Il fattore K, nel senso di Kafka

Il partito non si lascia, o forse sì: basterebbe un po' di sincerità, verso se stessi, verso gli elettori, che magari lo hanno lasciato già.

Il par­ti­to non si lascia, anche se ha lascia­to te.

Il par­ti­to non si lascia, nem­me­no se fa il con­tra­rio di quan­to ave­va pro­mes­so — e fat­to fir­ma­re agli elet­to­ri — in cam­pa­gna elettorale.

Il par­ti­to non si lascia, nem­me­no se fa le cose che il par­ti­to ave­va con­te­sta­to aspra­men­te quan­do le face­va un altro partito.

Il par­ti­to non si lascia, anche se ti costrin­ge a vota­re — in aula e al refe­ren­dum — pes­si­me rifor­me che non condividi.

Il par­ti­to non si lascia, anche se fa il ple­bi­sci­to che a te non pia­ce per niente.

Il par­ti­to non si lascia, nem­me­no a Roma, dove com­mis­sa­rio e nota­io sono le due nuo­ve figu­re poli­ti­che, che sosti­tui­sco­no un sin­da­co elet­to dai cittadini.

Il par­ti­to non si lascia, anche se ha distrut­to il cen­tro­si­ni­stra, dan­do la col­pa agli altri (a chi, non si capi­sce, visto che deci­de uno solo, con il suo grup­po di amici).

Il par­ti­to non si lascia, nem­me­no se il segre­ta­rio asso­lu­to ti «asfal­ta» e ti ridu­ce a un non sen­so politico.

Il par­ti­to non si lascia, anche se ha già fat­to pat­ti e accor­di che dichia­ri irri­ce­vi­bi­li.

Il par­ti­to non si lascia, per­ché non con­vie­ne.

Il par­ti­to non si lascia, per­ché non si sa mai.

Il par­ti­to non si lascia, per­ché poi maga­ri cade un gover­no che ha fat­to una non-rifor­ma elet­to­ra­le tipo Por­cel­lum, ha attac­ca­to dirit­ti rite­nu­ti fon­da­men­ta­li, ha per­so con­sen­so tra gli inse­gnan­ti, non ha siste­ma­to i pen­sio­na­ti, ha fat­to cose con­tra­rie al buon sen­so (tipo ele­va­re il livel­lo del con­tan­te e tol­to la tas­sa sul­la casa dei bene­stan­ti, sen­za ave­re vere coper­tu­re per far­lo, oltre­tut­to), così il gover­no va avan­ti a fare lo stes­so tipo di cose.

Il par­ti­to non si lascia, per­ché non si lascia il par­ti­to.

Anche se è cam­bia­to, anche se gover­na con la destra, anche si allea con la destra, anche se inglo­ba la destra, anche se si tra­sfor­ma in destra.

Il par­ti­to non si lascia, o for­se sì: baste­reb­be un po’ di sin­ce­ri­tà, ver­so se stes­si, ver­so gli elet­to­ri, che maga­ri lo han­no lascia­to già.

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