L’accostamento con Silvio Berlusconi è fin troppo facile, ed è fin troppo facile l’ironia che rischia di far passare in secondo piano le precisissime parole del premier e il contesto in cui sono state pronunciate.
Il contesto: Renzi si trovava all’assemblea celebrativa dei 110 anni del gruppo Salini-Impregilo, colosso italiano delle costruzioni e dell’ingegneria che si aggiudicò dieci anni fa (governo Berlusconi) la realizzazione del ponte. Successivamente si passò attraverso fasi alterne, fino allo stanziamento di 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto da parte del governo Monti. E’ evidente come Salini-Impregilo rimanga comunque l’interlocutore privilegiato di questa faccenda.
Le parole: «Caro Pietro, è una sfida a voi», ha attaccato il premier, rivolgendosi direttamente a Pietro Salini, numero uno del gruppo. E la sfida sarebbe appunto la realizzazione del ponte.
«Io su questo vi sfido, perché noi siamo pronti, abbiamo dimostrato che a noi poche cose fanno paura. Per cui, se voi siete nelle condizioni di portare le carte e di sistemare ciò che è fermo da dieci anni, noi lo sblocchiamo».
La realizzazione del ponte dipende da Salini-Impregilo, non dalla volontà dei cittadini. E’ sufficientemente chiaro? La sfida è indirizzata a chi il progetto verosimilmente lo realizzerà, come se tutto fosse già pronto: «voi portate le carte, che è tutto già apparecchiato», sembra quasi dire Renzi in un delirio di onnipotenza e disprezzo delle istituzioni che diventa disprezzo dei cittadini.
Chi decide la politica infrastrutturale in Italia? Impregilo? #bastaunsì, basta portare le carte. Ci si aspetterebbe almeno un po’ di ritegno, ci si aspetterebbe che le telecamere siano spente e che il premier si accomodi al tavolo insieme al «caro Pietro», prima di lasciarsi andare con le parole.
«Prego, si serva pure: c’è un territorio da devastare. Offriamo noi, con i soldi dei contribuenti».
Ci si aspetterebbe almeno la decenza del voler tener nascosto, ci si aspetterebbe un po’ di vergogna. E invece l’arroganza del potere ci viene sbattuta in faccia coi riflettori puntati, a noi che stiamo a casa. Mentre l’assemblea di Salini-Impregilo attacca con l’applauso.