ROMA, 26 APR – “In un momento tanto delicato per Napoli e la Campania, con una nuova guerra di camorra in atto che sta lasciando per le strade morti e un diffuso senso di impotenza tra i cittadini, appare assai grave l’ennesima inchiesta che collega il mondo degli appalti, il clan dei casalesi ed esponenti di spicco della politica locale. La presunzione d’innocenza è doverosa, ma non si può non rilevare la gravità del coinvolgimento del presidente del Pd campano Stefano Graziano nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli”. Lo dice l’esponente di Possibile Pippo Civati.
“In questi anni la Campania troppe volte è stata teatro di inchieste che hanno gettato pesanti ombre sul mondo della politica. E se ci sono delle responsabilità morali, anche se non penali, sono purtroppo da imputare ad un partito di Governo, il Pd, che in questi anni ha sottovalutato il fenomeno ‘cambiando verso’ solo sulla carta.
I richiami della Commissione parlamentare antimafia, che prima delle elezioni regionali aveva posto l’accento sul caso Campania, sono rimasti inascoltati, quando non sono diventati il terreno di scontro per ingaggiare una guerra tra istituzioni fatta di slogan e populismo. E oggi raccogliamo i frutti avvelenati di anni di strumentalizzazioni e sottovalutazione del principale problema del Sud e di quella Regione. Non si sconfigge la camorra se non si spezzano le catene pesantissime che legano il mondo criminale e quello istituzionale e della pubblica amministrazione. Il concorso esterno ormai va imputato anche a chi si volta dall’altra parte.”