Anche se voi vi credete assolti (#iostoconmax)

Al Pre­si­den­te del Con­si­glio Mat­teo Ren­zi e ai Capi­grup­po di Came­ra e Senato 

Da Mas­si­mo ‘Max’ Fanel­li — 55 anni mala­to SLA 

Tor­nas­si indie­tro pren­de­rei in seria con­si­de­ra­zio­ne l’i­po­te­si del sui­ci­dio. Non voglio riper­cor­re a ritro­so le sto­rie di Pier­gior­gio Wel­by e del padre di Elua­na Engla­ro.

Non ripe­te­rò le deci­ne di appel­li, le LIP o le richie­ste di calen­da­riz­za­zio­ne che la socie­tà civi­le, le asso­cia­zio­ni e la poli­ti­ca han­no rivol­to al Legi­sla­to­re, otte­nen­do sola­men­te la com­ple­ta indif­fe­ren­za da chi è pre­di­spo­sto a legi­fe­ra­re, valo­riz­zan­do sia i con­tri­bu­ti del­la mag­gio­ran­za che del­le minoranze.

La stes­sa indif­fe­ren­za con­ces­sa anche al pre­si­den­te del­la Came­ra Lau­ra Bol­dri­ni ed al suo appel­lo a legi­fe­ra­re, ad avvia­re una discus­sio­ne sul fine vita. Un Legi­fe­ra­to­re che nega il con­fron­to al più umi­le cit­ta­di­no o mala­to, agli esper­ti del set­to­re o alle mas­si­me cari­che del­lo Sta­to, come può esse­re dichiarato?

Com­por­tar­si con indif­fe­ren­za di fron­te al dolo­re di mala­ti ter­mi­na­li, alle loro fami­glie ed alle deci­ne di miglia­ia di per­so­ne civi­li, è assai più che ripro­ve­vo­le.

Occu­par­si dei dirit­ti civi­li, tra cui il dirit­to a mori­re digni­to­sa­men­te, non può esse­re con­si­de­ra­ta un’op­zio­ne ma un dove­re. In que­ste situa­zio­ni, di fron­te a cosi tan­te richie­ste, è com­pi­to del­lo Sta­to discu­te­re, non igno­ra­re. La pri­ma ed uni­ca rispo­sta di un legi­fe­ra­to­re deve ver­te­re sul “Quan­do” non sul “Se”.

Intan­to l’I­ta­lia retro­ce­de con­ti­nua­men­te nel­le clas­si­fi­che inter­na­zio­na­li per i dirit­ti civi­li e per la liber­tà di stam­pa. Le fati­che di ope­ra­re ogni gior­no per cer­ca­re di ave­re una leg­ge sul fine vita e la Vostra indif­fe­ren­za, mi han­no por­ta­to a pen­sa­re all’i­po­te­si di un sui­ci­dio all’i­ni­zio del­la pato­lo­gia. Non tan­to per evi­ta­re la sof­fe­ren­ze dovu­ta ad una mor­te dolo­ro­sa e pre­an­nun­cia­ta, quan­to per evi­ta­re un’ul­te­rio­re e gra­ve offe­sa eser­ci­ta­ta da Voi, legi­sla­to­ri, effet­tua­ta con una del­le più gra­vi azio­ni che un sovra­no, come appa­ri­te ora, eser­ci­ta su quel­la par­te di cit­ta­di­ni che sono esclu­si, che non ven­go­no nean­che pre­si in con­si­de­ra­zio­ne come uomi­ni capa­ci di desi­de­ri e di pen­sie­ro auto­no­mo, di decisioni.

Cari legi­sla­to­ri, in que­sto modo sta­te man­can­do non solo al dove­re isti­tu­zio­na­le dele­ga­to­vi dal popo­lo, ma sta­te offen­den­do anche le mora­le Cri­stia­na, ovvian­do ad un com­por­ta­men­to di dispo­ni­bi­li­tà e mise­ri­cor­dio­so.

https://www.youtube.com/watch?v=kBvSMjZFXW8&app=desktop

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.