Abbiamo passato le ultime ventiquattro ore a chiederci cosa fare. A leggere sgomenti gli aggiornamenti di ora in ora più drammatici. A chiamare gli enti al lavoro sul posto per confrontarci con loro. A capire come trovare il punto di equilibrio tra il desiderio di rendersi immediatamente utili e la necessità di non ostacolare il lavoro dei soccorritori.
Mi hanno contattato in tanti da ogni parte di Italia per offrire abitazioni, posti letto, beni di prima necessità, soldi, mani per scavare, giocattoli per bambini, coperte, pigiami. Due anni fa sono stata vittima di alluvione e ricordo che la valanga di affetto e desiderio di dare una mano nei primissimi tempi è stato più d’ostacolo che di aiuto. Così come ricordo la pessima opinione che avevamo dei politici che venivano a fare una visita di cortesia mentre eravamo immersi mani e piedi nel fango. Quindi in punta di piedi ho cercato di capire cosa fare, che fosse davvero utile.
Le persone con cui ho parlato mi hanno chiesto di avere pazienza, di lasciare lavorare chi sa occuparsi delle emergenze e aspettare le richieste ufficiali per muoversi. Sono già d’accordo che mi faranno sapere quando sarà possibile andare nelle zone terremotate senza essere di ostacolo.
Nel frattempo abbiamo pensato che possiamo dare voce ai nostri iscritti su Agorà, la piattaforma di partecipazione di Possibile, in modo da cominciare a raccogliere idee e proposte ed essere pronti a muoverci quando sarà il momento giusto. Chiediamo quindi a chi lo desidera di esprimersi e mettere le proprie proposte a disposizione di tutti per confrontarci tra noi, consapevoli che queste popolazione avranno bisogno della nostra attenzione ancora a lungo.
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La prima proposta che ci è arrivata, elaborata dal comitato Possibile “Leone Ginzburg” di L’Aquila, è una proposta con un taglio strettamente operativo, e la condividiamo da subito con tutti voi: seguire lo stato della ricostruzione nei territori colpiti, nelle prossime settimane ma anche e soprattutto nei mesi ed anni a seguire, quando cioè si saranno ormai spenti i riflettori della stampa ed in generale dell’opinione pubblica: “Ricostruzione Possibile”.
La proposta è rivolta, inizialmente, ai comitati di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria che vogliano far parte dell’iniziativa (ed eventuali altri interessati in tutta Italia).
L’obiettivo è seguire l’evoluzione dello stato della gestione dell’emergenza e in seguito, soprattutto, della ricostruzione.
L’idea è quella di identificare una squadra (tra gli iscritti dei comitati ed i parlamentari di Possibile), che si rechi con cadenza periodica (inizialmente, una volta al mese; con il tempo con cadenze bi-tri-quadrimestrali) nei territori colpiti per seguire l’evoluzione delle cose: aiuti, norme previste, fondi stanziati, stato della ricostruzione sociale ed economica (quella più difficile) oltre che fisica e materiale degli edifici (abitazioni, attività economiche, edifici strategici, infrastrutture, edifici scolastici, eventualmente luoghi di culto) pubblici e privati.
Vigilando, in tal modo, con l’aiuto delle Istituzioni locali, ma anche associazioni o comitati locali non pubblici (per avere comunque un “controcanto”) sullo stato di avanzamento dell’emanazione di norme, degli stanziamenti dei fondi pubblici nazionali e/o comunitari e sullo stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione.
In questo modo, con l’esperienza acquisita, si svilupperà un know-how che Possibile metterà a disposizione dei territori in tutta Italia eventualmente colpiti da eventi calamitosi di diversa natura sismica o idrogeologica.
Per informazioni ed adesioni scriveteci a ricostruzione@possibile.com.