A Bolzano, con i Verdi e non con Verdini

A Vienna così come a Bolzano, un'argine alle destre e al “partito delle nazione” è rappresentato dai Verdi/Grüne, fondati in Sudtirolo da Alexander Langer. Alle comunali di domenica, i Verdi in coalizione con Rifondazione ottengono l'8% grazie alla bella candidatura a sindaco di Norbert Lantschner.

8% e quat­tro con­si­glie­ri comu­na­li per la coa­li­zio­ne dei Ver­di-Grü­ne‑Vërc a Bolzano/Bozen, con il soste­gno di Pos­si­bi­le alla cam­pa­gna elet­to­ra­le del can­di­da­to sin­da­co Nor­bert Lantschner.

 

Nel­le stes­se ore del­l’u­sci­ta del nuo­vo album dei Radio­head, con il pri­mo sin­go­lo Burn The Witch a ren­de­re bene il cli­ma di inquie­tu­di­ne e “cac­cia alle stre­ghe” attor­no alla cri­si dei rifu­gia­ti, men­tre gli scon­tri tra poli­zia austria­ca e col­let­ti­vi anar­chi­ci met­te­va­no a fer­ro e fuo­co il con­fi­ne del Bren­ne­ro, a Bolzano/Bozen si vota­va per il pri­mo tur­no del­le ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve. Un voto anti­ci­pa­to, che arri­va a segui­to del­le dimis­sio­ni del sin­da­co Lui­gi Spa­gnol­li – rie­let­to per il ter­zo man­da­to con una coa­li­zio­ne PD — Süd­ti­ro­ler Volk­spar­tei (SVP) – e del­la nomi­na a com­mis­sa­rio straor­di­na­rio del pre­fet­to Miche­le Pen­ta, ex-pre­si­den­te del­l’Or­ga­ni­smo di Vigi­lan­za del tun­nel di base del Brennero.

Ed è attor­no a una gran­de ope­ra che negli ulti­mi anni si è gio­ca­ta la par­ti­ta più impor­tan­te nel capo­luo­go altoa­te­si­no – secon­do Pip­po Civa­ti una sto­ria sur­rea­le che andreb­be rac­con­ta­ta in tut­ta Ita­lia”: quel­la del cosid­det­to “pro­get­to Ben­ko”, dal nome del­l’im­pren­di­to­re austria­co René Ben­ko, già con­dan­na­to in Austria per aver cor­rot­to l’ex-primo mini­stro croa­to Ivo Sana­der affin­ché inter­ve­nis­se con l’allora pre­mier ita­lia­no Sil­vio Ber­lu­sco­ni per risol­ve­re un con­ten­zio­so fisca­le in Ita­lia. Il pro­get­to pre­ve­de la costru­zio­ne di un mega cen­tro com­mer­cia­le nel par­co del­la sta­zio­ne, con pesan­ti riper­cus­sio­ni sul­l’as­set­to urba­ni­sti­co del cen­tro sto­ri­co di Bol­za­no: un’o­pe­ra­zio­ne immo­bi­lia­re soste­nu­ta tra­sver­sal­men­te da cen­tro­de­stra e Par­ti­to Demo­cra­ti­co, que­st’ul­ti­mo favo­re­vo­le anche all’am­plia­men­to del­l’aero­por­to – a giu­gno il pia­no di svi­lup­po sarà sot­to­po­sto a refe­ren­dum pro­vin­cia­le – e allo sfrut­ta­men­to a pie­no regi­me del nuo­vo ince­ne­ri­to­re. Spa­gnol­li si dimet­te in disac­cor­do con la boc­cia­tu­ra del pro­get­to Ben­ko da par­te del Con­si­glio comu­na­le (gra­zie al voto con­tra­rio di Ver­di, 5Stelle, Sini­stra e par­te del­la Svp) e il com­mis­sa­rio Pen­ta indi­ce un impro­ba­bi­le refe­ren­dum con­sul­ti­vo di una set­ti­ma­na che appro­va il mega­sto­re, ma sen­za alcu­na rego­la­men­ta­zio­ne del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le per­ciò domi­na­ta dal tycoon d’Oltrebrennero.

Nel frat­tem­po dal­l’Au­stria arri­va­no noti­zie allar­man­ti: alla minac­cia di una bar­rie­ra al Bren­ne­ro che fer­mi il flus­so di pro­fu­ghi e richie­den­ti asi­lo (sca­te­nan­do le pro­te­ste dei cen­tri socia­li e, di rifles­so, lo “stop Schen­gen” di For­za Nuo­va e NPD che mar­cia­no su Bol­za­no) si aggiun­ge l’e­si­to del­le pre­si­den­zia­li, dove il can­di­da­to del­l’e­stre­ma destra FPÖ Nor­bert Hofer acce­de al bal­lot­tag­gio con il 35% dei con­sen­si e sfi­de­rà il pros­si­mo 22 mag­gio Ale­xan­der Van der Bel­len, per mol­ti anni a capo dei Ver­di austria­ci. La deba­cle elet­to­ra­le dei par­ti­ti del­la gran­de coa­li­zio­ne SPÖ-ÖVP – pur aven­do inse­gui­to le destre nel minac­cia­re il ripri­sti­no dei con­trol­li ai vali­chi di fron­tie­ra – pro­vo­ca le dimis­sio­ni del can­cel­lie­re social­de­mo­cra­ti­co Wer­ner Fay­mann, in cari­ca dal 2008.

