E’ Possibile, ma con coraggio

Qualche riflessione su come sono andate queste elezioni, come è andato il Partito Democratico e come siamo andati noi.

Dun­que gli elet­to­ri ita­lia­ni non sono così super­fi­cia­li e sba­da­ti come qual­cu­no si osti­na­va a scri­ve­re. Svo­glia­ti, cer­to, ma non si è mai vista una cor­sa d’entusiasmo ver­so il meno peg­gio e que­ste ele­zio­ni, in gran par­te, sono sta­te un rovi­sta­re tra le mace­rie. Però i risul­ta­ti anche a un pri­mo col­po d’occhio ci dico­no che nes­sun par­ti­to è abba­stan­za for­te per segna­re un risul­ta­to nazio­na­le ma dap­per­tut­to sono i can­di­da­ti a tra­sci­na­re tut­to il resto.

Il fallimento di Renzi

Ren­zi si osti­na a ripe­te­re la tiri­te­ra del voto nel­le cit­tà che non ha nul­la a che vede­re con il giu­di­zio sull’operato di gover­no ma i nume­ri non lascia­no spa­zio alle con­get­tu­re e nem­me­no alle favo­le: solo a Mila­no (e par­lia­mo comun­que di una cit­tà che vie­ne da un quin­quen­nio con Pisa­pia giu­di­ca­to in gran par­te posi­ti­vo) il Par­ti­to Demo­cra­ti­co ha dimez­za­to i suoi voti e in sca­la nazio­na­le sia­mo ben lon­ta­ni dagli ulti­mi risul­ta­ti del­le euro­pee (ma anche, atten­zio­ne, del­le pre­ce­den­ti ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve): la favo­la dell’ottimismo e del­la cre­sci­ta eco­no­mi­ca non è solo sta­ta osteg­gia­ta dai “gufi” ma evi­den­te­men­te non ha un rea­le riscon­tro con i cit­ta­di­ni. Se è vero che la con­nes­sio­ne sen­ti­men­ta­le (e un po’ bul­la) è uno dei pre­gi di Ren­zi la pro­va dei fat­ti è più ine­so­ra­bi­le di un mi pia­ce scia­lac­qua­to su Face­book e lo straor­di­na­rio risul­ta­to di De Magi­stris a Napo­li ci dice quan­to le scher­ma­glie ver­ba­li sia­no ininfluenti.

Le elezioni di Milano, Roma, Napoli e Torino

Oggi è una gior­na­ta di smen­ti­te, sec­che. A Mila­no cade la fia­ba di un Bep­pe Sala che avreb­be dovu­to esse­re uni­ver­sal­men­te rico­no­sciu­to come arte­fi­ce di un Expo vin­cen­te su tut­ta la linea; a Napo­li la decan­ta­ta “inca­pa­ci­tà di gover­no” di De Magi­stris rima­ne uno spot elet­to­ra­le; a Roma sono in mol­ti a cre­de­re che la Rag­gi abbia le car­te in rego­la per gui­da­re la cit­tà; a Tori­no Fas­si­no è costret­to al bal­lot­tag­gio (rischio­so) con la gril­li­na Appen­di­no e anche nel­le sto­ri­che roc­ca­for­ti i segna­li sono incoraggianti.

Nel cen­tro destra intan­to Ber­lu­sco­ni indo­vi­na il col­po ele­zio­ni su Mila­no: Ste­fa­no Pari­si pren­de la rin­cor­sa per il bal­lot­tag­gio e per la futu­ra lea­der­ship nazio­na­le con For­za Ita­lia che, nel capo­luo­go lom­bar­do, qua­si dop­pia la Lega di Sal­vi­ni. A Roma, intan­to, la Melo­ni avrà fret­ta di capi­ta­liz­za­re il risul­ta­to per­so­na­le per chie­de­re spa­zio. Se pri­ma di que­ste ele­zio­ni era­no in mol­ti a rite­ne­re Sal­vi­ni lea­der natu­ra­le del cen­tro­de­stra ora il qua­dro diven­ta più complicato.

