(DIRE) Roma, 4 mar. - “Una retorica insopportabile e incosciente sta accompagnando la cronaca della partecipazione italiana alla guerra in Libia. Senza contare le becere strumentalizzazioni che si sono fatte a tutti i livelli sulla morte dei due operai italiani ad opera dei miliziani Isis.
Come si può giustificare un intervento in Libia in maniera così strumentale e precipitosa? Come si fa ad esautorare il parlamento sulla partecipazione dell’Italia a un conflitto? Il ministro dell’interno parla di rischio attentati già alto, al netto dell’intervento italiano in Libia”. Lo dice in una nota il deputato di Possibile Pippo Civati.
“Una considerazione semplicistica e furbetta che non solleva il Governo dalle proprie responsabilità. Avere un ‘vulcano acceso’ di fronte alle nostre coste non può determinare un intervento dell’Italia ‘alla cieca’ senza un passaggio parlamentare e un quadro internazionale chiaro.
La guerra non è un gioco. Il Governo ha fatto trapelare frettolosamente che l’intervento italiano avverrà solo di seguito a una richiesta del governo locale. Quale governo locale? Non esiste allo stato attuale alcun organismo di questo tipo in Libia.
Non possiamo sospendere la democrazia in Italia contraddicendo la Costituzione che ripudia la guerra per esportare ‘democrazia’ bellica a 100 chilometri dalle nostre coste. E non si può sbandierare la guida offerta dagli Stati Uniti sulla missione come un premio o un ulteriore motivo per intervenire. Se l’Italia vuole ritrovare un ruolo nel Mediterraneo lo faccia attraverso la diplomazia, ammesso che se ne abbiano le capacità”.