L’Italicum: una legge per una sola stagione (già passata)?

La nuova legge elettorale, approvata tredici mesi fa ma non ancora applicabile e che nessun altro Stato – a differenza di quanto dicevano i suoi solerti sostenitori – ci ha nel frattempo copiato, sembra già destinata al tramonto.

«Sul­l’I­ta­li­cum pen­so che ver­rà fat­ta una rifles­sio­ne. Sarà Ren­zi a deci­de­re se affron­ta­re que­sto tema. […] Noi abbia­mo pen­sa­to l’I­ta­li­cum in un momen­to diver­so. Cre­do che Ren­zi farà una rifles­sio­ne seria e aper­ta su tut­to que­sto a par­ti­re da doma­ni duran­te la dire­zio­ne nazio­na­le del Pd». Lo ha dichia­ra­to il par­la­men­ta­re PD Ema­nue­le Fia­no, con­si­de­ra­to mol­to vici­no al segretario-premier.

Quin­di la nuo­va leg­ge elet­to­ra­le, appro­va­ta tre­di­ci mesi fa ma non anco­ra appli­ca­bi­le (lo sarà sol­tan­to dal pros­si­mo 1° luglio), e che nes­sun altro Sta­to – a dif­fe­ren­za di quan­to dice­va­no i suoi soler­ti soste­ni­to­ri – ci ha nel frat­tem­po copia­to, sem­bra già desti­na­ta al tra­mon­to. Per­ché “pen­sa­ta in momen­to diver­so”. Già pas­sa­to, appun­to, addi­rit­tu­ra pri­ma che arri­vas­se ad esse­re applicabile.

La dichia­ra­zio­ne è mol­to signi­fi­ca­ti­va del­l’o­riz­zon­te tem­po­ra­le con cui in Ita­lia si fan­no ormai le leg­gi e del­le ragio­ni per cui le si appro­va­no: il tor­na­con­to di chi ha la mag­gio­ran­za. Que­sto è par­ti­co­lar­men­te gra­ve, natu­ral­men­te, per la leg­ge elet­to­ra­le che il codi­ce di buo­na con­dot­ta elet­to­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa non vuo­le, appun­to, che sia lega­ta alla con­tin­gen­za di una mag­gio­ran­za: esclu­de infat­ti la sua appro­va­zio­ne in pros­si­mi­tà del­le ele­zio­ni e con mag­gio­ran­ze semplici.

Tut­to il con­tra­rio di quan­to il Par­la­men­to ita­lia­no ha fat­to e sem­bra inten­zio­na­to a con­ti­nua­re a fare.

Que­sto ci indu­ce a qual­che con­si­de­ra­zio­ne anche sul­la leg­ge di revi­sio­ne costi­tu­zio­na­le su cui sare­mo chia­ma­ti a vota­re nel refe­ren­dum di otto­bre (le date, come sem­pre quan­do si deve dare la paro­la ai cit­ta­di­ni, bal­la­no). Anche que­sta è di sta­gio­ne? Anche que­sta è for­se pen­sa­ta per il momen­to in cui è sta­ta appro­va­ta e un anno dopo la sua even­tua­le appro­va­zio­ne sarà scon­fes­sa­ta dagli stes­si che l’han­no volu­ta (anche que­sta) a col­pi di mag­gio­ran­za? Maga­ri in quel caso sarà addi­rit­tu­ra “tut­ta col­pa degli elet­to­ri”? Che, in fon­do, l’a­vreb­be­ro volu­ta loro (nel caso non augu­ra­bi­le di vit­to­ria dei sì)?

Ma aggiun­gia­mo: le leg­gi ita­lia­ne han­no quin­di un pro­ble­ma di velo­ci­tà o di rifles­sio­ne? Per­ché in que­sta legi­sla­tu­ra ne sono sta­te appro­va­te più di 200 (in lar­ghis­si­ma par­te di ini­zia­ti­va gover­na­ti­va), che si aggiun­go­no a cir­ca 220 atti legi­sla­ti­vi del gover­no, e tra que­ste c’è, appun­to, l’I­ta­li­cum. Quin­di, non sem­bra pro­prio che di leg­gi se ne fac­cia­no poche (tan­to che abbia­mo avu­to, solo pochi anni fa, anche un mini­stro inca­ri­ca­to di tagliar­le), ma al con­tra­rio che que­ste sia­no fat­te male, che crei­no incer­tez­za nei cit­ta­di­ni e negli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci, che non sia­no in gra­do di supe­ra­re una sola sta­gio­ne, per­ché – per dir­la con il Fia­no – «pen­sa­te in un momen­to diverso».

Ecco, le leg­gi, inve­ce, dovreb­be­ro esse­re pen­sa­te per dura­re, per assi­cu­ra­re la cer­tez­za del dirit­to, per resi­ste­re al “momen­to”. A mag­gior ragio­ne que­sto dovreb­be vale­re per le Costi­tu­zio­ni, che devo­no esse­re anco­ra più resi­sten­ti alle alta­le­nan­ti sta­gio­ni del­la poli­ti­ca (e per que­sto sono oggi gene­ral­men­te “rigi­de”): quel­la degli Sta­ti Uni­ti è vigen­te dal 1789 (con soli ven­ti­set­te emen­da­men­ti, die­ci dei qua­li appro­va­ti imme­dia­ta­men­te dopo come dichia­ra­zio­ne dei dirit­ti) e la Cor­te supre­ma sin dal 1866 con la sen­ten­za ex par­te Mil­li­gan sta­tuì con chia­rez­za come essa doves­se esse­re con­si­de­ra­ta una leg­ge per tut­te le sta­gio­ni: per il tem­po di pace e quel­lo di guer­ra.

Ecco, pen­sia­mo anche a que­sto quan­do sare­mo chia­ma­ti a deci­de­re su una leg­ge che cam­bia un ter­zo del­la Costi­tu­zio­ne, in modo spes­so sgan­ghe­ra­to, come rico­no­sco­no anche colo­ro che invi­ta­no comun­que a vota­re Sì per­ché “è il tem­po del­le rifor­me”. Che maga­ri l’an­no pros­si­mo è un altro tem­po. Anzi, un altro “momen­to” e però ricam­bia­re la Costi­tu­zio­ne sareb­be assi più dif­fi­ci­le.

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