(Pubblichiamo in forma di post la lettera di precisazioni scritta dal Comitato organizzativo in risposta ad alcune sollecitazioni e richieste di chiarimenti giunte da comitati di Possibile e inclusa in pdf qui, venerdì scorso).
Attorno alla posizione di Possibile sul documento «Ci siamo…» (di cui trovate il testo in vari siti web tra cui quello di Rifondazione) merita fare la massima chiarezza per evitare che altri, anche al di là delle intenzioni, possano travisare.
All’origine di tutto c’è il fatto che dall’inizio di quest’anno si sono susseguiti diversi incontri tra varie formazioni politiche di sinistra il cui tema era come procedere lungo la strada della costruzione di un più solido rapporto unitario fino ad immaginare un soggetto politico unico.
Possibile ha sempre partecipato e fin dall’atto della sua fondazione (nei mesi di maggio e di giugno) ha avanzato la propria formula a tutti quanti: perché si ripartisse insieme dalle comunità locali, attraverso comitati a cui potessero aderire tutti coloro che fossero interessati a offrire alle italiane e agli italiani un’altra possibilità, al di là della loro provenienza, per ripartire da un progetto unitario fin dall’inizio, in cui gli elettori fossero protagonisti.
Quella formula è stata per varie ragioni considerata velleitaria o comunque non conclusiva.
Lo stesso è accaduto quando, fin dal 13 maggio 2015, a una settimana dal voto sull’Italicum, abbiamo proposto di indire una campagna referendaria (alla pari, senza primogeniture) che permettesse ai cittadini di esprimersi l’anno prossimo sulle leggi che il governo Renzi aveva varato senza alcun mandato proveniente da un programma elettorale o comunque dai cittadini. Quell’invito non è stato raccolto, con varie motivazioni che non è nostra intenzione discutere qui, ma eravamo e siamo convinti che fosse l’occasione giusta per lavorare insieme a un obiettivo che avrebbe potuto cambiare il corso della politica italiana e, insieme, costruire una nuova soggettività politica diversa e alternativa al partito della nazione.
Alla ripresa degli incontri in ottobre un nuovo impegno concreto, una scadenza politica ravvicinata, ci attendeva: il voto amministrativo in molti grandi centri, occasione per disegnare progetti di gestione della politica locale mettendo in pratica i principi di partecipazione e condivisione, dando vita a una mobilitazione civica sul destino delle comunità chiamate al voto.
Ancora non sappiamo se la stessa coalizione di forze si presenterà in tutte le principali città, perché – in particolare a Milano e Cagliari – ancora non si comprende quale sarà l’impostazione di queste forze che ambiscono ad essere unitarie, ma nei fatti si presentano in modo diverso alle elezioni.
La nascita del gruppo-partito di Sinistra Italiana si è sovrapposta a questa discussione e ha cambiato direzione al percorso – già molto incerto – perché ha inteso accelerare i passaggi senza aver chiarito i nodi politici fondamentali, con una soluzione a cui abbiamo inteso non partecipare per molte ragioni, la principale delle quali è che vorremmo sperimentare una via diversa all’aggregazione di una nuova soggettività politica. E quindi non possiamo riconoscerci nel testo del documento sopra citato, per ragioni di metodo, di merito e di direzione politica.
Per tutte queste ragioni, Possibile insisterà con il proprio percorso e con una modalità inedita per la politica italiana, senza però rinunciare allo scopo di condividere insieme a tutte le forze, politiche e sociali, il progetto di governo del Paese, a cominciare proprio dalle elezioni del 2016. Ricercando soluzioni unitarie nelle città perché queste possano diventare la vera palestra democratica e politica per costruire un’Italia diversa.