Smaltiti un anno di candidatura (sì, sono candidato sindaco dal giugno 2015) e un ultimo mese di campagna elettorale furibonda, smaltite le notti insonni ed i giorni frenetici, recuperato l’uso completo della destra dopo le migliaia di mani strette… eccomi qui a raccontare delle elezioni comunali Caserta 2016.
La mia è una città complicata, dove in un contesto relativamente ristretto (meno di 80mila abitanti), la frammentazione geografica (diverse periferie e ben 24 frazioni!) si riflette in una frammentazione sociale e culturale. E’ difficile parlare a Caserta, parlando ad una “sola” città. Speranza per Caserta, il movimento politico per il quale, dopo quattro anni di esperienza come consigliere comunale di opposizione, ho accettato di candidarmi a sindaco, ci ha provato. Ha provato ad essere presente ovunque, nelle strade, nelle piazze, sui temi, in tv, sui giornali, su internet, sui social. Abbiamo provato a descrivere un modello di città capovolto, dove spazi e persone vengono prima di cemento e “cose”. Dove l’esercizio della democrazia non si esaurisce al momento del voto, ma continua per cinque anni nelle assemblee, nelle consulte, nei bilanci partecipativi. Dove un cittadino non è solo utente, ma diventa “azionista” della città.
Abbiamo provato ad immaginare una città “felice” prima ancora che “ricca”, anche perché parlare oggi di ricchezza per tutti è una chimera, ed a noi la ricchezza per pochi non piace! Ci abbiamo provato senza compromessi e senza investimenti: due sole liste ed ottomila euro di spesa complessiva, meno di quanto impegnato dai singoli candidati “di punta” delle liste “forti”. Siamo partiti da lontano e dal basso, ma nel corso dei mesi è cresciuto un interesse sano, naturale, intorno ad un programma che lentamente prendeva forma dalle discussioni reali e virtuali, e che non si è fermato ai confini della città. Ho avuto l’onore di ricevere a Caserta persone che ci hanno portato il loro mero supporto, ma anche “pezzi” delle loro storie e del loro pensiero, che hanno irrobustito e rilanciato il nostro progetto. L’elenco è lungo e corro il rischio di dimenticare qualcuno: gli assessori di De Magistris, Anna Donati (mobilità) e Carmine Piscopo (urbanistica e beni comuni), Carmine Maturo e Monica Frassoni di Green Italia, il sindaco di Bacoli Josi Della Ragione, il segretario di Possibile Pippo Civati, il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, l’onorevole Arturo Scotto di SEL.
Si è creato intorno alla nostra proposta un interessantissimo “laboratorio politico”, che ha occupato quell’ampio spazio a sinistra di un PD che a Caserta ha riproposto lo scellerato schema frutto del quadro nazionale, nel quale il nostro Premier non eletto ha pensato bene, pur di rimanere in poltrona, di allearsi con chiunque fosse disponibile a farlo. Si parla tanto di voto di protesta: noi di proposte ne abbiamo fatte tante, ma pensiamo che i cittadini casertani abbiano tutte le ragioni di protestare contro un partito che candida come sindaco chi, fino a dieci anni prima, era assessore e vicesindaco con Forza Italia, ed oggi pur di vincere al primo turno (obiettivo peraltro mancato!) imbarca decine di ex consiglieri ed assessori dell’ultima consiliatura di centrodestra. Insomma, a Caserta non si sposta l’elettorato, ma i candidati con i loro pacchetti di voti, dando l’illusione a chi ci guarda da lontano di una finta alternanza al potere tra destra e sinistra.
Chi rimane ferma, al palo, è invece la città, sprofondata nei debiti: abbiamo accumulati altri trenta milioni di euro di debiti mentre proviamo ad uscire da un dissesto di oltre duecento. Sì, ma giustamente vi starete chiedendo, a me ed alla mia candidatura a Sindaco, come è andata a finire? Male, ma bene. Male, perché dopo una notte di speranze ci siamo fermati a due punti percentuali, a mille voti da un ballottaggio che sarebbe stato clamoroso. Chi ci ha sconfitti, l’onorevole Riccardo Ventre, ha 72 anni ed è stato, nell’ordine, Consigliere, Assessore comunale e Sindaco di Formicola, Consigliere comunale e Consigliere provinciale di Caserta, Presidente della Provincia di Caserta per dieci anni, ed infine Europarlamentare. Il suo volto ed i suoi slogan sono stati per un mese su manifesti, 6x3, autobus, giornali, tv, siti web. Aveva a suo supporto due partiti (Forza Italia e Fratelli d’Italia) e due liste civiche di emanazione partitica.
Per questo dico anche “bene”, perché in questo quadro politico, con queste due corazzate ed altri cinque candidati sindaci a spartirsi la torta, chiudere lo spoglio con 7364 (settemilatrecentossantaquattro!) voti per il candidato sindaco, pari al 16,96%, credo sia definibile come “autentico miracolo”. Ma la vera sfida, anzi le sfide, partono ora. Sono fondamentalmente due: a livello locale, occorre partire fin da subito per tenere insieme questo enorme consenso, ampliando la base partecipativa e preparandoci ad un duro e costante lavoro di opposizione costruttiva in consiglio comunale (avremo tre seggi). A livello nazionale, guardiamo con interesse e siamo pronti a dare il nostro contributo alla creazione di quella “casa della sinistra” che oggi, oggettivamente, manca, e che forse sarà più facile costruire partendo non dalle segreterie dei partiti, ma dalle città dove questo processo è già in stato avanzato.
Francesco Apperti