Si muore di freddo: quando la realtà ci presenta il conto

Il freddo miete le sue vittime? No, la povertà. La povertà di diritti, di case, di lavoro, di calore umano e istituzionale. Viviamo in un Paese che concentra la ricchezza nelle mani di pochissimi strati parassitari della popolazione, che non agisce efficacemente nel contrasto all’evasione fiscale, che non tassa i grandi patrimoni e che, soprattutto, non procede a rinnovare ed aumentare le risorse per l’occupazione e le politiche sociali.

 

Let­te­ral­men­te, men­tre Min­ni­ti ria­pre ai Cie e Gabriel­li gli va die­tro dif­fon­den­do pau­re mil­le­na­ri­sti­che su even­tua­li attac­chi ter­ro­ri­sti­ci, il fred­do mie­te le sue vit­ti­me. Il fred­do? No, la pover­tà. La pover­tà di dirit­ti, di case, di lavo­ro, di calo­re uma­no e isti­tu­zio­na­le. Vivia­mo in un Pae­se che con­cen­tra la ric­chez­za nel­le mani di pochis­si­mi stra­ti paras­si­ta­ri del­la popo­la­zio­ne, che non agi­sce effi­ca­ce­men­te nel con­tra­sto all’eva­sio­ne fisca­le, che non tas­sa i gran­di patri­mo­ni e che, soprat­tut­to, non pro­ce­de a rin­no­va­re ed aumen­ta­re le risor­se per l’occupazione e le poli­ti­che socia­li. Se non ci fos­se­ro le reti asso­cia­ti­ve lai­che e cat­to­li­che, i sen­za fis­sa dimo­ra a mori­re sareb­be­ro mol­ti di più.

Esse­ri uma­ni trat­ta­ti come scar­to o sot­to­pro­dot­to da un gover­no che inve­ste in armi e rela­zio­ni pri­vi­le­gia­te con le peg­gio­ri dit­ta­tu­re medi­ter­ra­nee: Erdo­gan e Al Sisi. Un gover­no che dovreb­be subi­to met­te­re in cam­po un pia­no per il lavo­ro e che si accon­ten­ta di por­ta­re ten­de ai ter­re­mo­ta­ti e di apri­re le sta­zio­ni per i sen­za­tet­to. Non può esse­re la cari­tà la rispo­sta del­la poli­ti­ca.

Nel­le cit­tà ita­lia­ne la pover­tà è tal­men­te dif­fu­sa da ricor­da­re le imma­gi­ni apo­ca­lit­ti­che degli Sta­ti Uni­ti nel ’29, quan­do, però, esi­ste­va un pia­no eco­no­mi­co e pro­dut­ti­vo che pro­vò a rilan­cia­re l’economia e ce la fece. Qui sia­mo oltre la ragio­ne, nel cam­po del­la fol­lia. La rispo­sta gover­na­ti­va alla disoc­cu­pa­zio­ne è l’inefficace job­sact. Quel­la alla pover­tà, la pro­te­zio­ne civi­le e il sale per le stra­de. Evi­den­te­men­te man­ca quel ger­me poli­ti­co sano e razio­na­le (di sini­stra!) in que­sto gover­no, altri­men­ti avrem­mo qual­che ele­men­to in più sul qua­le discutere.

Al con­tra­rio, la pro­pa­gan­da non si fer­ma nem­me­no davan­ti ai mor­ti e, para­dos­so dei para­dos­si, rilan­cia la neces­si­tà di inde­bo­li­re i dirit­ti dei lavo­ra­to­ri con i vou­cher men­tre i disoc­cu­pa­ti muo­io­no per strada.

Qual­cu­no spie­ghi e Gen­ti­lo­ni, Polet­ti e ai loro sin­da­ci — che anco­ra non lo han­no capi­to — che di vou­cher si muo­re, di fred­do e di fame. Che i costi socia­li di que­sta macel­le­ria socia­le a lun­go anda­re por­ta­no alla dif­fu­sio­ne con­cre­ta e mate­ria­le, fisi­ca, di una rab­bia popo­la­re incon­te­ni­bi­le. Con­tro la qua­le le ricet­te del Pd si schian­te­ran­no sen­za remis­sio­ne. La rab­bia di Gori­no, di Biton­to: di una Ita­lia che ha biso­gno di lavo­ro e di demo­cra­zia rea­le. Di una Ita­lia, insom­ma, che può rina­sce­re nel calo­re di una sinistra.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.