Ilva: una maggioranza di bicameralisti inconsapevoli

Rileviamo che alle volte il bicameralismo perfetto serve, e serve per rimediare a errori, dimenticanze, omissioni (non volute, ma spesso volute) compiute dalla classe politica. Il bicameralismo perfetto, in questo caso, agisce da vera e propria assicurazione istituzionale, superiore per definizione alle manchevolezze e alle bassezze della politica e dei partiti. E pensate come avrebbe potuto (non) risolversi questa vicenda se davvero - ma così non è, come abbiamo già avuto modo di spiegare - questa riforma portasse tutte le competenze sanitarie in capo allo Stato e a una sola camera legislativa.

«È scon­tro tota­le fra gover­no e Regio­ne Puglia sul­la boc­cia­tu­ra del­la dero­ga al decre­to mini­ste­ria­le 70 per Taran­to. Il decre­to è quel­lo che pre­ve­de tagli agli ospe­da­li puglie­si tra­dot­ti nel pia­no di rior­di­no di pros­si­ma appro­va­zio­ne. Da mesi si chie­de­va di rispar­mia­re Taran­to dai tagli con­ce­den­do alla cit­tà di spen­de­re 50 milio­ni (già pre­sen­ti nel bilan­cio regio­na­le e non da stan­zia­re ex novo) per assu­me­re 1.800 tra medi­ci e infer­mie­ri e acqui­sta­re mac­chi­na­ri dia­gno­sti­ci, alla luce del­l’e­mer­gen­za sani­ta­ria che col­pi­sce la cit­tà ioni­ca all’om­bra del­l’Il­va. A comin­cia­re dai bam­bi­ni».

Le paro­le che descri­vo­no quan­to suc­ces­so nel­le scor­se ore alla Came­ra non sono nostre, ma sono di Repub­bli­ca. Ora la leg­ge arri­ve­rà al Sena­to, dove (per col­pa del bica­me­ra­li­smo per­fet­to!) si potrà rimet­te­re mano al dispo­si­ti­vo, ripor­tan­do­lo sui bina­ri che già era­no sta­ti indi­vi­dua­ti di inte­sa tra Sta­to e Regio­ne. Anche il sot­to­se­gre­ta­rio alla pre­si­den­za del con­si­glio, Clau­dio De Vin­cen­ti, è inter­ve­nu­to sul­la vicen­da, cer­can­do di pla­ca­re gli ani­mi e con­fer­man­do che «il pas­sag­gio del­la leg­ge di bilan­cio al Sena­to» per­met­te­rà di «appro­fon­di­re ulte­rior­men­te le moda­li­tà per far fron­te alle cri­ti­ci­tà del­la sani­tà taran­ti­na».

Sen­za voler trar­re con­clu­sio­ni e dare giu­di­zi, rile­via­mo che alle vol­te il bica­me­ra­li­smo per­fet­to ser­ve, e ser­ve per rime­dia­re a erro­ri, dimen­ti­can­ze, omis­sio­ni (non volu­te, ma spes­so volu­te) com­piu­te dal­la clas­se poli­ti­ca. Il bica­me­ra­li­smo per­fet­to, in que­sto caso, agi­sce da vera e pro­pria assi­cu­ra­zio­ne isti­tu­zio­na­le, supe­rio­re per defi­ni­zio­ne alle man­che­vo­lez­ze e alle bas­sez­ze del­la poli­ti­ca e dei par­ti­ti. E pen­sa­te come avreb­be potu­to (non) risol­ver­si que­sta vicen­da se dav­ve­ro — ma così non è, come abbia­mo già avu­to modo di spie­ga­re — que­sta rifor­ma por­tas­se tut­te le com­pe­ten­ze sani­ta­rie in capo allo Sta­to e a una sola came­ra legislativa.

Se ne discu­te­rà nuo­va­men­te al Sena­to, per­ciò, ma solo a par­ti­re dal 12 dicem­bre, quan­do potrem­mo tro­var­ci di fron­te a uno sce­na­rio poli­ti­co e, poten­zial­men­te, anche isti­tu­zio­na­le total­men­te differente.

Quan­do si cam­bia la Costi­tu­zio­ne biso­gna fare le cose bene, valu­tan­do tut­ti gli sce­na­ri, anche e soprat­tut­to gli sce­na­ri peggiori.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.