Si batte per un paese a corruzione zero: Salvatore Tesoriero

24-cartolina-civoti-tesoriero-vertNato nel 1981 a Mes­si­na, ma con ori­gi­ni eolia­ne (moti­vo per il qua­le è affa­sci­na­to dal­la navi­ga­zio­ne a mare aper­to di Civa­ti, dice scher­zo­sa­men­te), Sal­va­to­re Teso­rie­ro dopo la lau­rea in giu­ri­spru­den­za con­se­gue il dot­to­ra­to in pro­ce­du­ra pena­le, cat­te­dra per la qua­le è oggi asse­gni­sta di ricer­ca pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli stu­di di Bolo­gna. Alla car­rie­ra acca­de­mi­ca uni­sce la pro­fes­sio­ne di avvo­ca­to in ambi­to pena­le: chie­do a lui qua­le sia il pro­ble­ma del­la Giu­sti­zia, e del per­ché non si tro­vi­no (o non si voglia­no tro­va­re) solu­zio­ni strutturali.

Le vec­chie pato­lo­gie strut­tu­ra­li si sono incan­cre­ni­te nel­l’ul­ti­mo ven­ten­nio a cau­sa del­l’ap­proc­cio “pri­va­ti­sti­co” dei par­ti­ti del­la destra ber­lu­sco­nia­na: un ven­ten­nio di vili­pen­dio quo­ti­dia­no del­lo Sta­to di dirit­to, di leg­gi ad per­so­nam, di ritor­sio­ni con­tro i magi­stra­ti, di nor­me-ban­die­ra di pura spe­cu­la­zio­ne poli­ti­ca (immi­gra­zio­ne clan­de­sti­na), fero­ce­men­te afflit­ti­ve nei con­fron­ti dei debo­li (in mate­ria di stu­pe­fa­cen­ti e i vari “pac­chet­ti sicu­rez­za”), o al con­tra­rio indul­gen­ti nei con­fron­ti del­la cd. cri­mi­na­li­tà dei col­let­ti bian­chi (sostan­zia­le depe­na­liz­za­zio­ne del fal­so in bilan­cio, su tut­te). Su que­ste mace­rie si deve evi­den­te­men­te rico­strui­re, coniu­gan­do le due ani­me del­la giu­sti­zia: ser­vi­zio e garan­zia. L’a­zio­ne di tut­ti gli atto­ri e ope­ra­to­ri del dirit­to deve esse­re vol­ta a con­te­ne­re i tem­pi dei pro­ces­si, non com­pri­men­do le garan­zie fon­da­men­ta­li. La lun­ghez­za irra­gio­ne­vo­le dei pro­ces­si è il pro­ble­ma fon­da­men­ta­le da affron­ta­re. Biso­gna inve­sti­re sul­la digi­ta­liz­za­zio­ne dei dati pro­ces­sua­li, sul­le noti­fi­che per via tele­ma­ti­ca, razio­na­liz­za­re alcu­ni seg­men­ti pro­ces­sua­li, rive­de­re la disci­pli­na del­la pre­scri­zio­ne nel pro­ces­so pena­le. Biso­gna, inol­tre, sal­va­guar­da­re le garan­zie, raf­for­zan­do le tute­le del­l’or­di­na­men­to di fron­te alle situa­zio­ne di debo­lez­za del­le par­ti: i dirit­ti degli impu­ta­ti debo­li, pove­ri e stra­nie­ri in testa, i dirit­ti dei dete­nu­ti, costret­ti a scon­ta­re la deten­zio­ne in con­di­zio­ni inu­ma­ne, ma anche i dirit­ti del­le vit­ti­me, trop­po spes­so umi­lia­te dop­pia­men­te da un pro­ces­so che rinun­cia all’ac­cer­ta­men­to dei rea­ti.”

Doman­do lui cosa sia, in sostan­za, la cor­ru­zio­ne: “è un feno­me­no siste­mi­co, che per­cor­re – inqui­nan­do­le – la vita pub­bli­ca e pri­va­ta gene­ran­do un costo dive­nu­to inso­ste­ni­bi­le, in ter­mi­ni eco­no­mi­ci, poli­ti­ci e socia­li. Secon­do la Cor­te dei Con­ti, la cor­ru­zio­ne costa al nostro Pae­se cir­ca 60 miliar­di di euro l’anno, ossia 1.000 euro l’an­no di tas­se in più a testa per far fron­te ai costi inde­bi­ti soste­nu­ti o agli introi­ti non rea­liz­za­ti dal­lo Sta­to a cau­sa del­la cor­ru­zio­ne. L’ef­fi­ca­ce con­tra­sto alla cor­ru­zio­ne e alla eva­sio­ne, in altri ter­mi­ni, è la più effi­ca­ce mano­vra finan­zia­ria che lo Sta­to può rea­liz­za­re.”

