Jobs act: oltre le mistifcazioni, i numeri sono negativi

Nei primi quattro mesi dell'anno il bilancio dei contratti stabili è negativo (-65 mila contratti). Le trasformazioni sono in costante calo da Febbraio: in media, rispetto al 2015, le trasformazioni dei contratti a termine e di apprendistato sono inferiori del 43% (-27.6% da inizio anno).

Qua­li sono le ten­den­ze in atto sul mer­ca­to del lavo­ro per quan­to riguar­da i con­trat­ti incen­ti­va­ti dal­la decon­tri­bu­zio­ne? Innan­zi­tut­to, occor­re sele­zio­na­re le infor­ma­zio­ni. Sta­bi­lia­mo alcu­ni cri­te­ri di meto­do: i nostri indi­ca­to­ri sono sem­pre le atti­va­zio­ni net­te (Nuo­ve atti­va­zio­ni di con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to meno le Ces­sa­zio­ni) e le tra­sfor­ma­zio­ni (da tene­re in con­si­de­ra­zio­ne ma che non costi­tui­sco­no una pro­xy cir­ca l’au­men­to del­l’oc­cu­pa­zio­ne, trat­tan­do­si di con­trat­ti già in essere).

Non si può cer­to dire che INPS e Gover­no (ed espo­nen­ti del PD) impie­ghi­no la mede­si­ma meto­do­lo­gia. Lo scri­vo per chia­rez­za: i nostri indi­ca­to­ri sono gli stes­si del­lo scor­so anno, non abbia­mo cam­bia­to rife­ri­men­ti. Ciò che fan­no altro­ve è un po’ diver­so. Vi ho già rac­con­ta­to la sto­ria del cher­ry pic­king? For­se sì, for­se mi ripe­te­rei.

Ma tor­nia­mo ai nume­ri. Che fine han­no fat­to le atti­va­zio­ni net­te? Potrei dir­vi che il report del­l’Os­ser­va­to­rio sul Pre­ca­ria­to del­l’INPS è miglio­ra­to nel cor­so del tem­po ed offre mol­te oppor­tu­ni­tà di ana­li­si. Per esem­pio, sono pre­sen­ti nume­ri mese per mese, e ciò ren­de più faci­le smen­ti­re la vul­ga­ta del­la cre­sci­ta costan­te e con­ti­nua dei posti di lavo­ro sta­bi­li.

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Nei pri­mi quat­tro mesi del­l’an­no, per que­sto indi­ca­to­re è pre­val­so sem­pre il segno meno: il bilan­cio dei con­trat­ti sta­bi­li è nega­ti­vo (-65 mila con­trat­ti). Le tra­sfor­ma­zio­ni sono in costan­te calo da Feb­bra­io: in media, rispet­to al 2015, le tra­sfor­ma­zio­ni dei con­trat­ti a ter­mi­ne e di appren­di­sta­to sono infe­rio­ri del 43% (-27.6% da ini­zio anno).

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Nel com­ples­so, i con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to (sia nuo­ve atti­va­zio­ni che tra­sfor­ma­zio­ni), che tut­to­ra usu­frui­sco­no degli sgra­vi con­tri­bu­ti­vi (ridot­ti al 40% mas­si­mo del mon­te con­tri­bu­ti­vo a cari­co del dato­re di lavo­ro), cre­sco­no di sole 73 mila uni­tà con­tro i 329 mila con­trat­ti del mede­si­mo perio­do del 2015; si trat­ta del­l’80% in meno rispet­to allo scor­so anno. Anda­men­to signi­fi­ca­ti­vo del fat­to che ai dato­ri di lavo­ro non inte­res­sa lo scon­ti­ci­no del­la decon­tri­bu­zio­ne (che inve­ce con­ti­nue­rà a pesa­re sul­le cas­se del­l’INPS, e quin­di del­lo Sta­to, per altri anni, alme­no sino al 2019).

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Infat­ti, solo 142 mila con­trat­ti usu­frui­sco­no del­l’e­so­ne­ro (tab. 13 Osser­va­to­rio sul Pre­ca­ria­to, Gen-Apr. ’16), pari al 25% del­la som­ma di Atti­va­zio­ni Lor­de e del­le Tra­sfor­ma­zio­ni (ovve­ro del­la pla­tea poten­zia­le dei con­trat­ti che potreb­be­ro ave­re acces­so all’in­cen­ti­vo). Lo scor­so anno l’in­ci­den­za era del 55%-60%.

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Cos’al­tro potrem­mo aggiun­ge­re alla fred­da evi­den­za di que­sti nume­ri? Potrem­mo cer­to risa­li­re a quan­do le cose anda­va­no peg­gio, ma for­se sarem­mo un po’ disonesti.

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