Siamo tutti rimasti sconvolti dai fatti di Fermo. L’uccisione di Emmanuel Chidi Namdi ha fatto scoprire a molti di noi il razzismo e le sue conseguenze: in un pomeriggio qualsiasi di luglio, in una cittadina della provincia italiana, con il caldo che rallenta ogni cosa, l’odio può esplodere con tutta la sua violenza. E’ l’orrore, come lo abbiamo definito ieri.
Da mesi, oramai, siamo al lavoro per costruire una proposta sull’accoglienza, che parta dai dati, dai numeri, dalle ragioni di fondo. E che lo faccia con il rigore che ci contraddistingue, che non si fermi alla superficie delle cose, ma che risalga le catene logiche: se le persone migrano — come sempre hanno migrato nella storia — ci sono delle ragioni. Se migrano perché sono costrette, forzate, da persecuzioni, fame, sconvolgimenti climatici, è un nostro dovere giuridico e morale accoglierle: sta a noi decidere se farlo con intelligenza, generando processi virtuosi, o se lasciare tutto nelle mani di mafia capitale.
E’ una questione di scelte. La nostra scelta, oggi, è quella di non cedere ai populismi, di non cadere nella trappola dei commenti delle destre, ma di mettere a disposizione di tutte le persone che si reputano costruttrici di pace, di inclusione, di convivenza, “I nodi da sciogliere — Manifesto per la pace e il diritto a vivere una vita degna”. Perché non è il tempo della paura, ma è il tempo di guardarci negli occhi e dire che possiamo costruire un mondo migliore, ma possiamo farlo solo con le forze che abbiamo a disposizione. Spiegando, raccontando, mettendo in pratica e diffondendo gli esempi virtuosi, costruendo una cultura e facendo politica.
Nei prossimi mesi il nostro impegno sarà totale, su e giù da questa penisola che si protende naturalmente nel Mediterraneo. Viaggiate insieme a noi: leggete e diffondete il manifesto. Date la vostra adesione, come singoli, come associazioni, come comitati. Scrivete a stefano@possibile.com, e mettiamoci in cammino.
http://www.possibile.com/wp-content/uploads/2015/06/Manifesto_I_Nodi_Da_Sciogliere.pdf