Voucher, i numeri e da che parte stare

Una descrizione breve e chiara della crescita esponenziale di questo strumento, che erode anche quei pochi diritti rimasti ai lavoratori

Lo sfrut­ta­men­to a mez­zo vou­cher è una pra­ti­ca ora­mai sta­bi­le e isti­tu­zio­na­liz­za­ta, che nell’ultimo anno ha visto una vera e pro­pria esplo­sio­ne, rag­giun­gen­do la cifra record di 115 milio­ni di bigliet­ti ven­du­ti, pari a un incre­men­to del 66% rispet­to al 2014.

Voucher, lavoro occasionale?

Scarica e diffondi l'InfograficaUn incre­men­to che potrem­mo defi­ni­re espo­nen­zia­le, dato che nel 2008 ne furo­no ven­du­ti sola­men­te 500mila. Un incre­men­to che non è frut­to del caso, ma che è con­se­guen­za di pre­ci­se scel­te poli­ti­che che ten­do­no alla pre­ca­riz­za­zio­ne, che favo­ri­sco­no il lavo­ro sot­to­pa­ga­to, che per­met­to­no di estrar­re degli “extra­pro­fit­ti” – cioè pro­fit­ti inde­bi­ti e ingiu­sti – diret­ta­men­te sul­la pel­le dei lavo­ra­to­ri.

Gli “extra­pro­fit­ti” trac­cia­no chia­ra­men­te la linea di demar­ca­zio­ne tra chi dob­bia­mo difen­de­re e chi dob­bia­mo com­bat­te­re, sen­za la neces­si­tà di fare nomi e cogno­mi, ma con poli­ti­che misu­ra­te attra­ver­so l’indice di Gini, che come pri­mo obiet­ti­vo si pon­ga­no l’uguaglianza. Fa gri­da­re allo scan­da­lo, infat­ti, la cir­co­stan­za che risul­ti­no 15 com­mit­ten­ti che han­no spe­so in vou­cher più di un milio­ne di euro: è dif­fi­ci­le imma­gi­na­re che si trat­ti di pic­co­le o micro impre­se, con pro­ble­mi di com­mes­se e atti­vi­tà discon­ti­nua. È faci­le pen­sa­re, inve­ce, che si trat­ti di impre­se che schiac­chia­no dirit­ti e sala­ri per incre­men­ta­re i pro­fit­ti.

Come siamo arrivati fino a qui

Ma le ingiu­sti­zie non nasco­no dal nul­la. Nel nostro caso, nasco­no da una stra­te­gia pre­ci­sa, por­ta­ta avan­ti dal­le destre (non saprem­mo in che altro modo chia­mar­le), che ha modi­fi­ca­to la disci­pli­na intro­dot­ta dal­la rifor­ma Bia­gi del 2003, eli­mi­nan­do i requi­si­ti di occa­sio­na­li­tà del lavo­ro e amplian­do le cate­go­rie sia di sog­get­ti che di set­to­ri lavo­ra­ti­vi (gra­zie ai gover­ni Ber­lu­sco­ni e al gover­no Mon­ti) fino al tota­le sman­tel­la­men­to del siste­ma di garan­zie (gra­zie al gover­no Ren­zi). Tut­to ciò si evin­ce chia­ra­men­te dal­la sche­da ana­li­ti­ca a cura di Danie­la Min­net­ti, che tro­va­te in alle­ga­to al post.

Cosa fare

Le rispo­ste neces­sa­rie non sono com­ples­se e nem­me­no impos­si­bi­li: si trat­ta mol­to sem­pli­ce­men­te di “riag­gan­cia­re” l’utilizzo dei vou­cher al lavo­ro vera­men­te occa­sio­na­le (quin­di limi­ta­to nel tem­po e nel­la retri­bu­zio­ne), a deter­mi­na­ti set­to­ri pro­dut­ti­vi e a deter­mi­na­te cate­go­rie, indi­vi­duan­do le (poche!) ecce­zio­ni, qua­li pos­so­no esse­re il set­to­re del turi­smo e il lavo­ro domestico.

In alto tro­va­te una info­gra­fi­ca che sin­te­tiz­za la stra­te­gia attua­ta dal­le destre, e le nostre proposte.

In alle­ga­to, una sche­da tec­ni­ca e det­ta­glia­ta sull’evoluzione del­la mate­ria, la disci­pli­na attua­le e la nostra pro­po­sta di rifor­ma, per rida­re digni­tà al lavo­ro e ai lavoratori.

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Gra­zie a Simo­ne ‘Quil­ly’ Tran­quil­li per l’in­di­spen­sa­bi­le sup­por­to grafico.

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