“Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi del movimento per la vita contro la delibera con cui la Regione imponeva ai consultori pubblici di garantire le prescrizioni di anticoncezionali e i certificati di gravidanza. Ancora una volta è la magistratura a colmare i vuoti e a fare chiarezza laddove la politica è carente. Da mesi Possibile denuncia il dilagare dell’obiezione di coscienza negli ospedali, una pratica che sta diventando “strutturale” e che di fatto sta minando alle basi la legge 194.
Interrompere la gravidanza è un diritto riconosciuto dalla legge: si tratta di una scelta sempre difficile e dolorosa e le donne devono sentirsi accolte e capite, non colpevolizzate. Servono percorsi che accompagnino e facilitino l’interruzione di gravidanza e la contraccezione d’emergenza. L’obiezione di coscienza è una scelta personale che non può pregiudicare i diritti fondamentali della donna e più in generale quello costituzionalmente sancito alla salute.
In questo senso ci siamo fatti promotori di proposte di legge che ribadiscano questo diritto su tutti i fronti: dalla garanzia che negli ospedali ci sia almeno il 50% del personale non obiettore fino alla proposta di legge per evitare che anche i farmacisti esercitino l’obiezione, sia sui contraccettivi d’emergenza che sui farmaci per la cura del dolore.
Auspichiamo che l’esempio del Lazio venga recepito anche dalle altre Regioni e che il Governo nazionale si adoperi davvero per garantire i diritti di tutti in maniera laica e senza fughe nel passato”: lo dichiarano in una nota i parlamentari di Possibile Beatrice Brignone e Pippo Civati.