Si dice che le città votano in modo più progressista della provincia che sta loro intorno. È un luogo comune, da non dare per scontato, ma che ci può aiutare nell’analisi del voto, almeno per sfatarne altri, di luoghi comuni, che ne dite? Del resto, di comuni, appunto, si tratta.
Perché il No vince a Venezia, dove il sindaco di destra votava sì. Perché il No vince a Genova, città repubblicana, resistente, di sinistra. Perché il No vince a Palermo, dove sindaco è Orlando. Perché il No vince a Bari, dove il sindaco è Decaro, presidente Anci da poco. Perché il No vince a Salerno, la città di Vicienzo ‘a Frittura, con il 67%. Perché il No vince a Cagliari, la città di Zedda, che votava non-No o forse sì, a pochi mesi dalla vittoria al primo turno. A Reggio Calabria, il sindaco è renzianissimo, ma ha vinto il No. Persino nella città di Franceschini vince il No, di un soffio. Per non parlare di Catania e di quasi tutte le città del Sud. Anche a Roma vince il No, ma quello forse ce lo si poteva aspettare, direbbe qualcuno. Come a Torino. Solo Milano, per pochissimo, e Firenze fanno eccezione.
Insomma, forse non è proprio tutto voto della destra, giusto? Così, per rifletterci su.