Caso Guidi: la degenerazione del potere e la salute dei cittadini

Le sorprendenti dichiarazioni che accompagnano le dimissioni del Ministro Guidi, a suo dire certa della correttezza del suo operato, sono il chiaro sintomo della degenerazione della cultura di governo di questo Paese.

Se oggi Ban­field voles­se appro­fon­di­re i suoi stu­di sul fami­li­smo amo­ra­le non avreb­be biso­gno di veni­re fino in Basi­li­ca­ta ma potreb­be fer­mar­si tran­quil­la­men­te a Roma, in via Vene­to 33. Le sor­pren­den­ti dichia­ra­zio­ni che accom­pa­gna­no le dimis­sio­ni del Mini­stro Gui­di, a suo dire cer­ta del­la cor­ret­tez­za del suo ope­ra­to, sono il chia­ro sin­to­mo del­la dege­ne­ra­zio­ne del­la cul­tu­ra di gover­no di que­sto Pae­se. Il suo com­por­ta­men­to, infat­ti, quand’anche non aves­se rile­van­za pena­le, ci pare non rispet­ti affat­to la neces­si­tà che gli inca­ri­chi pub­bli­ci sia­no rive­sti­ti con digni­tà e ono­re.

E’ mor­ti­fi­can­te con­sta­ta­re, per l’ennesima vol­ta, la subal­ter­ni­tà del­le ammi­ni­stra­zio­ni loca­li agli inte­res­si “for­ti”, nono­stan­te in que­sta Regio­ne “quat­tro comi­ta­ti­ni”, asso­cia­zio­ni di cit­ta­di­ni, corag­gio­si gior­na­li­sti, e qual­che vol­ta per­si­no indi­vi­dui iso­la­ti, abbia­no da tem­po denun­cia­to i fat­ti che oggi anche la Magi­stra­tu­ra rile­va nell’indagine sul­le vicen­de con­nes­se alle estra­zio­ni petro­li­fe­re in Basilicata.

Se cer­ta­men­te sono da stig­ma­tiz­za­re e, qua­lo­ra dimo­stra­te, da san­zio­na­re ade­gua­ta­men­te, le azio­ni che coin­vol­ge­reb­be­ro Total per gli impian­ti di Tem­pa Ros­sa, ancor più scan­da­liz­za­no i fat­ti attri­bui­ti nell’inchiesta a fun­zio­na­ri ENI che, qua­lo­ra accla­ra­ti dal­la Magi­stra­tu­ra, dimo­stre­reb­be­ro che in una azien­da ricon­du­ci­bi­le al con­trol­lo del­lo Sta­to, per meri inte­res­si indu­stria­li e inde­bi­ti van­tag­gi eco­no­mi­ci, si è potu­to deli­be­ra­ta­men­te atten­ta­re alla salu­te dei cit­ta­di­ni e all’ambiente in Basi­li­ca­ta.

Al di là del­le even­tua­li respon­sa­bi­li­tà pena­li dei fun­zio­na­ri inda­ga­ti, che è com­pi­to del­la Magi­stra­tu­ra accer­ta­re, cre­dia­mo che non si pos­sa­no esen­ta­re i ver­ti­ci dell’azienda petro­li­fe­ra di Sta­to da respon­sa­bi­li­tà di indi­riz­zo e con­trol­lo e, civil­tà vor­reb­be, che sul tavo­lo ci fos­se­ro oggi anche le dimis­sio­ni del­le sue rap­pre­sen­tan­ze lega­li ed ammi­ni­stra­ti­ve nazionali.

Altret­tan­to depre­ca­bi­le, se con­fer­ma­to dal­le inda­gi­ni, sareb­be il modus ope­ran­di di Tec­no­par­co Spa, altra socie­tà ricon­du­ci­bi­le, se pur par­zial­men­te, al con­trol­lo pub­bli­co e che, quin­di, non dovreb­be in alcun modo sacri­fi­ca­re l’interesse gene­ra­le ai pro­pri risul­ta­ti azien­da­li. A que­sto pun­to le Isti­tu­zio­ni regio­na­li dovreb­be­ro for­se ricon­si­de­ra­re l’utilità effet­ti­va di stru­men­ti orga­niz­za­ti­vi di que­sto tipo così come l’efficacia dell’azione di altre sue ema­na­zio­ni, come ARPAB, depu­ta­te ai con­trol­li,  e il fun­zio­na­men­to stes­so dei Dipar­ti­men­ti Regio­na­li “com­pe­ten­ti”.

Par­ti­co­lar­men­te gra­ve appa­re la com­ples­si­va inca­pa­ci­tà di colo­ro che, aven­do­ne la respon­sa­bi­li­tà poli­ti­ca e ammi­ni­stra­ti­va, non han­no sapu­to garan­ti­re la salu­te e la sicu­rez­za dei cit­ta­di­ni luca­ni scre­di­tan­do di fat­to le stes­se Isti­tu­zio­ni a ciò depu­ta­te. Anche da que­sto ver­san­te una assun­zio­ne chia­ra di respon­sa­bi­li­tà sem­bre­reb­be quan­to mai opportuna.

Le vicen­de che sono oggi all’attenzione dell’opinione pub­bli­ca nazio­na­le, dimo­stra­no una vol­ta di più che i model­li orga­niz­za­ti­vi e le stra­te­gie di svi­lup­po mes­se in cam­po dal­le clas­si diri­gen­ti sia nazio­na­li che regio­na­li, a fron­te di esi­ti del tut­to incer­ti per lo svi­lup­po loca­le, pos­so­no pro­dur­re deva­sta­zio­ne ambien­ta­le e met­te­re a serio rischio la salu­te dei cit­ta­di­ni.

Alla per­vi­ca­cia con cui si ten­de a modi­fi­ca­re il qua­dro nor­ma­ti­vo per faci­li­ta­re il rea­liz­zar­si di stra­te­gie di svi­lup­po sen­za futu­ro che, a tut­ta evi­den­za, pri­vi­le­gia­no gli inte­res­si con­tin­gen­ti del­le com­pa­gnie petro­li­fe­re sen­za ecces­si­ve pre­oc­cu­pa­zio­ni per il desti­no indu­stria­le del Pae­se né per quel­lo del­le aree geo­gra­fi­che inte­res­sa­te dal­le estra­zio­ni, occor­re oppor­si in manie­ra net­ta a comin­cia­re dal voto per il SI’ al refe­ren­dum del 17 Apri­le che può rap­pre­sen­ta­re il pri­mo pas­so ver­so una svol­ta pos­si­bi­le nel­le poli­ti­che ener­ge­ti­che del Pae­se. Se Maria Ele­na è d’accordo.

Coor­di­na­men­to dei Comi­ta­ti di Pos­si­bi­le del­la Basilicata

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