Chi è contro la legge a tutela del suolo?

Abbia­mo chie­sto all’o­no­re­vo­le Mario Cata­nia, depu­ta­to di Scel­ta Civi­ca, già Mini­stro del­le poli­ti­che agri­co­le ali­men­ta­ri e fore­sta­li del Gover­no Mon­ti, non­ché esten­so­re di un dise­gno di Leg­ge riguar­dan­te il con­su­mo di suo­lo, di aggior­nar­ci sul­lo sta­to del dibat­ti­to par­la­men­ta­re in mate­ria. Rin­gra­zian­do­lo, ripor­tia­mo di segui­to il suo pre­zio­so contributo.

 

di Mario Catania

Negli ulti­mi cinquant’anni il ter­ri­to­rio ita­lia­no è cam­bia­to radi­cal­men­te. Alla fine degli anni Ses­san­ta su una super­fi­cie tota­le di 30 milio­ni di etta­ri, 18 milio­ni era­no desti­na­ti all’agricoltura. Nell’arco di poco più di quarant’anni la super­fi­cie agri­co­la è sce­sa al di sot­to di 13 milio­ni di etta­ri: una per­di­ta pari a Ligu­ria, Lom­bar­dia ed Emi­lia Roma­gna mes­se insie­me.

Una del­le prin­ci­pa­li respon­sa­bi­li di tale con­tra­zio­ne è l’inarrestabile avan­za­ta del­la cemen­ti­fi­ca­zio­ne. Ogni gior­no in Ita­lia il cemen­to divo­ra 100 etta­ri di super­fi­cie agri­co­la. Sono dati pre­oc­cu­pan­ti che rile­va­no un feno­me­no estre­ma­men­te dan­no­so soprat­tut­to in quan­to irre­ver­si­bi­le.

A cau­sa del­la cospi­cua avan­za­ta del cemen­to, negli ulti­mi decen­ni il ter­ri­to­rio ita­lia­no ha subi­to uno stra­vol­gi­men­to mai visto nel­la sto­ria che ha pro­fon­da­men­te com­pro­mes­so le sue poten­zia­li­tà ambien­ta­li, pae­sag­gi­sti­che e pro­dut­ti­ve. La mol­ti­tu­di­ne dei dan­ni pro­vo­ca­ti dal­la cemen­ti­fi­ca­zio­ne è sot­to i nostri occhi ogni gior­no e toc­ca varie sfe­re. Si pen­si, per esem­pio, all’alterazione dell’assetto idro­geo­lo­gi­co del ter­ri­to­rio: il suo­lo imper­mea­bi­liz­za­to dal cemen­to e dall’asfalto non è più in gra­do di trat­te­ne­re una quan­ti­tà suf­fi­cien­te di acqua pio­va­na che fini­sce per inca­na­lar­si in manie­ra scom­po­sta. Con­si­de­ran­do poi che spes­so l’edificazione vie­ne effet­tua­ta sen­za atten­zio­ne nei con­fron­ti del­le carat­te­ri­sti­che geo­mor­fo­lo­gi­che e idro­lo­gi­che del ter­ri­to­rio (costruen­do in zone a rischio) e che l’abbandono dei cam­pi da par­te degli agri­col­to­ri non agi­sce più da tam­po­ne attra­ver­so il con­vo­glio vir­tuo­so del­le acque, si veri­fi­ca­no gli epi­so­di disa­stro­si di alla­ga­men­ti e smot­ta­men­ti di cui sia­mo arte­fi­ci oltre che testi­mo­ni. Ma i dan­ni ambien­ta­li non fini­sco­no qui.

La cemen­ti­fi­ca­zio­ne com­pro­met­te le capa­ci­tà del suo­lo di assor­bi­re ani­dri­de car­bo­ni­ca alte­ran­do la sfe­ra cli­ma­ti­ca, distrug­ge e fram­men­ta gli habi­tat natu­ra­li e inter­fe­ri­sce con i cor­ri­doi migra­to­ri del­le spe­cie sel­va­ti­che. Sen­za con­ta­re che com­pro­met­te pro­fon­da­men­te il valo­re este­ti­co del pae­sag­gio inci­den­do nega­ti­va­men­te sul­la fun­zio­ne e sul valo­re turi­sti­co del ter­ri­to­rio. E poi­ché si ten­de a costrui­re pre­va­len­te­men­te nel­le zone pia­neg­gian­ti, che pos­sie­do­no la mag­gior voca­zio­ne agri­co­la, si fini­sce anche per ero­de­re la sicu­rez­za ali­men­ta­re nazio­na­le (attual­men­te abbia­mo una capa­ci­tà di auto approv­vi­gio­na­men­to ali­men­ta­re infe­rio­re all’80%).

Sia per tute­la­re i ter­re­ni e la pro­dut­ti­vi­tà agri­co­la sia per fer­ma­re la distru­zio­ne di uno dei ter­ri­to­ri più bel­li del pia­ne­ta, duran­te il mio man­da­to da Mini­stro del­le Poli­ti­che agri­co­le del gover­no Mon­ti, ho pre­sen­ta­to un dise­gno di leg­ge gover­na­ti­vo che ave­va l’obiettivo di arre­sta­re la cemen­ti­fi­ca­zio­ne ed indi­riz­za­re l’edilizia e le infra­strut­tu­re ver­so il riu­ti­liz­zo di aree già cemen­ti­fi­ca­te.

