lumicino: approviamo ciò che arriva dall’alto, ed è quasi impossibile portare oltre la presentazione leggi che sono la sublimazione delle nostre esperienze. E’ un po’ frustrante, soprattutto per chi viene da esperienze di amministrazione pratica, quotidiana, come me.”
Nonostante tutto, continuano le battaglie del Pastorino deputato: “La spending review del 2012 ha creato situazioni paradossali: per risparmiare qualche decina d’euro, è ridotta al minimo la rappresentatività dei consigli comunali dei piccoli comuni: ho chiesto che si annullassero i rimborsi ritornando a consigli formati da un numero decente di persone”.
E arrivano le prime grandi piccole vittorie: “Sono riuscito a far approvare un emendamento sulla TARES: i comuni potranno decidere se farla pesare o no sui cittadini, dato che da molti è stata già pagata.” Non nasconde la preoccupata soddisfazione: “Mi chiamano da tutta Italia per ringraziarmi: questo patto di stabilità ci ingessa.”
“Civati è coerente, come prima cosa, e poi è semplicemente in sintonia con il modello di cambiamento che ho in mente per questo partito impazzito. Organizzo periodicamente un RendIncontro, dove parlo del mio lavoro ai cittadini, e loro mi chiedono ‘ma che state combinando?’ Non ci capiscono, e hanno ragione: lo stesso vale per i congressi locali, dove ho visto un trasformismo tutto teso al riaccaparramento del partito. Il nostro dovere più importante, ed è quello che cerco di dimostrare personalmente col mio lavoro, è quello di ricollegare la politica più alta alla vita e ai problemi di tutti i giorni.”
#Civoti 05: Luca Pastorino