Il Movi­men­to 5 Stel­le (nel­la sua pri­ma cam­pa­gna elet­to­ra­le sen­za Casa­leg­gio e con Gril­lo “di lato”) infi­la risul­ta­ti impor­tan­ti ma sco­stan­ti: il voto d’opinione è matu­ra­to in un scel­ta sul­la com­pe­ten­za e sul­le per­so­ne e ottie­ne buo­ni nume­ri sia nel­la disa­stra­ta Roma come anche nel­la misu­ra­ta Tori­no. A pro­po­si­to: Fas­si­no sfi­dò Gril­lo, qual­che anno fa, invi­tan­do­lo a “fare il suo par­ti­to e mostra­re di cosa era capa­ce” e oggi ci va al bal­lot­tag­gio. Quan­do si dice l’imprudenza.

E poi c’e la sini­stra, che si atte­sta sul­le per­cen­tua­li che ti aspet­ti. E pri­ma o poi var­reb­be la pena impa­ra­re che ormai anche la nostal­gia non supe­ra il quo­rum: se la cor­sa è a rima­sti­ca­re paro­le già sen­ti­te sen­za cam­bia­re le fac­ce (e costrui­re dav­ve­ro una clas­se diri­gen­te) sarà dif­fi­ci­le arri­va­re lontano.

È Possibile

Quin­di è Pos­si­bi­le? Sì. Secon­do me sì. E pro­vo a spie­ga­re per­ché: que­ste ele­zio­ni sono sta­te il pri­mo test sot­to stress per una strut­tu­ra anco­ra in pie­na for­ma­zio­ne e che, pur pic­co­la, nutre già impor­tan­ti anti­pa­tie tra i par­ti­ti (non pre­oc­cu­pa­te­vi, è un otti­mo segno). Dal pun­to di vista orga­niz­za­ti­vo è la pri­ma vol­ta che i comi­ta­ti si veri­fi­ca­no nel ruo­lo di ter­mi­na­li ner­vo­si di una rete che vuo­le esse­re tut­ta cen­tro. E basta rive­de­re le imma­gi­ni del­la cam­pa­gna per scor­ge­re un entu­sia­smo che in alcu­ne cit­tà è sta­to for­te­men­te iden­ti­ta­rio. Pos­si­bi­le, appun­to. E poi c’è il resto: il risul­ta­to di Roma (ad esem­pio) rac­con­ta che ave­va­mo for­se visto giu­sto quan­do ci sia­mo ado­pe­ra­ti sen­za sosta per­ché Mas­si­mo Bray allar­gas­se un cam­po che ci appa­ri­va trop­po stret­to. Abbia­mo paga­to dazio di ave­re avu­to un’idea con­tro­cor­ren­te (ad una cor­ren­te che biso­gne­reb­be valu­ta­re quan­to sia nostra per dav­ve­ro) ma for­se alla fine la sen­sa­zio­ne non era così sba­glia­ta. Ecco, se potes­si dare un con­si­glio: fidia­mo­ci di noi. Osia­mo. Lascia­mo per­de­re una cor­te­sia lam­bic­ca­ta che fuo­ri, nel Pae­se, non inte­res­sa a nes­su­no. Pren­dia­mo­ci il corag­gio di dir­ci, guar­dan­do­ci negli occhi, che i com­pa­gni di viag­gio deter­mi­na­no il nostro mes­sag­gio pub­bli­co. Par­lia­mo agli elet­to­ri piut­to­sto che agli elet­ti. Non ser­ve l’ennesimo labo­ra­to­rio poli­ti­co di auto­com­pia­ci­men­to: ser­ve inno­va­zio­ne e coe­ren­za e se qual­che vol­ta costa­no la fati­ca di spie­ga­re e rac­con­ta­re, beh, facciamolo.

Tra la vete­ro­no­stal­gia resi­dua­le e gli ami­ci sot­to trac­cia degli ami­ci di Ver­di­ni c’è un popo­lo che aspet­ta di ascol­ta­re una sto­ria nuo­va non solo nel voca­bo­la­rio ma nel­le pro­po­ste e nel­le per­so­ne. Per que­sto è Pos­si­bi­le. Per­ché for­se sareb­be il tem­po di col­ti­va­re con corag­gio le pro­prie intui­zio­ni sen­za vin­co­li che sono poli­ti­ci­smi che non inte­res­sa­no ai più. È Pos­si­bi­le, in fon­do, è nato per que­sto. No?

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.