A Vien­na così come a Bol­za­no, un’ar­gi­ne alle destre e al “par­ti­to del­le nazio­ne” è rap­pre­sen­ta­to dai Verdi/Grüne, fon­da­ti in Sud­ti­ro­lo da Ale­xan­der Lan­ger. Alle comu­na­li di dome­ni­ca, i Ver­di in coa­li­zio­ne con Rifon­da­zio­ne otten­go­no l’8% gra­zie alla bel­la can­di­da­tu­ra a sin­da­co di Nor­bert Lan­tsch­ner – già diret­to­re del­l’A­gen­zia pro­vin­cia­le “Casa­Cli­ma” che cer­ti­fi­ca l’ef­fi­cien­za ener­ge­ti­ca – e a una squa­dra di can­di­da­te e can­di­da­ti che agi­sce local­men­te sen­za mai dimen­ti­ca­re la dimen­sio­ne glo­ba­le. Rad­dop­pia­no i con­si­glie­ri ver­di in comu­ne: a Maria­lau­ra Loren­zi­ni e Tobe Pla­ner si aggiun­go­no lo stes­so Lan­tsch­ner e Chia­ra Rabi­ni. La scel­ta indi­pen­den­te dal PD sin dal­le pri­ma­rie – con­tra­ria­men­te a Sel – è sta­ta pre­mia­ta dagli elet­to­ri. Il qua­dro poli­ti­co bol­za­ni­no è reso però dif­fi­ci­le dal suc­ces­so di Casa­Pound, che a for­za di ali­men­ta­re la reto­ri­ca del “degra­do” e del­la sicu­rez­za (di cui il pro­get­to Ben­ko è espres­sio­ne) ha supe­ra­to il 6% tri­pli­can­do i con­si­glie­ri. Al bal­lot­tag­gio si sfi­de­ran­no il can­di­da­to del PD (al 22%) e quel­lo del cen­tro­de­stra (al 18%).

Giu­sep­pe Civa­ti, pre­sen­te alla festa di chiu­su­ra del­la cam­pa­gna dei Ver­di bol­za­ni­ni, ha espres­so il soste­gno “mili­tan­te” alla pro­po­sta di Nor­bert Lan­tsch­ner (“da idea­to­re di Casa­Cli­ma, è un po’ come Tot­ti per i roma­ni­sti”) in quan­to “rap­pre­sen­ta quel col­le­ga­men­to tra voca­zio­ne eco­lo­gi­sta e giu­sti­zia socia­le che è espres­sio­ne del­la miglio­re tra­di­zio­ne mit­te­leu­ro­pea. È dif­fi­ci­le tro­va­re una posi­zio­ne così lim­pi­da, coe­ren­te, dal­lo sguar­do lun­go, con un’i­dea di come si con­ce­pi­sce il pote­re. La poli­ti­ca è stu­dio, costru­zio­ne e anche moti­va­zio­ne, ma a qual­cu­no fa como­do che sia ridot­ta a una tota­le super­fi­cia­li­tà e vol­ga­ri­tà. Io sto con i Ver­di e non con Ver­di­ni”. Civa­ti è sta­to in col­le­ga­men­to video con Bol­za­no già una set­ti­ma­na pri­ma, all’i­ni­zia­ti­va “Cam­bia­re il mon­do o sal­va­guar­dar­lo”, dove è inter­ve­nu­ta Anna­li­sa Cor­ra­do del comi­ta­to scien­ti­fi­co di Pos­si­bi­le e co-por­ta­vo­ce di Green Ita­lia. Pro­se­gue così la col­la­bo­ra­zio­ne tra Pos­si­bi­le e i Ver­di del Sud­ti­ro­lo sul­la stra­da trac­cia­ta da Civa­ti con la sua “com­pa­gnia aerea” (asso­lu­ta­men­te meta­fo­ri­ca, of cour­se). Ricor­dia­mo, a gen­na­io, la par­te­ci­pa­zio­ne del­la euro­par­la­men­ta­re Elly Schlein all’i­ni­zia­ti­va dei young greens a Bol­za­no dal tito­lo “Migra­tion: Viva la liber­tà!” – quan­do l’i­po­te­si di una bar­rie­ra al Bren­ne­ro non cir­co­la­va anco­ra – e, lo scor­so anno, la rac­col­ta fir­me dei Ver­di sud­ti­ro­le­si per gli otto refe­ren­dum abro­ga­ti­vi non­ché l’a­de­sio­ne dei depu­ta­ti di Pos­si­bi­le all’ap­pel­lo lan­cia­to dal Grup­po ver­de nel Con­si­glio pro­vin­cia­le altoa­te­si­no per dichia­ra­re l’orto “dirit­to uma­no fon­da­men­ta­le. In quel­l’oc­ca­sio­ne, Anna­li­sa Cor­ra­do defi­nì l’i­ni­zia­ti­va “sem­pli­ce dal pun­to di vista pura­men­te idea­le, ma anche sov­ver­si­va dal pun­to di vista prag­ma­ti­co: ci pen­sa­te che rivo­lu­zio­ne sareb­be, per la con­ce­zio­ne del vive­re “antro­piz­za­to” che ben cono­scia­mo?”. Una rivo­lu­zio­ne neces­sa­ria, per­ché il “ritor­no alle radi­ci” sia in nome del­la soste­ni­bi­li­tà, e non del­le bar­rie­re del “san­gue e suo­lo”.

Valen­ti­no Liberto

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