Quanto costa oggi il Senato? 496 milioni all’anno (dal bilancio consuntivo del Senato, anno 2015).
Se si risparmiano 50 milioni (secondo la Ragioneria generale dello Stato) ciò significa che continuerà a costare 446 milioni.
Quindi se prima costava 496 milioni per 315 senatori eletti da parte dei cittadini ora costa 446 per 100 senatori (più eventuali integrazioni in relazione a evoluzione del censimento).
Ora la ‘macchina’ del Senato per ogni senatore spende 1,6 milioni. Per il futuro ne spenderemo 4,5.
Se a questa cifra — per un confronto più serio — togliamo i vitalizi (che andrebbero comunque a diminuire per il futuro, sia che si voti per il sì sia che si voti per il no), vitalizi che ammontano a 79 milioni l’anno, le cifre in gioco sarebbero queste: 417 ora e 367 se vince il sì.
Parliamo di 1,3 milioni per ogni senatore oggi. E di 3,7 per ogni senatore dopo il 4 Dicembre, se dovesse vincere il sì.
Lo stesso vale per le sedute. Seguite quanto scrive Marco Palombi sul Fatto del 15 ottobre 2016.
Se fosse vero quello che dice il premier, ci sarebbero dodici sedute l’anno.
Quindi per dodici sedute l’anno, ciò significa che spenderemo 31 milioni a seduta. Per 100 persone, non più elette, che si riuniranno in Senato.
Si risparmiano 50 milioni, riducendo però di due terzi la rappresentanza e cancellando l’elettività del Senato. In compenso ci rimangono 446 milioni l’anno da pagare per un Senato che, a detta di chi lo propone, si riunisce una dozzina di volte all’anno.
Ha senso? È davvero una riduzione sensata o diventa, deprivata com’è della rappresentanza e sembra di capire dell’efficacia, piuttosto una spesa inutile?
Giuseppe Civati, Davide Serafin