Il Decreto Legge sulla Scuola e sull’Università, approvato alla Camera pochi giorni fa, se da un lato sembrerebbe andare incontro, solo in parte, alle esigenze di alcune tra le migliaia di docenti neoassunti lontano dalla Provincia di residenza, grazie all’assegnazione provvisoria in deroga al vincolo triennale, dall’altro distoglie l’attenzione dall’enorme disagio e umiliazione che decine di migliaia di insegnanti abilitati di seconda fascia stanno vivendo nelle ultime settimane.
Questi docenti, abbandonati dal Governo, pur occupando da anni posti vacanti e disponibili, si sono visti di fatto costretti a partecipare a un concorso che, giorno dopo giorno, si sta rivelando ciò che da mesi è evidente a tutti: una enorme presa in giro. Sei domande a risposta aperta in cui si richiede anche di progettare unità didattiche e due a risposta chiusa in una delle lingue comunitarie a scelta del candidato: tutto in appena 150 minuti, con una media di 18 minuti a domanda.
Un concorso per dattilografi. Non per docenti. Una vera e propria corsa contro il tempo. Un concorso che, al termine, lascerà a casa due docenti su tre nonostante abbiano lavorato negli ultimi anni. Possibile, da sempre vicino al mondo della Scuola, si adopererà affinché le decine di migliaia di docenti di seconda fascia e tutte le altre categorie di docenti penalizzate dalle politiche del Governo possano finalmente vedere riconosciuta la propria professionalità e ottenere così una stabilità lavorativa dopo anni di servizio alle dipendenze dello Stato.