#CannabisLegale: un’altra sconfitta (stavolta positiva) dell’arroccamento

Il risul­ta­to del­le ele­zio­ni negli Sta­ti Uni­ti ha cer­ta­men­te sor­pre­so gran par­te del­la poli­ti­ca e dei media del nostro Pae­se, e buo­na par­te dell’opinione pub­bli­ca. L’inattesa vit­to­ria di Trump ha però fat­to pas­sa­re in secon­do pia­no un altro dato mol­to impor­tan­te usci­to dal­le urne in que­sta not­ta­ta elet­to­ra­le: quel­lo sui refe­ren­dum per la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis.

Da oggi, infat­ti, è lega­le il con­su­mo ricrea­ti­vo del­la can­na­bis in Cali­for­nia, Neva­da e Mas­sa­chu­setts, che si aggiun­go­no a Colo­ra­do, Washing­ton, Ala­ska e Ore­gon dove que­sto era già consentito.
E, men­tre atten­dia­mo i risul­ta­ti del Mai­ne, Flo­ri­da e North Dako­ta si aggiun­go­no agli altri 23 sta­ti dove è con­sen­ti­to l’uso medi­co del­la cannabis.

Un risul­ta­to che dovreb­be smen­ti­re la nar­ra­zio­ne che i più stan­no dan­do agli esi­ti di que­sta tor­na­ta, o che alcu­ni potreb­be­ro ave­re la ten­ta­zio­ne di con­si­de­ra­re una par­zia­le rivin­ci­ta libe­ral, ma che inve­ce a nostro avvi­so con­fer­ma la let­tu­ra che già Giu­sep­pe Civa­ti ha dato alle ele­zio­ni USA.

E que­sto non solo per­ché que­sti refe­ren­dum sono pas­sa­ti sia in sta­ti dove ha vin­to Clin­ton che in altri dove ha vin­to Trump, ma per­ché si trat­ta di vit­to­rie in con­tra­sto con le posi­zio­ni di entram­bi i can­di­da­ti alle pre­si­den­zia­li, e spes­so in con­tra­sto con la gran par­te dell’esta­blish­ment poli­ti­co di que­gli stati.

La vit­to­ria del­la can­na­bis lega­le non è né di Trump né di Clin­ton, entram­bi fie­ri oppo­si­to­ri di que­sto tipo di misu­re. Né tan­to­me­no dei loro par­ti­ti, visto che in diver­si di que­sti sta­ti né repub­bli­ca­ni né demo­cra­ti­ci si era­no fat­ti pro­mo­to­ri di que­ste ini­zia­ti­ve refe­ren­da­rie, fat­to sal­vo per Our Revo­lu­tion, il movi­men­to di Ber­nie San­ders.

Fino a vent’anni fa era ille­ga­le il pos­ses­so e il con­su­mo di can­na­bis in tut­ti gli Sta­ti Uni­ti, oggi in un quar­to del­la nazio­ne il suo uso è lega­le in qual­che for­ma. E ciò non è dovu­to all’azione di sta­ti­sti illu­mi­na­ti, ma è il risul­ta­to di un cam­bio di opi­nio­ne avve­nu­to tra i cit­ta­di­ni sta­tu­ni­ten­si, che han­no scel­to di far sen­ti­re que­sto cam­bia­men­to a dispet­to dei loro stes­si rap­pre­sen­tan­ti elet­ti, che in gran par­te han­no scel­to di arroc­car­si sul­le posi­zio­ni che rite­ne­va­no più uti­li al loro tor­na­con­to e han­no per­ciò igno­ra­to que­sto diver­so sen­ti­re nell’elettorato.

Noi di Pos­si­bi­le abbia­mo da tem­po com­pre­so il diver­so sen­ti­re tra i nostri con­cit­ta­di­ni, ed è per que­sto che abbia­mo por­ta­to avan­ti, e da oggi por­te­re­mo avan­ti con anco­ra più for­za, la cam­pa­gna per la can­na­bis, sia in Par­la­men­to che nel­le piaz­ze.

Abbia­mo, però, biso­gno dell’aiu­to di tut­ti, per­ché anche in Ita­lia è giun­to il momen­to che tut­ti fac­cia­no sen­ti­re la loro voce e dia­no ener­gia a que­ste bat­ta­glie di liber­tà e civil­tà.

Gabrie­le Gui­di e Fran­ce­sco Foti

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