Que­sto dise­gno di leg­ge pur­trop­po non è riu­sci­to ad arri­va­re in Aula duran­te il gover­no Mon­ti e per­tan­to non è sta­to discus­so dal Par­la­men­to. I tem­pi era­no ogget­ti­va­men­te stret­ti e i ritar­di del­la Con­fe­ren­za Sta­to-Regio­ni uni­ti allo scio­gli­men­to anti­ci­pa­to del­le Came­re han­no ulte­rior­men­te gio­ca­to a sfa­vo­re del com­pi­men­to dell’iter parlamentare.

Ho ripre­sen­ta­to lo stes­so dise­gno di leg­ge in qua­li­tà di depu­ta­to di Scel­ta Civi­ca, all’inizio dell’attuale legi­sla­tu­ra rac­co­glien­do l’appoggio di 31 col­le­ghi di vari schie­ra­men­ti poli­ti­ci. Cir­ca un mese dopo la mia pro­po­sta di leg­ge è sta­ta asse­gna­ta alle Com­mis­sio­ni riu­ni­te Ambien­te e Agri­col­tu­ra in sede Referente.

Con­tem­po­ra­nea­men­te sono sta­te pre­sen­ta­te alla Came­ra dei Depu­ta­ti altre pro­po­ste di leg­ge sul­lo stes­so argo­men­to e set­te mesi dopo vie­ne depo­si­ta­to un altro dise­gno di leg­ge sull’argomento, que­sta vol­ta da par­te del Gover­no Let­ta pro­mos­so dall’allora Mini­stro del­le Poli­ti­che agri­co­le Nun­zia De Giro­la­mo inti­to­la­to “Con­te­ni­men­to del con­su­mo del suo­lo e riu­so del suo­lo edi­fi­ca­to” che rical­ca sostan­zial­men­te la mia pro­po­sta. Cir­ca un mese dopo, il 6 mar­zo, il testo gover­na­ti­vo vie­ne abbi­na­to dal­le Com­mis­sio­ni riu­ni­te (Ambien­te e Agri­col­tu­ra) alle altre pro­po­ste di leg­ge pre­sen­ta­te. A que­sto pun­to si avvia un iter par­la­men­ta­re par­ti­co­lar­men­te len­to e tra­va­glia­to a cau­sa del­le resi­sten­ze pre­sen­ti in qua­si tut­ti i gli schie­ra­men­ti poli­ti­ci. Alcu­ni cri­ti­ca­va­no, e cri­ti­ca­no tutt’ora, l’impostazione del­la leg­ge rite­nen­do­la ecces­si­va­men­te seve­ra nei con­fron­ti del­la filie­ra cemento/edilizia. Non è così. L’impianto ori­gi­na­rio si pro­po­ne­va di tute­la­re in modo strin­gen­te esclu­si­va­men­te le aree agri­co­le del nostro pae­se e in quel­lo attua­le vi sono comun­que mol­te dispo­si­zio­ni tese ad indi­riz­za­re l’edilizia ver­so il riu­so e la riqua­li­fi­ca­zio­ne del­le aree degra­da­te e già costrui­te, anzi­ché ver­so l’occupazione di aree pri­ve di edi­fi­ca­zio­ne. Da mol­te par­ti si chie­de­va di dilui­re ulte­rior­men­te la pro­po­sta di leg­ge, che infat­ti è sta­ta limi­ta­ta e modi­fi­ca­ta in più pun­ti con la con­se­guen­za di esse­re meno inci­si­va nel­la dife­sa del suo­lo, come recen­te­men­te ha osser­va­to il prof. Pao­lo Mad­da­le­na in un’intervista sul Fat­to Quo­ti­dia­no.

La veri­tà è che anco­ra oggi c’è chi ritie­ne che la cre­sci­ta del nostro pae­se deb­ba con­ti­nua­re a far leva su una nuo­va fase di svi­lup­po edi­li­zio. Que­sta visio­ne è par­ti­co­lar­men­te for­te in mol­ti set­to­ri del­la mag­gio­ran­za e sem­bra con­di­zio­na­re anche l’atteggiamento del gover­no, visto che tra i prin­ci­pa­li fat­to­ri di ritar­do nell’iter legi­sla­ti­vo c’è la len­tez­za con cui il gover­no stes­so ha pre­so posi­zio­ne sugli emen­da­men­ti pre­sen­ta­ti in Com­mis­sio­ne. E’ vera­men­te scon­cer­tan­te pren­de­re atto che anco­ra oggi, a Roma e negli Enti loca­li, c’è chi ritie­ne di affi­da­re le sor­ti del­la cre­sci­ta ad una nuo­va onda­ta di cemen­ti­fi­ca­zio­ne, sen­za con­si­de­ra­re che il livel­lo di guar­dia è già sta­to ampia­men­te supe­ra­to e che stia­mo recan­do un dan­no irre­pa­ra­bi­le alle gene­ra­zio­ni futu­re.

Per que­ste ragio­ni io cre­do che comun­que sia impor­tan­te appro­va­re una leg­ge, anche imper­fet­ta e peg­gio­ra­ta in più pun­ti, piut­to­sto che accet­ta­re lo sta­tus quo nor­ma­ti­vo pri­vo di ogni vin­co­lo alla cementificazione.

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