La pro­po­sta che met­te sul tavo­lo è dav­ve­ro signi­fi­ca­ti­va: “Il con­tra­sto alla cor­ru­zio­ne dipen­de innan­zi­tut­to dal­la sele­zio­ne del­le prio­ri­tà ope­ra­te dal­la poli­ti­ca: la cor­ru­zio­ne garan­ti­sce van­tag­gi a sog­get­ti social­men­te “for­ti”, deter­mi­na­ti a difen­de­re la loro posi­zio­ne di ren­di­ta ille­ci­ta facen­do vale­re il pro­prio sta­tus men­tre i costi, al con­tra­rio, sono sop­por­ta­ti dal­la col­let­ti­vi­tà, gene­ral­men­te poco con­sa­pe­vo­le e scar­sa­men­te incli­ne a soste­ne­re effi­ca­ci con­tro­mi­su­re. La poli­ti­ca deve ope­ra­re come gui­da corag­gio­sa e con­sa­pe­vo­le degli inte­res­si del­la col­let­ti­vi­tà: deve pre­ve­ni­re la cor­ru­zio­ne, estir­pan­do ogni for­ma di con­flit­to di inte­res­se e ope­ra­re sul ver­san­te san­zio­na­to­rio. Il fur­to allo Sta­to non può con­ti­nua­re ad esse­re una scom­mes­sa vin­cen­te per chi delin­que: zero pena deten­ti­va (se appli­ca­ta è in linea di mas­si­ma non ese­gui­ta per­ché sospe­sa con­di­zio­nal­men­te) e zero pena eco­no­mi­ca. Accan­to alla san­zio­ne deten­ti­va è indi­spen­sa­bi­le intro­dur­re e garan­ti­re l’ef­fet­ti­va appli­ca­zio­ne di seve­re san­zio­ni pecu­nia­rie (oggi assen­ti) aggan­cia­te alla rile­van­za del pro­fit­to del rea­to, alla cui ottem­pe­ran­za subor­di­na­re la con­ces­sio­ne del­la sospen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pena. Su que­sto è pron­ta una pro­po­sta di leg­ge che Civa­ti pre­sen­te­rà in Par­la­men­to.”

24-cartolina-civoti-tesorieroUna pro­po­sta che, insie­me a tut­te le altre del­la mozio­ne, lo vede come gran­de soste­ni­to­re atti­vo di Giu­sep­pe Civa­ti: “la mozio­ne Civa­ti è un’e­spe­rien­za poli­ti­ca col­let­ti­va, par­te­ci­pa­ta, libe­ra, com­pe­ten­te, in cui si respi­ra desi­de­rio di cam­bia­men­to vero, di costru­zio­ne di una socie­tà con meno dise­gua­glian­ze e più oppor­tu­ni­tà. Giu­sep­pe è un pro­ta­go­ni­sta serio e cre­di­bi­le di que­sto tem­po poli­ti­co: ascol­ta, riflet­te, non segue le mode, sa pro­por­re un ragio­na­men­to arti­co­la­to e corag­gio­so, l’u­ni­co tipo di ragio­na­men­to – a mio pare­re – in gra­do di inci­de­re sul­la com­ples­si­tà dei feno­me­ni di oggi, miglio­ran­do­li.”

Ama Bolo­gna, cit­tà che lo ha adot­ta­to: “Bolo­gna è per me un labo­ra­to­rio per­ma­nen­te di buo­na poli­ti­ca, in cui le com­pe­ten­ze pri­va­te acqui­si­sco­no un sen­so pro­fon­do solo se mes­se a dispo­si­zio­ne del­la cosa pub­bli­ca.“ Quel­la cosa pub­bli­ca per cui lavo­ra e in cui cre­de, quel bene supe­rio­re che è anche fon­da­men­to del suo mot­to: ”Cono­sce­re per rifor­ma­re. Con un po’ di sano corag­gio.”

#Civo­ti 24: Sal­va­to­re Tesoriero

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