Un giovedì di ottobre il Sannio si è svegliato sotto il fango. Piogge insistenti hanno provocato lo straripamento del fiume Calore e di altri corsi d’acqua procurando danni quantificati, ad ora, per 81 milioni di euro. I morti sono stati “solo” due, ma le vite stravolte sono centinaia di migliaia. Aziende agricole in ginocchio, decine di imprese hanno perso macchinari e contano i danni alle strutture, il lavoro di migliaia di persone è in pericolo come tutto il futuro di una intera provincia.
Il Sannio è in Italia, ma a quanto pare non lo è abbastanza. Dal giorno del disastro, il 15 ottobre 2015, ad oggi non c’è stato un segnale, neppure tiepido, da parte del premier che non ha ritenuto degna questa parte di universo nemmeno di uno dei suoi famosi tweet.
Volontari stanno lavorando incessantemente da giorni per liberare le case, le scuole, le attività commerciali e le imprese dal fango, in una gara di solidarietà che non ha visto sosta. Si spala ancora e c’è ancora tanto da fare, danni da riparare, vite da far ripartire.
Ai comitati di Possibile della Campania è sembrato naturale e giusto attivare un conto corrente per destinare fondi per restituire la normalità ai sanniti. I fondi raccolti vorremmo utilizzarli per adottare una scuola, bene comune già troppo danneggiato dal governo.
Possibile Campania ha preso contatto con i comitati di volontari di Benevento per portare aiuto materiale dove è ancora necessario, chiunque volesse unirsi è il benvenuto.
Alessio Nicolini